Firenze– La storia del Giardino dei Ciliegi diventa una pubblicazione in Consiglio. Una ricostruzione storica a cura di Laura Marzi, pubblicata a cura del Consiglio regionale, per le Edizioni dell’Assemblea, che ricostruisce gli intrecci con altre associazioni a Firenze in Toscana tra il 1988, poco tempo dopo la costituzione, e il 2015. Il lavoro, presentato oggi, giovedì 27 ottobre, in Consiglio regionale getta luce sull’attività di questa associazione e presenta un ricordo di Mara Baronti, figura di primo piano, fondatrice e presidente fino alla morte, nel 2014, protagonista nella politica e nelle Istituzioni toscani, sempre nel segno dei diritti delle donne. La storia del Giardino dei Ciliegi, i filoni tematici principali nell’attività dell’associazione, le pubblicazioni, queste le sezioni del libro.
E le “voci da e sul Giardino”, in un capitolo dedicato ad autonarrazioni e ricordi. ”Questo volume sulla storia del Giardino dei Ciliegi e dei suoi rapporti con le altre associazioni femministe, è un tassello fondamentale nella ricostruzione del movimento delle donne che ha visto la città di Firenze protagonista”, scrive il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani nell’introduzione. “Le attiviste che hanno animato questo importantissimo e fecondo laboratorio politico-culturale hanno tutte lasciato un segno nel dibattito del nostro territorio non solo regionale.
Alcune come studiose, altre come politiche, altre ancora come amministratrici o semplici attiviste”. Poi, il ricordo di Mara Baronti, il cui profilo è tracciato dalle ‘Amiche del giardino dei ciliegi’ nel capitolo quinto del libro, “una di quelle che nella sua troppo breve vita – scrive Giani –, ha lasciato un segno indelebile nell’associazione e, soprattutto, nel cuore di tutti noi che l’abbiamo conosciuta e apprezzata per la sua passione, la sua competenza, il coraggio e la lungimiranza che hanno caratterizzato tutta la sua esistenza”. La ricerca storica è curata da Clotilde Barbarulli, la presidente del Giardino dei Ciliegi, intervenuta alla presentazione insieme con la curatrice del libro e Luisa Passerini,responsabile del progetto “Bodies across borders 2013-2018”.
Il percorso sulla violenza di genere in Toscana dal 2007 ad oggi. Se ne parla in un seminario, domani, venerdì 28 ottobre a partire dalle 9.30, nella sala delle Feste, a palazzo Bastogi (via Cavour 18). A dieci anni dalla legge regionale “Norme contro la violenza di genere”, la commissione regionale Pari Opportunità, presieduta da Rosanna Pugnalini, ha organizzato questo incontro che vede la testimonianza di Anna Maria Celesti e Alessia Petraglia che furono le prime firmatarie della legge regionale 59 del 2007.
In programma, nella sessione del mattino ci sono gli interventi di rappresentanti dei centri antiviolenza come Teresa Bruno dell’associazione Artemisia, Maria Albano del centro Lilith, Loredana Dragoni del centro La Nara e Alessandra Paunez del centro Uomini maltrattati. Dalle 14.30, invece, si tengono le relazioni di Silvia Brunori e Bianca Cigolotti dell’Osservatorio sociale regionale, del difensore civico regionale Lucia Franchini, dei consiglieri regionali Valentina Vadi, Andrea Quartini e dell’assessore regionale con delega alle Pari opportunità Monica Barni. Ad aprire il seminario il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani e il presidente della Regione Enrico Rossi.
La prolusione è affidata a Rosanna Pugnalini.
Regione in campo contro la violenza sulle donne e di genere. Dopo aver ad agosto quasi raddoppiato le risorse a disposizione – 450 mila euro per il 2016 e 400 mila nel 2017 – inizia adesso a finalizzarle e distribuirle: risorse tutte regionali, in attesa degli stanziamenti statali fermi al 2014. Settantamila euro saranno assegnati ad Anci Toscana. Con l'associazione dei Comuni sarà anche firmato un accordo di collaborazione che la giunta, su proposta delle vice presidente Monica Barni, ha approvato nella seduta di ieri.
"Le risorse - spiega l'assessore - serviranno a finanziare un programma lungo nove mesi per ridefinire (in parte) ed accrescere le reti locali per la prevenzione ed il contrasto alla violenza, anche attraverso la formazione degli operatori dei Comuni, delle Asl e delle forze dell'ordine". L'obiettivo è evidente: far parlare a tutti lo stesso linguaggio e condividere protocolli e procedure, per meglio far conoscere i centri e sensibilizzare le comunità di riferimento. Altri 325 mila euro saranno invece messi a disposizione dei centri antiviolenza che operano nelle dieci province: ad oggi sono ventitré le associazioni e onlus in regola con i requisiti regionali e nazionali.
Due settimane fa la giunta aveva definito i criteri di utilizzo e destinato la prima tranche da 125 mila euro. Aveva definito anche l'ammontare dell'acconto, pari al 70 per cento, a cui seguirà il saldo dopo la rendicontazione delle spese effettivamente sostenute. Entro una settimana si aggiungeranno ora gli altri 200 mila euro. Il contributo potrà essere utilizzato per la gestione o il potenziamento dei centri, per la retribuzione e formazione del personale specializzato o di supporto alla struttura, per materiali di consumo o servizi, per le utenze e naturalmente per l'ospitalità delle donne che devono essere allontanate dalla propria abitazione e dunque per l'acquisto di vestiti, per la spesa o i trasporti.
Una parte del contributo è fissa, l'altra dipenderà dal numero di accessi registrato, nell'area, dall'osservatorio regionale sulla violenza di genere. La scelta di come destinare i finanziamenti è il primo risultato del confronto tra i tanti soggetti impegnati sul campo, reso possibile dalla costituzione di un apposito comitato regionale di coordinamento, che di fatto funziona come una cabina di regia, istituito con l'ultima variazione di bilancio che ha appunto aumentato le risorse a disposizione e ridefinito la governance, dopo la riforma delle Province che c'è stata l'anno scorso.
Numeri pesanti e buone praticheDodici in tutto sono state le donne uccise in Toscana nel 2014, che è l'ultimo rapporto pubblicato: il prossimo, l'ottavo, sarà presentato tra un mese a novembre. Di fatto i numeri raccontano di una donna uccisa ogni mese. In settantasette, per mano di un familiare, sono morte dal 2006 al 2014, una ogni 46 giorni. Duemilacinquecento sono invece le donne che, sempre in Toscana, nel 2014 hanno trovato il coraggio di uscire allo scoperto – passo spesso difficilissimo - per cercare aiuto per le violenze subite, fisiche ma più spesso psicologiche.
E magari lo hanno fatto proprio rivolgendosi ai centri antiviolenza. Di rilievo e di aiuto all'emersione è anche l'esperienza del Codice Rosa al Pronto Soccorso, che da buona pratica locale ha ormai travalicato i confini della Toscana. Ma poiché la battaglia è anche culturale, la prevenzione arriva pure nelle scuole. Giusto qualche settimana fa è stato infatti siglato un accordo con l'ufficio scolastico regionale, l'ex provveditorato, che avrà dalla Regione 50 mila euro per la formazione dei docenti e del personale Ata sul rispetto delle differenze di genere.
Altri cinquemila saranno utilizzati per iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza, per continuare a parlare a gran voce della violenza di genere.