FIRENZE- L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea è un evento negativo dal punto di vista di un’unione che – pur non essendo perfetta – è garante di pace, libertà e solidarietà. Ora più che mai è necessario analizzare i rischi e le opportunità per l’Italia ed il resto dell’Europa. "Le politiche economiche dell'UE: l'Europa è a un bivio?" è il laboratorio organizzato da Regione Toscana e Toscana Techologica a Villa Fabbricotti (Firenze) a partire dalle suggestioni del volume "Le politiche economiche dell'Unione Europea" del prof.
Umberto Triulzi della Sapienza di Roma sul processo di integrazione attraverso un'analisi di tipo interdisciplinare che tocca gli aspetti economici, giuridici, istituzionali e politici della costruzione europea. I lavori inizieranno alle 15.00 con Albino Caporale, direttore delle attività produttive della Regione Toscana, che introdurrà il prof. Triulzi. Con l'autore discuteranno del tema Massimo Morisi di UniFi e Thierry Vissol, economista e consigliere speciale della Commissione europea. Alle 17.20 Stefano Ciuoffo, assessore alle attività produttive della Regione Toscana, concluderà il laboratorio riflettendo sulle recenti difficoltà economiche e finanziarie che vedono protagonista il nostro continente e sulle decisioni volte a salvaguardare i positivi risultati raggiunti dall'Europa negli ultimi 50 anni.
La Brexit ispira le prime reazioni anche in Consiglio regionale dove il presidente, Eugenio Giani, esprime due “spunti di riflessione” che diverranno, dice, un’iniziativa in seno all’Ufficio di presidenza e anche nei confronti della commissione per le relazioni internazionali del Consiglio e i rapporti con l’unione Europea, presieduta da Tommaso Fattori. Il primo spunto riguarda dunque la lingua italiana e il fatto che è stata estromessa dalle lingue ufficiali del Parlamento europeo: “Siamo sempre stati poco allerta nella difesa ruolo che ha la nostra lingua, sia nel continente europeo sia nel mondo, dove l’italiano è al 5° posto come diffusione”.
In questi giorni, nel pieno delle reazioni sollevate da referendum in Gran Bretagna, “nessuno ha difeso al nostra lingua”. Giani si dice “infastidito” da ciò e invita i nostri parlamentari europei a prendere un’iniziativa in tal senso: quando la lingua italiana si è trovata fuori dalle lingue del Parlamento, ricorda, nessuno l’ha difesa. “Ma la questione deve essere posta, integrando le lingue ufficiali del Parlamento europeo, visto il ruolo che svolge l’Italia e visto anche quanto ci viene chiesto per essere europeisti fino in fondo”. Il secondo spunto si innesta sulla scia dei rapporti esistenti tra Italia e Scozia, richiamati sulla stampa locale per l’iniziativa dell’ex sindaco di Barga, Umberto Sereni, e su una riflessione che ha a cuore “un’Europa che nasca dai popoli e non solo dalla diplomazia”.
Ecco quindi l’idea di rilanciare i rapporti con la Scozia, esistenti anche tra Firenze ed Edimburgo “fin dai tempi di La Pira”, e che hanno conosciuto iniziative e appuntamenti che Giani ricorda da quando era assessore alle relazioni internazionali di Firenze. “Lancio l’idea di un legato di amicizia tra Toscana e Scozia, che da sempre hanno questo rapporto e che asseconda spinte che, in futuro, possono far trovare alla Scozia la strada per riunirsi all’Europa”.
L'Inghilterra – ha detto il vice capogruppo di Forza Italia Mario Razzanelli intervenendo in Consiglio comunale – con la sua identità insulare ha sempre rappresentato l'eccezione alla regola; non ha mai voluto veramente far parte integrante dell'Unione Europea tanto da scegliere di mantenere come moneta la sterlina. Non vi è motivo di invocare reazioni a catena, se non per ragioni strumentali, tantomeno di immaginare chissà quali conseguenze tragiche sull'economia dei paesi dell'area dell'unione.Se contraccolpi negativi ci saranno, andranno tutti a discapito della Regno Unito.
Non a caso in queste ore si torna a parlare di indipendenza della Scozia e dell’Irlanda del Nord. Certo è che Londra non potrà più essere la piazza finanziaria europea che dovrà essere trasferita a Francoforte, Parigi o perché no a Milano, che potrebbe ora candidarsi a diventare capitale europea della Borsa. Per il nostro Paese l'Euro costituisce una irrinunciabile sicurezza. Il ritorno alla Lira, invocata da alcuni a più riprese, farebbe schizzare i tassi di interesse a livelli tali da portare al fallimento del sistema Paese per assenza delle risorse necessarie a poterli pagare.Fermo restando il rammarico per l'uscita della Gran Bretagna ci sono delle opportunità che ora l'Italia e l'Europa possono cogliere. Un'alleanza commerciale con la Russia ad esempio – conclude il consigliere Razzanelli – in modo da competere davvero con paesi e mercati ampi come la Cina e gli USA”.