Le migliori app per bambini?

Roblox, Youtube, TikTok e altri “mostri” nelle camere dei nostri figli

Paola
Paola Marangio
27 febbraio 2021 19:13
Le migliori app per bambini?

Di classifiche “migliori app per bambini” ne esistono tante e sono anche divise per fasce d’età che partono dai 2 anni il che fa rabbrividire qualunque esperto dell’età evolutiva. App/Bambini messi nella stessa frase dovrebbero renderla un evidente ossimoro, un po’ come Ghiaccio/Bollente, Tristezza/Gioiosa etc.

Eppure sono sempre più gli adulti che si sono abituati all’idea e non sentono più stridere il concetto, oltretutto il 2020 ha fatto entrare BABYSITTER TV o il BABYSITTER INTERNET anche nelle case dei genitori più integerrimi.

Secondo l’azienda Qustodio, che si occupa di monitoraggio di dispositivi utilizzati da minori di età tra i 4 ed i 15 anni, il tempo trascorso su internet nell’ultimo anno è raddoppiato.

Dobbiamo ammettere che Internet ci ha salvati da quello che sarebbe stato un buio relazionale difficile da re-illuminare, ci ha consentito di restare in contatto e di lavorare a distanza. Ha consentito ai ragazzi di sopravvivere: d’altra parte una volta scomparse le palestre, le piscine, le scuole, gli oratori, le scuole di musica, i gruppi doposcuola, i gruppi scout, è effettivamente rimasto solo Internet. Ho letto la testimonianza di un genitore colpito dalla reazione disperata del figlio davanti alla minaccia di sequestro del cellulare: “Ti prego non togliermelo È TUTTA LA MIA VITA!”

Ecco di nuovo i brividi sopratutto perché quel ragazzo ha ragione, la vita sua e dei suoi coetanei è tutta lì. Diventa oramai inutile il tentativo dei genitori di “riportare i figli alla vita fuori da internet” perché non c’è più una differenza tra online e offline!

Quindi la domanda. “I nostri figli diventeranno dipendenti dal mondo virtuale?” è sbagliata alla base. Smettiamo di considerare il mondo virtuale come un mondo a parte, non lo è più. Le due polarità oramai sono VIRTUALE/FISICO e non più VIRTUALE/REALE perché reali lo sono entrambi!

Cosa può fare un genitore?

  • Innanzitutto chiedersi se lui in prima persone è maggiormente gratificato dal mondo Fisico o da quello Virtuale e in quale delle due modalità trascorre più tempo durante la giornata
  • Evitare in ogni caso di far utilizzare cellulari/tablet/computer a bambini sotto i 3 anni. Alla TV e alle APP manca un dono che è unico degli esseri viventi: la reciprocità relazionale. Se vostro figlio di 2 anni è divertito/incuriosito/sorpreso/spaventato lo schermo non se ne accorge e non può dargli un feedback coerente con quello che è il suo bisogno.
  • Installare prima sul proprio telefono la applicazione che chiede di avere il proprio figlio, giocarci, tenerla aperta molte ore al giorno per capirne il funzionamento e la quantità di banner pubblicitari che appaiono (considerate se non sia meglio optare per app a pagamento nelle quali i contenuti pubblicitari spesso non sono necessari)
  • Considerare il ritmo di stimolazione della app scelta (ad esempio: in 2 ore di TikTok a vostro figlio vengono offerti 120 contenuti anche molto diversi tra loro della durata di 1 minuto, non equivale quindi a guardare i cartoni animati per 2 ore)
  • Prestare attenzione all’assenza di segnali: osservare se un figlio non lo si sente mai lamentarsi della situazione attuale, se sembra aver trovato la propria dimensione tra le mura della sua stanza e il suo videogame preferito.

    Se non varia mai, non mostra interesse per altro, non prova rabbia o noia dopo un anno di pandemia probabilmente ha bisogno di ritrovare una dimensione più concreta nel mondo fisico. Gli adolescenti ed i preadolescenti meno preoccupanti sono sicuramente quelli che hanno reazioni consone al momento e che sono quindi disattenti, annoiati, arrabbiati, frustrati ed inquieti.

Ricordate quando eravate bambini e avreste voluto che la mamma non vi lasciasse solo in camera con i mostri (che voi vedevate ma i vostri genitori no) ? Oggi è lo stesso solo che per i vostri figli (i potenziali) mostri sono amichevoli e non spaventosi quindi non vi chiamano a controllare sotto al letto: andateci ugualmente e controllate sotto al letto e poi anche dentro al display!

La Psicologa Risponde — rubrica a cura di Paola Marangio

Paola
Paola Marangio

Psicologa, psicoterapeuta e mediatrice familiare. Referente del sito PsicologiaFirenze.it. Membro dello staff clinico e didattico dell’Istituto di Terapia Familiare di Siena, ha lavorato nell’equipe del Centro di Terapia Familiare della ASL 10 di Firenze e si è occupata delle valutazioni psico-ambientali delle commissioni medico legali INPS. Collabora con la cooperativa sociale Matrix onlus in ambito della disabilità e psichiatria. Per inviare quesiti scrivere a: marangio@psicologiafirenze.it

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