Per il Giorno della Memoria, la Città Metropolitana di Firenze, in collaborazione con Aned Firenze, Anpi Firenze e l'Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell'Età Contemporanea (Isrt), ha tenuto una Commemorazione presso la Targa dei Deportati Toscani nella Galleria delle Carrozze di Palazzo Medici Riccardi, domenica 26 gennaio.
Dopo i discorsi istituzionali e la deposizione di rose rosse davanti al monumento con la partecipazione della comunità ebraica, la cerimonia è continuata con il concerto, nella Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi, del gruppo musicale Romanì Project, una proposta di ascolto della musica etnica contemporanea della cultura Romaní e di brani legati al Porrajmos o "grande divoramento", lo sterminio delle popolazioni Rom e Sinti attuata da parte del nazifascismo.Carlo Boni, Consigliere della Città Metropolitana di Firenze con delega alla Memoria, nel dare il benvenuto ai numerosi presenti e portando i saluti istituzionali della Sindaca metropolitana Sara Funaro, ha ringraziato "le istituzioni presenti oggi di Signa, Sesto e Bagno a Ripoli e tutti i comuni metropolitani che hanno dato il loro benestare a questa iniziativa e in particolare le associazioni presenti Aned, Anpi e l'Istituto storico della Resistenza: attraverso il loro lavoro costante e quotidiano riusciamo a mantenere vivi i valori della lotta di liberazione e gli antidoti presenti alla fine della seconda guerra mondiale, malgrado purtroppo in questo periodo ci siano ancora guerre con numerose vittime civili" e ha concluso osservando che "grazie a questa giornata è possibile trasmettere un valore simbolico importante, attraverso la memoria si può lavorare per un mondo migliore".Lorenzo Tombelli, Presidente di Aned Firenze, ha ricordato Furio Colombo che ha presentato il disegno di legge per la Giornata della Memoria: "Questa celebrazione oggi è stata voluta per ricordare tutte le deportazioni, quella raziale e razzista degli ebrei, quella politica di chi ha scioperato e si è opposto al regime, i testimoni di Geova, Rom, Sinti, omosessuali, gli apolidi, gli immigrati, tutti coloro che vengono ancora penalizzati purtroppo ancora oggi".
E ha concluso ricordando che "non dobbiamo dimenticare in Italia l'istituzione del tribunali speciali da parte del Fascismo e le torture perpetrate da italiani su italiani, il carcere e il confino, la violenza e l'abolizione della libertà di pensiero."Vania Bagni, Presidente di ANPI Firenze, è intervenuta sottolineando che "la scelta di fare questo concerto stasera, dedicato a tutte le deportazioni proprio in Città metropolitana, è voler valorizzare questa sede come luogo di memoria per tutto il territorio.Il nostro lavoro, come associazioni, è quella di lavorare 365 giorni l'anno per costruire la memoria attiva.
Oggi il concetto di 'mai più' significa adoperarsi per contrastare l'idea che l'immigrazione sia un problema e sia un delinquente chi salva persone in mare, l'idea che la povertà sia un male, una vergogna, l'idea che non ci sia bisogni di una scuola pubblica seria".Matteo Mazzoni, Direttore dell'Istituto Storico Toscano della Resistenza, ha ricordato che era un sabato, il 27 gennaio di ottanta anni fa, quando le truppe sovietiche hanno trovato, dietro ai cancelli di Auschwitz "L'indicibile, un sistema che pianificava l'annientamento dell'umanità stessa.
La costruzione di un sistema scientificamente studiato per perseguire un obiettivo ideologico di puro nichilismo e distruzione, ha avuto inizio immediatamente dopo la presa di potere di Hitler che vince le elezioni e da Cancelliere apre il primo campo di concentramento a Dachau, pubblicamente e con il favore e il consenso di parte della popolazione, un sistema che colpirà prima i tedeschi non graditi e poi tutti i popoli annessi.È la democrazia ad essere faticosa e non il governo autoritario. L'Italia Fascista era già predisposta a questa politica di discriminazione prima dell'8 settembre, che culmina nell'essere parte attiva, carnefice, nelle deportazioni di vicini di casa ebrei, di colleghi, sgraditi, dissidenti" e ha concluso dicendo "chi oggi si riconosce ancora dietro un braccio teso, una svastica, il Duce, si riconosce in coloro che ritenevano legittimo tutto quello e che ha distrutto l'Italia durante la seconda guerra mondiale.
In questi tempi oscuri c'è bisogno di cittadini attivi che possano mantenere vivi quei valori che furono fondati col sangue e che ora hanno bisogno testimoni forti e autorevoli per non vivere ancora i drammi, non di allora, ma di oggi."Conclusa la commemorazione in Galleria della Carrozze, davanti alla targa che ricorda i nomi dei deportati toscani dall'autunno 1943 alla primavera del 1945, uomini, donne, bambini, intere famiglie ebree, persone sgradite per motivi politici, persone rastrellate in modo indiscriminato, deportati e nella maggior parte mai tornati, il numeroso pubblico presente si è spostato nella Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi, per il concerto del gruppo musicale Romanì Project, con la partecipazione dell'artista Prem.Santino Spinelli alla fisarmonica, Gennaro Spinelli al violino e Davide Chiarelli alle percussioni hanno presentato il concerto dicendo che "Il giorno della memoria ci ricorda di non andare in quella direzione nefasta che l'umanità prese in quegli anni dolorosissimi, in cui tanti persero la vita nei campi.
Ricorderemo con le nostre canzoni la grande voglia di vivere del popolo Romanì che, chi volle sterminarci, non riuscì a distruggere." Ogni brano eseguito è stato presentato come un capitolo della storia Rom e Sinti fino alla realtà odierna, soffermandosi sugli accadimenti del secolo scorso durante le persecuzioni, deportazioni e il genocidio nelle camere a gas, che hanno portato alla costruzione a Berlino di un Memoriale dedicato alle vittime del Porrajmos, a poca distanza dal memoriale ebraico.
PREFETTURA DI FIRENZE . Questa mattina, in occasione della Giornata della Memoria, si è svolta presso la sala Buonumore del Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze la cerimonia nel corso della quale il Prefetto di Firenze, Francesca Ferrandino, ha consegnato alla presenza delle principali autorità cittadine, militari e civili, le medaglie d’onore concesse dal Presidente della Repubblica ai cittadini italiani, militari e civili,deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economiadi guerra e ai familiari dei deceduti, come previsto dall’art. 1 della. legge 27dicembre 2006, n. 296.Si riporta di seguito l’elenco:
- Sig. Sabatino Aiazzi, militare internato in Germania dall’8 settembre 1943 all’8 maggio 1945;
- Sig. Giuseppe Bugli, militare internato in Germania dal 14 settembre 1943 al 19 settembre 1945;
- Sig. Elio Carboni, militare internato in Germania dal 1° agosto 1944 al 1° febbraio 1945;
- Sig. Nello Cingottini, militare internato in Germania dal 13 settembre1943 al 30 ottobre 1945;
- Sig. Lorenzo Cinotti, civile internato in Germania dall’8 marzo 1944 al 31 maggio 1945;
- Sig. Mario Falciani, militare internato dal 9 settembre 1943 all’11 febbraio1944;
- Sig. Carlo Fenizi, militare internato in Germania dall’8 settembre 1943 al 1° aprile 1945;
- Sig. Dino Gatti, militare internato in Germania dall’8 settembre 1943 al 27 maggio 1945;
- Sig. Luigi Lapucci, militare internato in Germania dall’8 settembre 1943all’8 maggio 1945;
- Sig. Dino Mancini, militare internato in Germania dal 12 settembre 1943 al 1° aprile 1945;
- Sig. Ugo Marradi, militare internato in Austria dal 2 settembre 1943 al 20agosto 1945;
- Sig. Bruno Mugnai, militare internato in Prussia dal 12 settembre 1943 al 9 ottobre 1945;
- Sig. Federico Nicastro, militare deportato in Germania, internato dal 9settembre 1943 al 9 maggio 1945;- Sig. Aurelio Parri, militare internato in Germania dall’11 settembre 1943 al 12 febbraio 1944;
- Sig. Igino Serafini, militare internato in Germania dal 9 settembre 1943 al 9 maggio 1945;
- Sig. Antonio Vignozzi, militare internato in Germania dal 9 settembre1943 all’11 febbraio 1944;
- Sig. Giulio Vitali, civile internato in Germania fino al 6 gennaio 1945-
Al termine della consegna solenne, la giornata commemorativa è proseguita grazie alle iniziative curate d’intesa con l’Ateneo fiorentino e dal Conservatorio“Cherubini”. In particolare, sarà proiettato ilvideo “M.A.M. Musica Arte Memoria”, realizzato dall’Accademia DIMA ed, a seguire, gli studenti del Liceo Musicale “Francesco Petrarca” di Arezzo, dell’Associazione DIMA, del Liceo Musicale “Alberti-Dante” di Firenze e del Conservatorio Cherubini di Firenze, si esibiranno in concerto.
UNIFI - Stamani la rettrice dell’Università di Firenze Alessandra Petrucci ha ricordato gli universitari fiorentini allontanati da aule e cattedre a seguito delle leggi razziali, con un minuto di silenzio e con la deposizione di una corona di alloro davanti alla lapide che si trova nell’atrio del Rettorato di piazza San Marco.
“Deporre questa corona di alloro – ha detto la rettrice - è un modo per fare memoria, ma soprattutto per riproporre una comune riflessione riguardo a quanto è accaduto. Per questo acquista un significato profondamente simbolico, perché attraverso l'omaggio esprime visivamente i perduranti sentimenti dell'intera comunità accademica”.
Alla cerimonia - insieme a rappresentanti della governance dell’Ateneo e del personale docente e tecnico amministrativo - hanno presenziato, fra gli altri, la viceprefetto di Firenze Annalisa Oliva, il questore di Firenze Fausto Lamparelli, il presidente del Consiglio comunale di Firenze Cosimo Guccione, il consigliere con delega alla Memoria della Città metropolitana di Firenze Carlo Boni, il rabbino capo di Firenze Gad Piperno, la presidente del Conservatorio Cherubini Rosa Maria Di Giorgi, rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri e dell’Esercito.
Nel prosieguo della mattinata, a cura della Compagnia teatrale universitaria “Binario di Scambio”, si è svolto al Conservatorio di Musica “Luigi Cherubini” l’evento “Voci dalla notte”, con letture dalle fonti dell’Archivio Storico dell’Ateneo riguardanti gli universitari allontanati.
PISA - Si è tenuta oggi, lunedì 27 gennaio, la cerimoniache ha aperto a Pisa le celebrazioni per il Giorno della Memoria, istituito con la legge del 20 luglio 2000 dal Parlamento Italiano che ha aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio giornata di commemorazione delle vittime dell'Olocausto durante la Seconda guerra mondiale. La cerimonia, che si è tenuta nell’area verde Raffaello Menasci con l’inaugurazione della stele commemorativa dell'artista Andrea D'Aurizio e l’esecuzione di brani musicali da parte del coro dell’Istituto Comprensivo “Leonardo Fibonacci”, è stata la prima di un articolato programma di eventi organizzati dal Comune di Pisa, con la collaborazione di Prefettura di Pisa, Provincia di Pisa e Comunità Ebraica di Pisa.
Prima dello svelamento della stele commemorativa, a cui hanno partecipato le principali autorità civili e militari, si sono tenuti i saluti istituzionali, coordinati dall’assessore alla scuola del Comune di Pisa Riccardo Buscemi, con interventi di Michele Conti, Sindaco di Pisa, Maria Luisa D’Alessandro, Prefetto di Pisa, Massimiliano Angori, Presidente della Provincia di Pisa, Andrea Gottfried, Presidente della Comunità Ebraica di Pisa, Bruno Possenti, Comitato provinciale Pisa ANPI e Andrea Simonetti, dirigente scolastico provinciale. Tutti gli interventi sono stati intervallati dall’esecuzione di brani musicali dedicati al Giorno della Memoria, eseguiti dagli studenti delle scuole Fibonacci.
Le stele commemorativa dell’artista Andrea D’Aurizio, intitolata “Promemoria” e posta nell’area verde Raffaello Menasci, è un’opera in marmo di Carrara che rappresenta su un lato un altorilievo figurativo con persone che fluttuano in aria, esprimendo sentimenti di caducità e abbandono, ma anche grazia, vertigine o speranza, cercando di lasciare spazio ad una lettura che rimandi ad una simbologia, come il libro scompaginato sul basamento, che può rammentare che costoro furono espulsi dall’università, ma vuole anche ascoltare spazio ad altre interpretazioni soggettive, dove ognuno può interpretare la sua visione personale o sentirsi testimone. Sull’altro lato della stele è inciso un testo esplicativo, inerente al cambiamento dell’intitolazione della strada da via Giovanni D’Achiardi a “Giusti tra le Nazioni” avvenuto nel 2024, che riportiamo di seguito.
PROMEMORIA
“La strada qui a fianco era intitolata a Giovanni D'Achiardi che ricoprì molti ruoli di potere e, da rettore dell’ateneo pisano, nel 1938, applicò le leggi razziali volute dal fascismo e firmate dal re Vittorio Emanuele III proprio a Pisa, nella tenuta di San Rossore. Centinaia di studenti e decine di docenti ebrei vennero espulsi e destinati alla persecuzione che per taluni significò la morte.
Un’iniziativa popolare ha proposto una diversa intitolazione, nel ricordo di chi perse il diritto di esistere e degli scomparsi. L’amministrazione comunale ha deliberato il cambiamento e la strada ha preso oggi il nome di “Giusti tra le nazioni” per ricordare chi, al contrario, durante quel buio periodo, contribuì alla salvezza di persone ebree. Anche questa area verde ora è intitolata a Raffaello Menasci, uno dei docenti pisani vittime di quella scelta”. Pisa, 5 settembre 2024
Di seguito l’intervento del sindaco di Pisa Michele Conti:
“Rivolgo il mio saluto a tutti i presenti, al Prefetto, al Presidente del Consiglio Regionale della Toscana, al presidente della Provincia, ai consiglieri comunali, al presidente della Comunità ebraica, al Dirigente scolastico, alle autorità civili e militari.
Un saluto particolare agli studenti delle nostre scuole “Fibonacci” e ai loro docenti; un saluto a tutti i cittadini che non hanno voluto mancare di partecipare a questo appuntamento che, come lo scorso anno, abbiamo convocato qui in occasione della Giornata della Memoria.
Lo scorso anno, infatti, sempre in questo luogo cambiammo la toponomastica della città, inserendo al posto di via D’Achiardi la denominazione di via “Giusti tra le Nazioni”.
Lo scorso anno, infatti, sempre in questo luogo cambiammo la toponomastica della città, inserendo al posto di via D’Achiardi la denominazione di via “Giusti tra le Nazioni”.
Una decisione presa dalla nostra Giunta, maturata a seguito di una petizione promossa da Michele Emdin, Michele Battini e Davide Guadagni, un’iniziativa autenticamente popolare della società civile sostenuta da decine di volontari tra cui i rappresentanti degli studenti universitari che, ponendo il problema in senato accademico, ottennero la presa di posizione dell’Ateneo. Le firme raccolte stimolarono un’ampia discussione pubblica, che ebbe il preciso obiettivo di riconoscere le gravi responsabilità dell’allora rettore dell’Università di Pisa, in particolare nei confronti della espulsione di studenti e docenti ebrei dell’Ateneo Pisano e di generare questa iniziativa condivisa.
Lo scorso anno presentammo, infatti, anche il progetto di una stele commemorativa che ricordasse questo episodio della nostra storia cittadina. E quest’anno l’artista Andrea D’Aurizio, che ringrazio a nome di tutta la città, ci offre la sua opera dal titolo tanto evocativo quanto semplice: “Promemoria” proprio per ricordare a tutti quanti che cosa accadde anche nella nostra città a studenti e docenti, cacciati dall’Università solo perché di religione ebraica.
Un blocco di pietra in marmo di Carrara, con scolpiti un libro aperto e una serie di figure in altorilievo che si librano nell’aria. Un messaggio che, nella sua interpretazione più pessimistica vuole ricordare a tutti che il dominio della dittatura iniziò proprio dalla occupazione dei luoghi di cultura, le Università producendo in seguito la scomparsa in Europa di milioni di ebrei.
Una tragedia che colpì anche tanti ebrei italiani e pisani.
Decidemmo quindi che il modo più corretto per sostituire quel nome nel nostro indirizzario cittadino fosse quello di riconoscere il valore dei “Giusti tra le Nazioni”, una definizione che, dal secondo dopoguerra, sta a indicare quanti, non ebrei, in quegli anni bui di dittatura seppero e vollero agire in modo eroico, anche a rischio delle proprie vite, pur di potere salvare anche una sola vita dal genocidio chiamato Shoah.
Come ebbi modo di dire lo scorso anno, con il nostro agire abbiamo contribuito, tutti insieme, a “intervenire nella storia”, secondo una celebre definizione della senatrice a vita Liliana Segre. Nel nostro piccolo, credo di poter dire, che abbiamo contribuito a rendere giustizia a chi subì torti e ingiustizie in nome di una ideologia sanguinaria e perversa.
Questo cambiamento dunque non è solo una pura questione di toponomastica cittadina né tantomeno una questione solamente nominalistica. Ma un segno indelebile di risarcimento morale per tutte le donne e gli uomini che subirono gravi ingiustizie, l’espulsione dai luoghi pubblici, della scuola e del lavoro, persecuzioni, deportazioni e infine la morte.
In questi ultimi anni, Pisa ha fatto grandi passi in avanti nel percorso di riconoscimento collettivo dei fatti accaduti. A partire dal 2018, con la cerimonia organizzata dall’Università di Pisa in occasione degli 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali, firmate dal sovrano proprio nella nostra città, che rappresentarono la motivazione legale per compiere in Italia tutte le atrocità possibili.
In questi anni abbiamo dedicato l’area a verde nella quale ci troviamo a Raffaello Menasci, medico pediatra e libero docente dell’Università di Pisa, arrestato a Roma nel 1943 nella retata del ghetto e quindi deportato, insieme a tutta la sua famiglia, nel campo di sterminio di Auschwitz e poi morto a Varsavia il 29 febbraio 1944. Qui in suo onore piantammo il melograno che nella cultura ebraica rappresenta i valori di onestà, correttezza e giustizia.
Mentre sull’Aurelia, la rotonda all’ingresso del parco di San Rossore, dove vennero firmate le leggi razziali, l’abbiamo intitolata alla memoria della giovane Anna Frank.
Non abbiamo poi mancato di sensibilizzare il mondo della scuola su queste tematiche, consapevoli dell’importanza che ha condividere con i più giovani anche i fatti più drammatici della nostra storia. Abbiamo accolto testimoni di quella tragedia. La senatrice Liliana Segre è una nostra cittadina onoraria.
Il monumento che oggi abbiamo svelato deve essere dunque da monito perché la storia non riprenda mai più certi tracciati. Il che non significa cancellarli dalla memoria ma anzi studiarli, approfondirli per conoscerli, per impedire che di nuovo possano accadere.
Siamo di fronte a un’epoca nuova. Molti osservatori dicono che con l’Intelligenza Artificiale siamo alle soglie di un nuovo mondo. Un mondo che non abbiamo mai conosciuto. C’è chi ne parla in termini apocalittici e chi vede le grandi possibilità che si aprono per l’umanità.
Una cosa è però certo. Senza la conoscenza della nostra storia, senza una memoria collettiva condivisa sui grandi valori come sulle immani tragedie che hanno segnato la storia dell’uomo non possiamo affrontare nessun “mondo nuovo”.
Ecco perché, occorre guardare con altri occhi al monumento di D’Aurizio che può venirci in aiuto. Quel libro aperto ci indica che occorre sviluppare la conoscenza e quelle figure che fluttuano nell’aria ci dicono che il loro sacrificio non è stato invano e ci indicano una speranza, una strada per guadagnare la libertà rispetto a ogni forma di dittatura.
Dunque, da qui oggi, nella Giornata della Memoria, vogliamo lanciare non solo ai ragazzi che sono qui ma a tutti noi il messaggio che certi fatti non debbano accadere mai più e che è importante studiare e ricordare la storia e il nostro passato perché rappresentano la chiave per guardare con fiducia al futuro che dobbiamo costruire tutti insieme.”.
PREFETTURA DI PRATO - “Cari ragazzi, fate rivivere ogni giorno il Giorno della Memoria, scegliendo di restituirelinfa vitale ai valori della libertà, della pace, del rispetto per l’altro e della solidarietà”. Questo l’invito del Prefetto, Michela La Iacona, ai giovani presenti alla cerimonia, breve ma molto partecipata, che ha visto oggi riuniti gli studenti in rappresentanza di diversi Istituti scolastici della provincia, per celebrare la ricorrenza del Giorno della Memoria.
L’evento, organizzato dalla Prefettura, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale, si è tenuto presso l’Istituto “Gramsci-Keynes” di Prato, nell’Auditorium intitolato a Roberto Castellani, uno dei tanti cittadini pratesi deportati nei campi di concentramento e uno deipochi ad aver fatto rientro nella sua città.
Sono intervenute le massime Autorità civili, militari e religiose della Provincia.
Ricca di emozioni è stata la performance degli studenti della Consulta Giovanile che si sono improvvisati attori del “Canto XI: dei forni”, tratto dall’opera teatrale “L’Istruttoria” del drammaturgo tedesco Peter Weiss, che ha riportato fedelmente le parole pronunciate nell’aula diTribunale nel corso dei processi di Francoforte, durante i quali furono imputati un gruppo di SS edi funzionari del Lager di Auschwitz, dal 1963 al 1965. L’enfasi trasfusa nella interpretazione delle domande dei giudici e nelle risposte degli imputati e dei testimoni ha reso evidente quanto profonda sia stata la riflessione compiuta dai ragazzi sulle spietate crudeltà commesse nei campi di sterminio in nome di una folle ideologia.Particolarmente interessante è stato poi l’intervento su “Come difendere la democrazia”del Prof.
Andrea Gatti, Docente di Diritto Costituzionale Comparato presso l’Università degliStudi di Milano, che si è sapientemente soffermato sugli strumenti giuridici approntati dai Padri Costituenti per costruire una solida barriera contro ogni ideologia che si fondi sull’affermazione del potere finalizzato alla distruzione della vita umana.
REGGELLO - In occasione del Giorno della Memoria, gli studenti e le studentesse dell'Istituto Comprensivo di Reggello sono stati protagonisti di un incontro commemorativo, tenutosi nell’Aula Magna della Scuola Secondaria di Primo Grado “M. Guerri”.
L’evento ha visto la partecipazione delle classi, del corpo docente e dei rappresentanti istituzionali, uniti per non dimenticare le atrocità della Shoah e riflettere sull'importanza della memoria storica.
Durante l'incontro sono stati presentati i progetti realizzati dalle allieve e dagli allievi della scuola, frutto di un impegno dedicato allo studio della storia e alla consapevolezza del valore del ricordo.
Il Presidente del Consiglio Comunale, Giacomo Banchetti, il Sindaco Piero Giunti e l'Assessora all'Istruzione, Adele Bartolini, hanno portato il loro saluto istituzionale.
Alessandro Martini, del Centro Studi e Ricerche Elio Materassi, ha arricchito la commemorazione con un intervento di approfondimento sui temi della memoria, sottolineando il ruolo fondamentale dell'educazione nella trasmissione della memoria storica alle giovani generazioni.
L'evento è stato inaugurato dall'esibizione musicale dell'orchestra SaràBanda.
"La memoria è un valore da custodire, e l’impegno delle scuole e delle istituzioni è fondamentale per mantenere viva la conoscenza delle barbarie del passato, affinché non si ripetano. Solo attraverso la consapevolezza dei fatti possiamo educare le nuove generazioni a dare forma a un mondo più solidale e senza discriminazioni” dichiara il Sindaco Piero Giunti.
“Voglio ringraziare l’Istituto Comprensivo di Reggello, il corpo docente e soprattutto le ragazze e i ragazzi che, con il loro impegno e i loro progetti, hanno saputo interpretare e dare voce a questa giornata. Sono loro il cuore pulsante di questa commemorazione e la speranza per un futuro in cui la memoria continui a essere una guida per costruire una società migliore. Ogni iniziativa che coinvolga i nostri ragazzi e le nostre ragazze diventa così un atto di resistenza contro l’oblio” afferma l’Assessora all'Istruzione Adele Bartolini.
“Il ricordo non basta servono momenti di riflessione anche con nuovi linguaggi per coinvolgere bambine, bambini, ragazze e ragazzi attorno ai temi dell’Olocausto, delle deportazioni, delle discriminazioni e della diversità che hanno segnato quel periodo e che ancora oggi devono essere ricordati, elaborati e discussi per affrontare con maggiore consapevolezza le insidie del presente e riprendendo le parole di Lia Levi nel bel libro ‘Il Giorno della Memoria spiegato ai miei nipoti’ - afferma la Dirigente scolastica, Simona Della Valle - ‘Ricordare non basta, il ricordo non resta lì per sempre.
A volte ci si emoziona per un attimo e poi tutto vola via. Perché resti, questo è il punto, il ricordo si deve trasformare in memoria. Memoria è quando i ricordi sono diventati mattoncini del nostro oggi. Noi siamo qui e rappresentiamo il presente, lo sappiamo, ma senza il passato non avremmo senso, saremmo una scatola vuota’
Questo è il mio messaggio di speranza dedicato a tutta la nostra comunità” conclude Della Valle.
ASSOCIAZIONE FIORENTINA AMICI DI ISRAELE - L’Associazione Fiorentina Amici di Israele si unisce al doloroso ricordo della immane tragedia della Shoah in questa Giornata della Memoria che rammenta la liberazione del campo di sterminio diAuschwitz-Birkenau e, più in generale, i milioni di morti derivanti dalla follia genocidiaria del nazismo.
"Dobbiamo sempre rammentare – afferma Kishore Bombaci, Presidente dell’Associazione - che i campi di concentramento e sterminio non furono l’inizio ma la tragica fine di un percorso di follia animato dalla perversa ideologia dell’antisemitismo che discriminava ed emarginava gli ebrei in quanto tali, avvalendosi di teorie bislacche e prive di ogni significato e fondamento.Senza questo percorso e senza la colpevole accondiscendenza anche delle persone comuni, i campi di sterminio non sarebbero stati possibili.
Oggi, il nostro dovere è certamente quello di ricordare i milioni di morti e riflettere su come fu possibile che si verificasse in Europa questa tragedia, ma al tempo stesso essere ben coscienti che questo terribile virus dell’antisemitismo non è mai morto e che anzi, torna prepotente anche oggi sulle gambe di chi vorrebbe cancellare lo Stato di Israele. Ci uniamo commossi – continua Bombaci - al triste ricordo di chi è morto nei campi di sterminio einvitiamo tutti a vigilare perché queste tragedie non si verifichino mai più, e in particolar modo le istituzioni fiorentine a fare quanto possibile per combattere la terribile piaga dell’antisemitismo, a partire dall’adozione integrale della definizione IHRA di antisemitismo con tutti i parametri indicatori che ancoraoggi non sono stati recepiti integralmente.Oggi è sempre più importante fare memoria e cultura per far comprendere alle giovani generazioni checosa fu la Shoah – conclude Bombaci – con un occhio al presente, per sensibilizzare tutti a intravedere i sintomi preliminari di quella malattia mortale che è l’odio e il pregiudizio antiebraico, nella convinzione che questa è una sfida quotidiana che ci deve vedere impegnati tutti per tutto l’anno".
CONFEURO -"Oggi ricordiamo uno degli accadimenti più bui della storia dell’umanità: la Shoah, un orrore che non può e non deve essere dimenticato. La memoria è un dovere morale e collettivo, un impegno per costruire un futuro libero dall’odio, dall’indifferenza e dalla discriminazione. Come Confeuro, crediamo nel valore della solidarietà, della giustizia, dell’ uguaglianza e del rispetto per la dignità di ogni essere umano. Coltiviamo la terra per nutrire il mondo, ma anche per seminare i valori di pace e fratellanza. Ricordare, commemorare, è un gesto di responsabilità, per non ripetere gli errori del passato e promuovere una società più equa e giusta per le generazioni future”.
Così, su Facebook, Confeuro, la Confederazione degli agricoltori europei e del mondo.