In ballo c'è il futuro di 300 famiglie: dopo gli ultimi sviluppi, la situazione dell'ex fabbrica Gkn tiene con il fiato sospeso. Oggi una trentina di operai sono andati in Palazzo Vecchio, dove era in corso il Consiglio comunale che a un certo punto è stato sospeso. Gli operai, la cui fiducia nella nuova proprietà ha raggiunto punti bassissimi, hanno parlato con i capigruppo e Benedetta Albanese, assessora al lavoro. Dall'amministrazione è arrivata la conferma che il sindaco Dario Nardella segue molto da vicino la questione.
Sui social, il Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori Gkn Firenze ha spiegato:
"La disperazione, il tentativo di gettare fango su uno stabilimento e su una lotta di popolo, ribaltare costantemente la verità. Ci abbiamo pensato bene a quali proteste fare. Non toccheremo l' agibilità delle strade o dei mezzi usati da chi va a lavorare. Siamo venuti a rivendicare la nostra dignità qua. Dicono che si chiami "comune" perché è la casa di tutte e tutti. Noi siamo in consiglio comunale. Non ce ne andiamo senza novità risolutive sulla vertenza. Ad oltranza qua. Questo presente finisce ora. Il nostro futuro comincia adesso".
E' stato un lungo pomeriggio, durante il quale il vice presidente vicario del Consiglio comunale Emanuele Cocollini ha tirato fuori una polemica sul comportamento degli operai. "Troviamo un fatto grave e non tollerabile nell'aula del Consiglio comunale di Firenze - ha detto - che il pubblico presente, formato oggi da numerosi operai della Gkn, non si sia alzato in piedi durante l'esecuzione dell'inno nazionale. Nonostante che la vicepresidente Felleca che presiedeva la seduta abbia ricordato l’obbligo regolamentare, e gli agenti della polizia municipale presenti in aula gli abbiano chiesto di alzarsi. Non si può far finta di niente di fronte a un gesto che non ha scusanti e mostra disprezzo verso l'inno di Mameli, simbolo dell'unità nazionale".
Dmitrij Palagi e Antonella Bundu (Sinistra Progetto Comune) replicano così a Cocollini: "Il Vicepresidente Cocollini si sarà accorto in questi oltre tre anni che il consigliere Palagi esce dall'aula - quando possibile - nel momento di esecuzione degli inni. Nonostante questo, guardando la partita della nazionale di rugby, lo stesso Palagi uno degli inni lo ha anche cantato. Perché era diverso il contesto.Trovo sbagliato dare tanta solennità a un luogo in cui poi molti comportamenti non corrispondono al ruolo che si dovrebbe svolgere. Un esempio chiaro lo offre proprio la vicenda della GKN: la nuova proprietà stamani tira in ballo Comune e Regione.
Ecco: il Sindaco di Campi, ora deputato, il Sindaco di Firenze e il Presidente della Regione Toscana (che definirono un "successone" l'arrivo del nuovo "investitore") perché non hanno mai sostenuto l'ipotesi di soluzioni pubbliche?Perché non hanno sostenuto la legge contro le delocalizzazioni scritta in fabbrica? Che non è occupata, ma presidiata e tutelata.A quale morte è pronto chi fa politica, se si scandalizza per una lotta a difesa del proprio posto di lavoro, su cui si fonda la Costituzione?".
Intervengono anche Ivan Moscardi, Segretario Federale Sinistra Italiana Firenze e Pietro Poggi Segretario cittadino Sinistra Italiana Firenze: "Le lavoratrici e i lavoratori ex GKN hanno occupato in queste ore la sede del Consiglio Comunale di Firenze in Palazzo Vecchio per pretendere risposte dall’amministrazione dopo l’indecente intervista di oggi con cui l’A.D. Borgomeo ha gettato fango sulla loro lotta dopo mesi di tira e molla e risposte inesistenti.
È il momento che chi ha il dovere di governare questa città e questa Regione smetta di assecondare le prese in giro della proprietà e si assuma la responsabilità di risolvere questa vicenda".
Questa invece la posizione di Potere al Popolo Firenze:
"Le dichiarazioni di Francesco Borgomeo aprono una nuova fase della vertenza GKN, che torna a bussare prepotentemente alla porta della politica. Borgomeo scarica la mancanza di un piano industriale sul presidio operaio, ma a questa accusa non crede nessuno, visto che il presidio dello stabilimento da parte dei cassaintegrati GKN prosegue A GARANZIA di un serio piano di reindustrializzazione, e non contro di esso.
In realtà il vero elemento interessante delle dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa dall'Ad di Qf servono a rilanciare alle istituzioni, e in particolare a quel PD che guida Comune e Regione e che si è fatto garante dell'operazione di salvataggio guidata da Borgomeo, la patata bollente della vertenza. Borgomeo infatti lascia intendere che l'attuale proprietà non farà da tappo qualora altri soggetti, anche pubblici, dovessero subentrare.
A questo punto, se politica deve essere, che politica sia. E infatti gli operai GKN sono entrati immediatamente a Palazzo Vecchio. Facciamo nostre le rivendicazioni del Collettivo di Fabbrica e chiediamo
1) l'immediata pubblicizzazione della fabbrica, con controllo operaio e sblocco immediato degli stipendi!
2) Legato al punto 1, sostegno pubblico alla "Soms Insorgiamo": unico soggetto attualmente in campo in grado di poter presentare un piano industriale e di dare continuità produttiva allo stabilimento;
3) Non servono le interrogazioni di Fossi e del Pd! Serve l'approvazione della legge antidelocalizzazioni! Le soluzioni a questa vertenza ci sono, e le abbiamo presentate oltre un anno fa, e tutti, dal Pd, a Leu, al M5s, all'attuale destra-centro al Governo, hanno votato contro;
4) Sosteniamo la comunità operaia fino allo sblocco degli stipendi, inviamo le donazioni a "Cassa di mutuo soccorso" (Iban IT 24 C 05018 02800 000017089491 Causale: mutuo soccorso)", conclude Pap.