Dal 1983 ogni anno l'UE sceglie un argomento specifico per incoraggiare il dibattito e il dialogo tra i paesi europei e al loro interno. L'obiettivo è sensibilizzare su certi temi, favorire il dibattito e cambiare gli atteggiamenti. Il tema di quest’anno, scelto congiuntamente da Consiglio e Parlamento europeo, riguarda lo sviluppo e la cooperazione.
Il 2015 è un anno cruciale per il mondo che dovrà fare i conti con gli otto Obiettivi del Millennio, fissati nel 2000: la comunità internazionale si trova a fare il punto della situazione sul raggiungimento o meno di tali obiettivi e a ridisegnare una strategia per l’eliminazione della povertà e per lo sviluppo sostenibile.
Ma il 2015 rappresenta anche un’opportunità per i paesi membri dell’Ue e per tutti i soggetti coinvolti in politiche e processi di cooperazione per rendere noto il forte impegno, economico e di risorse umane, nel sostegno ai paesi più indigenti.
Non tutti sanno che l’UE ed i suoi Stati membri sono i donatori di aiuti umanitari più generosi nel mondo. Secondo l’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) nel 2013 l’UE ha destinato 56,5 miliardi di euro per gli aiuti allo sviluppo. Per rispondere ad eventuali polemiche che potrebbero scaturire da una superficiale analisi dell’andamento economico dei nostri paesi, teniamo a precisare che per il singolo contribuente il costo complessivo degli aiuti allo sviluppo incide di 8 centesimi di euro al giorno.
Dobbiamo però fare una distinzione tra cooperazione allo sviluppo e aiuti umanitari.
Se gli aiuti umanitari sono interventi tempestivi mirati a salvare vite umane in casi di emergenza grave, la cooperazione allo sviluppo mira a costituire e consolidare condizioni che nel medio e lungo periodo portano alla costituzione di una società più giusta e di un’economia sostenibile.
L’UE si sforza di garantire che il passaggio dall’emergenza all'assistenza allo sviluppo si svolga in modo agevole ed equilibrato, collegandole tra loro.
Nel corso dei decenni le politiche relative alla cooperazione e agli aiuti umanitari si sono modificate per quanto riguarda la concertazione degli obiettivi degli aiuti e per quanto riguarda i destinatari.
Il tradizionale rapporto donatore-beneficiario ha ceduto il passo a un mondo fatto di responsabilità e interesse reciproci. L’assetto operativo adottato viene definito “programmazione congiunta” attraverso cui l’UE, gli Stati membri e il paese beneficiario individuano i settori in cui vi è maggiore necessità di investimenti e il paese beneficiario, ove possibile, assume la guida di questo processo.
Inoltre, se nel passato gli aiuti umanitari erano indirizzati principalmente a grandi paesi, come India e stati del Sudamerica, oggi vengono privilegiate zone più delimitate che hanno subito la furia e la distruzione di catastrofi naturali o che sono scenari di sanguinosi conflitti.
Il sistema di finanziamento della cooperazione allo sviluppo dell’UE si fonda su due fonti principali: la prima si alimenta da una parte del budget generale dell’UE destinato agli aiuti umanitari, la seconda si basa sul fondo europeo per lo sviluppo che è lo strumento privilegiato per la cooperazione con gli Stati ACP, nonché con i paesi e territori d'oltremare (PTOM).
Proprio all’interno di questa seconda fonte di finanziamento un ruolo fondamentale a fianco degli stati e degli enti locali viene giocato dalle Ong e dall’associazionismo della società civile. Le organizzazioni non governative e le associazioni, essendo a contatto diretto con le necessità della popolazione, se ne fanno portavoce ed intervengono direttamente nelle zone più bisognose con progetti che hanno l’obiettivo di favorire l’autosviluppo delle comunità locali. Sempre di più quindi questi soggetti vengono chiamati ai tavoli istituzionali per concertare politiche di cooperazione che rispondano ai veri bisogni del paese beneficiario.
A questo scopo il Centro di Documentazione europea presso la Biblioteca delle Scienze Sociali, in collaborazione con Europe Direct Firenze, ha organizzato l’incontro “I racconti della cooperazione”, tenutosi durante i festeggiamenti del Festival d’Europa, dal quale sono scaturite delle “pillole di cooperazione”, ovvero 5 trasmissioni radio, in onda su Controradio ogni mercoledì alle 9.50 a partire dal 27 maggio, che riportano le interviste di cooperanti che hanno sperimentato in prima persona l’esperienza della vita e del lavoro in contesti più disagiati a contatto con la popolazione locale.
Nella prima puntata:
La vita del cooperante, tra sfide e imprevisti nel lavoro di tutti i giorni. Intervista al direttore di Oxfam Italia Roberto Barberi.
Nelle successive puntate potrete ascoltare le testimonianze di:
Valentina Bargelli di Stand up for life onlus
Dario Marmo di Agenzia Lama
Maria Nannini di Medici con l’Africa Cuamm
Emanuele Zucchini Cnr
Valeria Fargion Università di Firenze