Zero alberghi e lotta alla rendita, servizi per tutti a 15 minuti a piedi e 50 scelte per una Firenze giusta e prossima attraverso innovazione pubblica e privata: sono gli assi su cui si fonda la svolta urbana contenuta nel nuovo Piano strutturale (Ps) e Piano operativo comunale (Poc) del Comune di Firenze, adottati oggi dalla giunta di Palazzo Vecchio su proposta dell’assessora all’Urbanistica Cecilia Del Re.
“Un piano operativo coraggioso e innovativo - ha detto il sindaco Dario Nardella - per costruire una Firenze dell’abitare attraverso misure che aiutino famiglie e giovani coppie a trovare soluzioni abitative nella città, incentivando anche la creazione di alloggi per studenti con canoni calmierati e quindi accessibili, una serie di funzioni produttive e logistiche e riducendo un uso della città tutto schiacciato sulle funzioni turistiche. Lo facciamo anche attraverso la decisione di bloccare totalmente la realizzazione di nuovi alberghi in area centrale e favorendo il principio della città 15 minuti: una città sempre più pubblica e costruita a misura di cittadino, che guarda alla qualità e non allo sfruttamento, combattendo la rendita parassitaria che spesso fa saltare il mercato immobiliare rendendo difficile l’affitto o l’acquisto di una abitazione in area urbana”.
“Con questo piano - ha detto l’assessora Del Re -, facendo tesoro anche dell’esperienza del regolamento urbanistico passato e della pandemia che abbiamo vissuto, compiamo delle scelte di campo importanti: innanzitutto la scelta del blocco del turistico-ricettivo nella zona A di Firenze, e siamo la prima città in Italia a farlo, incentivando allo stesso tempo il recupero di immobili dismessi con un mix funzionale e applicando penalità per chi lascia gli immobili in uno stato di abbandono e di pericolo.
L’altra grande scelta è quella ambientale: il tema dei cambiamenti climatici deve essere la nostra priorità perché la ‘Firenze Prossima’ che stiamo costruendo deve guardare non solo a chi oggi la vive, ma anche a chi la vivrà e quindi oltre al tema del Piano del verde, per la prima volta il piano contiene la mappatura delle isole di calore e quindi gli interventi che saranno necessari per mitigare il clima e per una giustizia sociale. Una Firenze che punta sulla prossimità, sulla città dei 15 minuti, sul rione come dimensione di sviluppo urbano per ridurre le distanze di spostamento ma anche sociali, generazionali e di genere dando vita a inclusive e a una città policentrica che tutela l’autenticità del centro storico, ma cresce anche nei Quartieri fino a unirsi alla Grande Firenze.
È quindi una ‘Firenze Giusta’, che mette al centro il tema della lotta alle diseguaglianze, alle rendite di posizione, agli investimenti più facili da accogliere in città perché legati all’immagine di una Firenze solo a vocazione turistica, che non corrisponde ai numeri reali del suo tessuto sociale e produttivo e alla sua anima più vera e che abbiamo quindi voluto stoppare, assumendoci la responsabilità di questa scelta”.
I nuovi strumenti si articolano su 186 aree di trasformazione in cui le 135 schede di trasformazione pubblica doppiano quelle di trasformazione privata, 51, con 50 scelte di campo che segnano un netto aumento rispetto al passato. Si va dallo stop alla turistificazione con il blocco totale del cambio d’uso in turistico-ricettivo in zona A (a prescindere dalla dimensione della superficie dell’immobile e dalla destinazione d’uso originaria) alla proposta di blocco per le attività extra-ricettive nel regolamento Unesco, fino alle scelte per evitare le rendite di posizione come la penalità per chi non recupera in tempi rapidi immobili dismessi o abbandonati e l’eliminazione delle schede di decollo e atterraggio per semplificare i movimenti dei volumi.
Ma anche incentivi per favorire un mix di funzioni per grandi immobili (superiori ai 2mila mq) con l’interscambiabilità delle funzioni residenziale, direzionale e servizi per immobili e misure per introdurre e sostenere iniziative di rigenerazione partecipata con l’ampliamento del ricorso all’uso temporaneo degli spazi, all’urbanistica tattica e alla co-progettazione come elemento di rigenerazione urbana partecipata, a partire da una co-progettazione per Quartiere: ex Camping Michelangelo e Carra nel Q1, San Salvi nel Q2, La Riottosa nel Q3, ex Campolmi nel Q4 e Stibbert nel Q5.
E poi il pacchetto per sostenere l’abitare e la popolazione che cambia con: oneri e monetizzazioni usati anche per l’acquisto di un nuovo patrimonio immobiliare da adibire ad housing sociale o co-housing e per ristrutturare il patrimonio abitativo Erp esistente; student housing e senior housing dentro il concetto di ‘housing sociale’; l’alloggio minimo resta 50 mq in centro storico mentre in zona A viene introdotto il nuovo criterio della superficie edilizia media (50-55-60) per limitare il numero di frazionamenti, dando al contempo maggiore flessibilità nell’uso dello spazio.
Inoltre, nelle convenzioni con il privato viene previsto un abbattimento degli oneri a fronte dell’inserimento di un divieto almeno decennale di utilizzare gli alloggi per affitti turistici brevi e attività extra ricettive; per i nuovi studentati privati, il 20% delle camere sarà destinato agli studenti bisognosi dell’Università di Firenze che saranno gestite direttamente dall’Azienda regionale per il diritto allo studio universitario, mentre la possibilità di aprirsi al turistico-ricettivo per queste strutture viene limitata da 90 a 60 giorni all’anno e nei soli mesi di luglio e agosto.
Per diversificare e riattivare il tessuto economico e produttivo, il Poc introduce il blocco delle medie strutture di vendita di tipo alimentare (superiori a mille mq) in zona A; il divieto del cambio d’uso dei fondi commerciali al piano terreno per essere trasformati in residenze o adibiti ad altre destinazioni; la valorizzazione dei centri commerciali naturali; l’individuazione dello spazio per spettacoli viaggianti (luna park) al Lotto Zero; l’inserimento di misure di sostegno alle aziende agricole nello svolgimento della loro attività con la possibilità anche di fare agricamping; l’individuazione di aree per camperisti agli ingressi della città; la possibilità di ampliamento della superficie produttiva per il settore industriale-artigianale; un Polo logistico presso il Centro polivalente e l’azzeramento degli oneri di urbanizzazione per cambi di destinazione d’uso verso il produttivo.
Il capitolo ‘Cultura ovunque’ prevede la creazione di un nuovo attrattore culturale per Quartiere, fuori dal centro storico (ex Ogr e Manifattura Tabacchi con il polo dell’arte contemporanea; Stadio Nervi con il museo del calcio e dello sport; Memoriale di Auschwitz come partenza del Museo diffuso della Resistenza; Museo dell’acqua e dei cambiamenti climatici al Parco Florentia; Museo del Futuro e delle nuove tecnologie in viale Guidoni); ma anche una nuova classificazione del patrimonio edilizio esistente, più puntuale e dettagliata, in ottica di tutela e valorizzazione; la tutela per cinema, teatri, librerie e attività storiche e il recepimento delle novità del nuovo Piano di gestione Unesco con ampliamento dell’area Unesco, buffer zone e con l’introduzione della Valutazione di impatto sul patrimonio per le trasformazioni urbanistiche.
Per la ‘Città 15 minuti’ si inserisce la mappatura della città in rioni per verificare la distanza a 15 minuti a piedi dei servizi essenziali e il conseguente impiego degli oneri di urbanizzazione (e non solo) per coprire in sede di pianificazione e realizzazione delle nuove opere le eventuali carenze, mentre gli oneri di compensazione potranno essere utilizzati anche per realizzare opere in altri quartieri, quindi non necessariamente nelle vicinanze dell’intervento. Via libera anche all’indifferenza funzionale per sedi del Terzo settore (ambulatori diagnostici, etc), associazioni sportive dilettantistiche e luoghi di culto.
In tema di accessibilità e urbanistica di genere, il piano prevede l’inserimento delle linee guida dell’accessibilità per la progettazione architettonica e dello spazio pubblico redatte dall’Unifi, propedeutiche all’adozione del Piano di settore (Peba) e l’inserimento del concetto e della visione dell’urbanistica di genere: l’impiego degli oneri di urbanizzazione dovrà tenere in considerazione questo tema declinato nelle varie accezioni (sicurezza, servizi, mobilità, etc). Per ‘Arno spazio vivo’ viene inserita una visione d’insieme del fiume, funzionale alla sua valorizzazione: spazi di relazione, percorsi ciclo-pedonali (ciclabile Greve-Ema), produzione di energia pulita, uso del fiume per finalità sportiva o di trasporto pubblico o legata alle tradizioni storiche popolari e non a scopo di intrattenimento turistico.
Ampio lo spazio dedicato ai temi ambientali, della mitigazione climatica e della transizione energetica possibile e giusta con: l’inserimento per la prima volta di una mappatura delle isole di calore in città e l’avvio del primo Piano del verde e degli spazi pubblici aperti della Città di Firenze (coordinato a Ps e Poc); l’aumento degli spazi di verde pubblico su scale diverse: oltre al nuovo Parco Florentia e all’ex Camping Michelangelo, 33 nuove schede di verde pubblico, insieme a nuovi orti urbani, pocket garden e verde di quartiere; l’incentivo alla depavimentazione, alla copertura arborea dei parcheggi (un posto auto ogni 50 mq anziché ogni 25 mq) e alle aree di sosta naturalistiche; valorizzazione delle greenways cittadine; tutela della biodiversità e del mondo animale, a partire dal sostegno all’apicoltura (piante nettarifere, etc), alla tutela di rondini e rondoni, e a nuove aree cani.
Viene inoltre pianificato un Ecocentro per quartiere, parte del piano di raccolta dei rifiuti ‘Firenze città circolare’, oltre all’attivazione del nuovo impianto per smaltimento Raee (rifiuti elettronici ed elettrici) a San Donnino. Si favorisce poi il ricorso alle energie rinnovabili grazie all’installazione di impianti fotovoltaici e pannelli solari (requisito fondamentale per la costituzione di comunità energetiche), con la prospettiva di un ampliamento delle norme della variante urbanistica anche al centro storico e alla buffer zone delle Ville Medicee di Castello.
In tema di mobilità sostenibile, dolce e intermodale per Firenze e per la Grande Firenze, il piano inserisce le nuove linee tramviarie, i parcheggi scambiatori (preferibilmente sotterranei) e i parcheggi diffusi in centro storico e nei Quartieri, ma anche Scudo verde, Bicipolitana, zone 30, bike boxes e spazi per ricovero mezzi di mobilità sostenibile, pedibus, mobilità elettrica e micrologistica, Smart City Control Room e infine un Piano strutturale unico (il prossimo) per la Grande Firenze.
I nuovi strumenti urbanistici prenderanno il posto del Regolamento urbanistico del 2015 e del Piano strutturale del 2010 e per la prima volta Piano strutturale e Piano operativo (questo ora il nome del Regolamento urbanistico) vengono adottati insieme. Dopo la fase di adozione, che prevede ora il passaggio in Consiglio comunale, si aprirà il periodo di 60 giorni per le osservazioni ai due piani, che saranno poi votate da giunta e Consiglio. A questo punto i piani saranno approvati ed entreranno in vigore. All’adozione si arriva a seguito della fase di ascolto e partecipazione svolte nel 2020 e 2021: per la prima volta, gli strumenti urbanistici sono stati avviati insieme al primo Piano del verde della città di Firenze. Sono 2mila le proposte arrivate dai percorsi di partecipazione e 330 quelle arrivate dall’avviso pubblico per raccogliere nuovi contributi al piano; mentre sono otto gli accordi di ricerca stipulati con l’Università di Firenze.