FIRENZE– L'ostinata memoria di un territorio e dei suoi cittadini nei confronti di una strage nazifascista, quella del Palazzaccio a San Gusmè (SI) il 4 luglio 1944, l'unica avvenuta nel senese, ha fatto nascere un progetto che si concretizza per l'anniversario del Settantesimo in un evento teatrale, in un convegno, ma soprattutto nell'incontro tra protagonisti rimasti e gli eredi di coloro che le stragi perpetrarono in Toscana e di coloro che ne furono vittime. Per cercare insieme di rielaborare la storia, anche nei suoi aspetti più oscuri, e costruire una visione comune del presente e del futuro. Si intitola Albicocche rosse , e ha coinvolto il Comune di Castelnuovo Berardenga, di cui San Gusmè è frazione, il Goethe-Institut, il teatro St.
Pauli di Amburgo e quello di Castelnuovo, il Vittorio Alfieri. Accanto a loro la Regione, l'Isitituto della Resistenza in Toscana, il Ministero degli Affari esterie e l'Ambasciata della Repubblica Democratica di Germania. "Una iniziativa in cui abbiamo creduto molto – ha detto il sindaco Fabrizio Nepi – nel ricordo di vittime che furono soprattutto donne e bambini. Abbiamo il dovere di preservarne la memoria e credo che in questo caso lo studio, il confronto tra studiosi e testimoni di due Paesi e la collaborazione tra due centri teatrali di prestigio rappresentino un importante valore aggiunto". "L'occasione del Settantesimo dalla liberazione della Toscana è un momento importante per recuperare tutta la memoria di un periodo buio per l'Europa intera – ha aggiunto l'assessora regionale alla cultura Sara Nocentini -.
Albicocche rosse ha un duplice valore: da una parte la collaborazione instaurata con la Germania per ricostruire una memoria che ci consenta di riparare una tremenda ferita della storia. Dall'altra l'uso del teatro ci fa raggiungere, senza alleggerire una materia di per sé drammatica usando metodi e strumenti diversi, un pubblico cui forse saremmo mai arrivati". Lo spettacolo teatrale – la prima è il 4 luglio a San Gusmè, repliche il 5 e 6 - prende spunto dalla strage di Palazzaccio, compiuta dalla divisione "Hermann Göring" in ritirata dall'Italia, come rappresaglia per un attacco partigiano, in un collage che unirà teatro, musica dal vivo, canzoni e filmati basato su molti documenti originali dell'epoca.
Partendo da un paese toscano "immaginario", lo spettacolo-documentario approfondirà l'orrore dell'occupazione nazifascista in Italia, tenendo conto delle circostanze, dei retroscena e dei motivi che segnarono quel periodo. A raccontare la storia sarà un ragazzo di 10 anni che vive nel paese e che dopo l'eccidio trova i corpi delle vittime. Il progetto teatrale è curato da Matteo Marsan, , direttore del Teatro comunale Alfieri, Dania Hohmann e Ulrich Waller, direttore del St. Pauli, uno dei più antichi della Germania all'esordio in Italia.
Insieme a Bebo Storti, David Riondino, Massimo Poggio, Daniela Morozzi e il Cantiere del Bruscello di Castelnuovo Berardenga, saranno protagonisti Adriana Altaras, Cristiano Burgio, Gualtiero Burzi, Mauro Chechi, Luk Pfaff, Peter Jordan, Jörg Kleemann, George Meyer-Goll, Angelo Romagnoli, Hartmut Saam, Massimo Tarducci, Elisa Vitiello. Il convegno"Quando in Toscana c'era la guerra... e 70 anni dopo. 1944-2014" sarà invece inaugurato nell'Auditorium Villa Chigi, a Castelnuovo Berardenga, lunedì 30 giugno.
Sempre all'Auditorium Villa Chigi si svolgerà la mattina di martedì 1 luglio l'incontro tra i testmoni italiani e discendenti di soldati tedeschi transitati in Italia.
Saranno celebrati domenica 29 giugno i settanta anni dalla deportazione di settanta uomini catturati a San Fedele nei dintorni di Vagliagli dall’esercito nazifascista. Da quel 29 giugno del 1944, ogni anno dalla fine della guerra quegli stessi uomini si sono ritrovati per non dimenticare quella pagina buia e per festeggiare il loro ritorno. Domenica 29 giugno, in occasione del settantesimo anniversario, sarà quindi celebrata “La Festa dei deportati”, grazie alla collaborazione del Borgo San Fedele, a partire dalle ore 16.30.
Alle ore 17.30 è prevista la merenda con musica e canti popolari. L’evento è realizzato con la collaborazione ed il patrocinio dei Comuni di Castelnuovo Berardenga e Radda in Chianti; la Polisportiva Vagliagli; la sezione dell’Anpi di Vagliagli e con il patrocinio dei Comuni di Siena, Castellina in Chianti e Gaiole in Chianti. “La Festa dei deportati – sottolinea Annalisa Giovani, assessore alla cultura del Comune di Castelnuovo Berardenga – è un momento di riflessione e di condivisione.
Grazie all'organizzazione della Polisportiva di Vagliagli e all'impegno nel lavoro di ricostruzione di Giacomo Scala, abbiamo voluto ridare vita a questo appuntamento, insieme al Comune di Radda, perché crediamo sia importante continuare a confrontarci sui temi della grande storia, partendo dalle storie delle nostre comunità. Sarà una giornata di emozioni, nel ricordo dei momenti tragici e di quelli gioiosi, che segnarono la deportazione e il ritorno dalla Germania. A settant’anni di distanza possiamo ancora imparare molto da quell’esperienza anche per ribadire che la guerra genera separazioni e sofferenza e pertanto ciascuno di noi deve impegnarsi per l'obbiettivo, mai scontato, della pace”.