Sabato presidio su ponte Santa Trìnita a Firenze, alle 10.00, per una manifestazione per la pace che recupera la pratica dell'esposizione delle bandiere contro la guerra.
"L'articolo 11 della nostra Costituzione nasce dalla lezione imparata dalla barbarie della seconda guerra mondiale e dalla necessità di evitare in ogni modo la guerra. Abbiamo bisogno della pace -spiegano Dmitrij Palagi, Antonella Bundu di Sinistra Progetto Comune- Le valutazioni di quanto sta avvenendo in queste ore in Ucraina non possono limitarsi alle ultime settimane: da troppo tempo la parte occidentale del continente fingeva di non vedere il riemergere di logiche nazionalistiche che si pensavano superate.
Vogliamo partire dalla gravità delle decisioni della Russia, di usare la guerra come mezzo per risolvere le controversie. Un gesto sbagliato e pericoloso, che dalla minaccia passa alla violenza, da cui si esce sempre solo con morti e sangue. Ma la contrapposizione con Mosca e di Mosca, non solo rispetto a Kiev, non è una novità apparsa all'improvviso in questo 2022.
La NATO è un'organizzazione anacronistica che determina una costante insicurezza in Europa, oltre a richiedere al nostro Paese di ospitare testate nucleari. Gli Stati Uniti non si preoccupano di destabilizzare altre nazioni, non è una novità. Lo hanno fatto provocando il resto del mondo proponendo di "allargare il patto atlantico ad est".
Molte letture di queste ore sono pericolose. Dare per scontato che chi parla lingua ucraina sia nemico di chi parla lingua russa è un modo per alimentare il conflitto.
Non è una partita di calcio. Non c'è da scegliere la squadra per cui tifare. Occorre pretendere la cessazione delle operazioni militari. Meno armi, interruzione della violenza. Perché a rimetterci sono sempre le vittime, chi muore, chi resta ferito, chi vede devastate le proprie case e i propri territori.
L'occidente ha delle responsabilità chiare su quanto avviene, ma questo non vuol dire assolutamente giustificare le decisioni del Cremlino. Dovremmo chiederci perché l'Europa conti così poco nel panorama internazionale e cosa sia stata fino a oggi l'Unione Europea.
Dobbiamo dare forza ai movimenti che dal basso chiedono di porre fine alla violenza. Pretendere la fine del patto atlantico e chiedere una posizione autonoma dei nostri paesi. Nelle istituzioni è per questo urgente rendersi conto di quanto la politica abbia perso centralità e forza. Ci riguarda tutte e tutti, a ogni livello".
Anche Sinistra Italiana sostiene senza ambiguità la causa della pace: "Il nostro paese ha il dovere di perseguire senza sosta la via diplomatica e di rigettare qualsiasi ipotesi di coinvolgimento nel conflitto ucraino. Quarant’anni fa, nel pieno della guerra fredda, è cresciuto in Europa un grande movimento pacifista, il primo movimento veramente europeo, mobilitato contro l’installazione dei missili nucleari in tutto il continente, i Pershing e i Cruise americani e gli SS20 sovietici. È urgente rilanciare quella mobilitazione, ricucire le fila di quello schieramento che allora si riuscì a costruire contro la guerra, perché siamo nuovamente di fronte al rischio di uno scontro armato nel cuore dell’Europa.
La guerra allora non è scoppiata, ma purtroppo non siamo riusciti a smontare la cultura medioevale che oggi ce ne ripropone la minaccia: l’idea che i conflitti si affrontano con le armi, che i patti devono esser stretti fra quelli dello stesso campo, anziché, come sarebbe giusto, stabiliti con l’avversario, per giungere ad un accordo, almeno a un compromesso che impedisca il devastante ricorso alle armi. E così oggi ci ritroviamo ancora una volta davanti alla minaccia concreta di una deflagrazione mondiale. Tornare a mobilitarsi per la pace è il primo, più urgente e importante dovere nostro e di tutti quelli che sanno a quali orrori porta una guerra. Dei giovani, innanzitutto, i primi destinati ad esserne vittime.
Ma dobbiamo essere anche consapevoli che se si è arrivati al punto in cui in queste ore siamo alla frontiera dell’Ucraina non è per caso, ma per via di scelte politiche che definire irresponsabili è poco. Dobbiamo indicarle e denunciarle se vogliamo davvero sradicare il pericolo.
Con la caduta del Muro nel 1989 e lo scioglimento del Patto di Varsavia si era aperta l’occasione per l’Unione Europea di costruire finalmente una rete di collaborazione capace di abbracciare tutto il continente, inclusi i paesi più vicini ma anche la nuova Russia, parte integrante della nostra storia culturale. Quell’occasione è stata invece perduta ed è stata imboccata una linea opposta: estendere il vecchio blocco atlantico sempre più verso oriente, annettere, assimilandoli al nostro modello liberista, tutti i vicini orientali, isolando la Russia attorno alla quale si è cominciato a costruire una nuova cortina di ferro.
Un vero assedio, col risultato di suscitare una sacrosanta reazione del popolo russo che ha contribuito a creare nel paese la pericolosa popolarità di Putin che ha speculato sulle frustrazioni create dall’arroganza americana. L’integrità Ucraina non c’entra niente in questa vicenda, il solo modo per garantire a quel paese autonomia e libertà non è farlo entrare nel patto Atlantico, ma quella di far diventare il paese un ponte che apre la strada alla collaborazione con chi sta più ad est e creare ovunque sempre più vaste aree smilitarizzate. Il governo italiano deve muoversi con chiarezza in questa direzione”.
Il PMLI invece condanna fermamente l'aggressione della Russia all'Ucraina: "Come si deduce dal suo discorso del 21 febbraio, il nuovo zar Putin vuole restaurare l'impero russo zarista, approfittando dell'inconcludenza degli USA, della NATO e dell'UE.
La conquista dell'Ucraina è il primo obiettivo, successivamente cercherà di annettersi, in una forma o nell'altra, altri paesi che facevano parte dell'impero zarista. Va fermato: l'unica via è la resistenza armata del popolo e del governo ucraino, e l'isolamento politico, diplomatico, economico e commerciale della Russia da parte di tutti i paesi amanti della pace e dell'indipendenza e della sovranità nazionali. Che lo facciano subito il governo Draghi e il parlamento italiano e, al contempo, dichiarino l'uscita dell'Italia dalla NATO e dall'UE.
L'eventuale risposta militare contro la Russia da parte degli USA, della NATO e dell'UE vorrebbe dire la guerra mondiale, che va assolutamente scongiurata. In ogni caso l'Italia non vi deve partecipare, altrimenti il popolo italiano dovrà insorgere per impedirglielo. Non possiamo appoggiare né l'imperialismo dell'Est né l'imperialismo dell'Ovest, bisogna essere contro ogni imperialismo. L'imperialismo, qualsiasi sia la sua faccia, è il nemico mortale di tutti i popoli del mondo.
Fuori Russia, USA e NATO dall'Ucraina! Ucraina libera, indipendente, sovrana e integrale! L'Italia esca dalla NATO e dall'UE e rompa le relazioni diplomatiche, economiche e commerciali con la Russia!".