Roma, 16 dicembre 2021 - La testuggine, la caratteristica disposizione di piazza del Collettivo di fabbrica Gkn, è sbarcata a Roma per lo sciopero generale. Tamburi, cori, fumogeni e lo striscione Insorgiamo a sottolineare una delle più significative ed evocative vertenze del nostro Paese.
Secondo Dario Salvetti, delegato RSU Gkn "Lo sciopero generale c'è ed è un discreto successo. Si sbagliava chi, fuori e dentro le organizzazioni sindacali, sosteneva che non ce ne fossero le condizioni. Perchè invece questo sciopero generale è invece riuscito, nonostante tutto: nonostante manchino alcune categorie, nonostante l'inadeguata preparazione, nonostante ne si fosse negata la necessità fino a poco tempo fa. Per noi la contentezza per chi c'è si unisce al rammarico per chi non c'è a cominciare dalle diverse categorie che ne sono state escluse, per arrivare alle convergenze con i movimenti sociali, ambientalisti e con il movimento studentesco.
Abbiamo bisogno infatti di uno sciopero generale e generalizzato capace di attraversare tutte le lotte e le vertenze che oggi ci troviamo di fronte. Uno sciopero non si misura solo sui numeri, ma sui risultati che si riescono a raggiungere in un processo di lungo periodo che non si esaurisce in un singolo appuntamento. Salari da fame, aumento dell'età pensionabile, precariato, morti sul lavoro, delocalizzazioni ecc: non sono processi che nascono ieri, ma sono il risultato di decenni di arretramenti.
E se vogliamo essere seri tali decenni non si invertono con un singolo 16 dicembre ma con un percorso di mobilitazione di cui il 16 di dicembre deve essere una tappa.La nostra vertenza ha dimostrato che è proprio grazie alla saldatura tra organizzazione sindacale, democrazia e collettivo di fabbrica, territorio e movimenti è stato possibile bloccare l'ennesima predazione da parte di un fondo speculativo. Una saldatura che ha costruito da quel 9 luglio un processo sociale radicale, una vera mobilitazione di massa che ha stravolto un copione che sembrava già scritto.
Noi non siamo a elemosinare i cambi di virgola dei provvedimenti del Governo. Cambi di virgola che per altro non ci concede... Noi siamo classe dirigente e abbiamo il nostro piano di rilancio del paese. Per noi, oggi, questo è solo il primo passo: questa piazza, partecipata ma ancora insufficiente, dovrà determinare un cambiamento di rotta che ribalti radicalmente i rapporti di forza nel nostro Paese. Lo diciamo fraternamente ai nostri dirigenti: se buttate via questo sciopero, non perdete crediilità voi in quanto individui.
Fate perdere credibilità allo sciopero generale stesso. E questo non è permissibile. E infatti non abbiamo intenzione di permetterlo".
Questo l'intervento di Dmitrij Palagi e Antonella Bundu - Sinistra Progetto Comune
"A che serve uno sciopero? A creare situazioni di disagio con cui evidenziare i problemi per cui ci si mobilita. Per questo riteniamo sbagliato che le commissioni consiliari possano tenersi anche in assenza del personale dipendente previsto per il loro svolgimento. Solo il Presidente della Commissione Affari Istituzionali ha scelto di annullare la seduta: ed è di Forza Italia. Più solidale verso Cgil e Uil questo partito di quelli del centrosinistra?
Per conto nostro, oltre a essere presenti alla manifestazione di Roma, ci impegniamo a rinunciare al gettone di presenza, anche nel caso di partecipazione alle commissioni del pomeriggio (visto che la mobilitazione in piazza è solo la mattina). Ovviamente la scelta di aderire a uno sciopero è individuale, anche perché fa i conti con la rinuncia a una parte del proprio salario, oltre a coinvolgere altre valutazioni. Rispettando questa autonomia auspichiamo però che questo sciopero generale riesca in tutto il Paese e confidiamo che in Palazzo Vecchio non si arrivi a certificare che le commissioni si possono riunire anche senza segreteria. Sarebbe un brutto segnale politico. Se anche non si condividono le ragioni di uno sciopero, chi lavora deve essere comunque rispettato e la sua assenza deve determinare il disagio che qualifica il senso stesso di uno sciopero".
“Non credo al muro contro muro e penso che non serva a nessuno. In Italia c’è un diritto, che è il diritto allo sciopero. Penso sia giusto garantirlo e permettere a ognuno di poter dire la propria”. Il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo interviene sullo sciopero generale indetto oggi da Cgil e Uil, rispondendo a margine di una conferenza stampa.
“Con il governo Draghi – spiega Mazzeo – ci sono finalmente manovre espansive, che aprono alla possibilità di guardare al futuro con speranza e ottimismo. Mi auguro che questo rapporto tra parti sociali, sindacati e governo corra veloce e ritorni a esserci, così come stiamo facendo in Toscana. L’obiettivo primario, ora, è da un lato garantire la salute e la sicurezza dei cittadini e dall’altro far ripartire il Paese. E per farlo ripartire – conclude il presidente dell’Assemblea regionale – servono ancora più unità, più forza e più condivisione”.