Il comportamento. Bertarelli: “Questo è un gioco che devi fare con gli attributi e tanto cuore, altrimenti vai a fare un’altra cosa. Recati: “Il cuore ti può far colmare il gap con l'avversario più grosso, io ho fatto i cazzotti con tanti e sempre testa testa, mai colpi da dietro e di lato”.
Bertarelli: “Affrontando un uomo faccia faccia, ti renderà sempre migliore di fare una scorrettezza, questo per rispetto a te stesso, per chi ti vede e per una città intera che ti guarda tutto l’anno. Sempre Bertarelli - che viene dal Calcio Storico prima delle regole - il gioco dovrebbe essere senza sanzioni, 50 minuti sono tanti per rimanere in campo dopo che ti sei macchiato di un scorrettezza, inoltre l’anno prossimo devi rigiocare. Prendere uno straniero, fargli tirare due martellate da dietro e poi farlo andar via in aereo è troppo comodo, magari dopo aver fatto male a qualcuno. Viviti la città, vai a ballare, vai al ristorante, questo ti porta ad avere un comportamento cavalleresco.
Squalifiche: Recati: queste squalifiche sono interpretative, e non sono eque - gli fa eco Bertarelli. Riprende Recati: “Non è un polemica contro il Colori, ma con chi decide, in sede di ricorso ci sono pesi diversi, “è un po’ come il rigore alla juve, si dà sempre”.
È una questione di Colore, di Calcianti? Bertarelli: “Il giochino è questo, prendilo come squadra, come Colore o come soggetto individuale, scegli te come vuoi, perché io non te lo dico, non è bello fare il nome di altri.
Calcianti di riferimento. Recati: “Il mio sogno era giocare con Gianluca Lapi e l’ho realizzato”. Bertarelli: “Tutti i Calcianti vorrebbero essere Gianluca Lapi. Recati: “Il più completo, cacce da 30 metri, entrava dentro in difesa, faceva i' cazzotti con tutti. Bertarelli: “Il più forte giocatore del Calcio Storico Fiorentino, non vedo nessuno al suo pari. Lo Zena è stato un grande giocatore negli anni più brutti, più difficili del Calcio Storico, brutti fra virgolette perché per me il Calcio Storico era quello - si riferisce al vecchio gioco prima del 2011. Sicuro che si tratta dei due migliori giocatori del Calcio Storico, almeno di quello che possiamo ricordare.
Recati: “Gianluca, nell'anno che sono stato infortunato, ha giocato con il mio simbolo, il chiodo dicendomi - mimando la voce rauca e inconfondibile di Gianluca - oh Reca, me lo metto per te”.
La paura dei Calcianti: “La paura è un sentimento normale, umano. Tutti noi la proviamo, solo bisogna liberarsene”. Recati: “Per me arriva in pullman, capita di guardarmi riflesso nel vetro e pensare, ma io che ci faccio qui. Mi scappa ogni due minuti, mi ci vorrebbe il catetere, una volta l’ho fatta in una bottiglia. Poi, gli amici intorno, il loro affetto e la paura passa. In campo non posso pensare che sono 69 kg e vado a fare un testa a testa con la gente che supera il quintale, lo faccio e basta. Nel 2016 mi sono rotto il ginocchio, menisco e collaterale, e due costole al primo placcaggio ed ho continuato a giocare, ho finito la partita, ho preso un uomo è l’ho tenuto per tutto il tempo.
Bertarelli: per me la paura arriva quando tutto il Corteo se ne va e la porta del campo si chiude. Poi tiro fuori quello che sono, arriva la consapevolezza che quella è casa mia. Tante volte mi hanno fatto sparire il sole davanti a me - si riferisce alla mole dei giocatori che lo placcano o cercano di farlo - dicendomi, se ti prendo ti rompo, sì ma devi prendermi ed è più facile che ti venga la labirintite a cercare di farlo. Questo è un gioco dove la testa conta il 90% ed il corpo il restante 10.
Il Calcio Storico dentro e fuori dal campo: “Questo è un gioco di un’intelligenza allucinante, le botte servono i primi 10 minuti per intimorire l’avversario e consigliare il portatore di palla a stare in difesa, poi bisogna giocare. I più forti sono quelli fuori con la birra e la sigaretta che ti urlano ammazzalo, tirala, passala”.. - Continua - “Ti aspetto fuori, ti faccio passare la voglia di correre.
E poi fuori non si è visto mai nessuno”.
nota dell’autore
Impossibile imbrigliare in un’intervista canonica domanda e risposta il duo Recati/Bertarelli, questo pezzo è stato scritto per temi e dove non si trovano le specifiche dei nomi vuol dire che i due concordavano appieno l’uno con l’altro. In fondo, se ho capito qualcosa da questa intervista, è che la Forza dei Verdi è la condivisione, il gruppo insomma.
Si ringrazia la palestra Hollywood per aver favorito e messo a disposizione lo spazio per l’intervista.
Un ringraziamento a Monica, Alessio e Francesca.