Dopo il successo di pubblico e di critica ottenuto dalle precedenti mostre immersive, Santo Stefano al Ponte ospita Klimt Experience, un inedito evento espositivo dedicato alla vita e all’opera dell’artista viennese, uno dei maggiori autori dell’era moderna. Fino al 2 aprile 2017, le figure e i paesaggi di Klimt saranno i protagonisti assoluti di una nuova rappresentazione multimediale immersiva ideata e prodotta dal Gruppo Crossmedia.
Klimt Experience è stata presentata venerdì mattina a Santo Stefano al Ponte da Giovanni Bettarini, assessore al Turismo e allo Sviluppo economico del Comune di Firenze, Federico Dalgas, amministratore delegato Crossmedia Group, Sergio Risaliti, direttore artistico della mostra, Stefano Fomasi, regista e video designer della The Fake Factory, Andrea Antonelli, rappresentante della società Orwell e sviluppatore APP per Samsung Gear VR.
“L’offerta innovativa che rappresenta questa mostra per il turismo, e tutto ciò che riguarda l’arte, è importantissima, perché consente di avvicinare un pubblico nuovo e diverso e offrire un’immagine della città più articolata – ha affermato l’assessore Bettarini -. Santo Stefano al Ponte è uno spazio tradizionalmente vocato all’arte: storica sede dell’Orchestra della Toscana, ancora oggi ospita appuntamenti musicali, che con le iniziative dedicate al mondo artistico e alle proiezioni multimediali arricchisce le variegate proposte della città per turisti e residenti, che è dovere dell’Amministrazione sostenere”.
“Klimt è stato scelto perché è uno degli artisti più amati al mondo, dai giovani adolescenti agli adulti, e perché le sue opere si prestano molto bene ad una reinterpretazione multimediale – ha dichiarato Federico Dalgas -. Attraverso la produzione di questo spettacolo abbiamo cercato di comunicare i lavori dell’artista viennese suscitando emozioni grazie non solo alle immagini ma anche alla musica, utilizzando anche la realtà virtuale degli Oculus che permettono di ‘entrare’ nelle opere. Con questi mezzi vogliamo andare incontro a quello che è il linguaggio dei social network, una sorta di esperimento che ci auguriamo riesca e venga accolto soprattutto dai più giovani”.
Padre fondatore della Secessione viennese, Klimt coltivò assieme ad altri artisti il mito dell’opera d’arte totale, quello di una democratizzazione del bello e della creatività. Opere come il Bacio, l’Albero della vita, oppure Giuditta, sono entrate a far parte della cultura popolare. Eppure resta ancora un artista da scoprire e soprattutto da raccontare. Questo è l’obiettivo del nuovo spettacolo; entusiasmare, affascinare, meravigliare il pubblico di giovani e adulti invitandoli ad approfondire la conoscenza dell’uomo e del maestro, la comprensione delle sue opere, la lettura stilistica attraverso la messa in scena spettacolare dei dettagli e della tecnica pittorica.
Eccezionale l’impatto visivo delle oltre 700 immagini selezionate riprodotte dal sistema Matrix X-Dimension, progettato in esclusiva per questa video installazione, che propone al visitatore un’immersione totale, senza soluzione di continuità, in un mondo simbolico, enigmatico e sensuale, dove si realizza il trionfo di un'arte senza tempo e confini: 30 proiettori laser trasmettono sui megaschermi dell’installazione oltre 40 milioni di pixel garantendo una definizione maggiore del Full Hd.
“Questa mostra multimediale è un’esperienza nuova che dà la possibilità di immergersi nelle opere, nelle immagini, nelle invenzioni di un grandissimo artista della modernità come Gustav Klimt – ha commentato Sergio Risaliti -. Crossmedia sta offrendo uno spaccato di futuro a Firenze, la città del Rinascimento. Non siamo a New York, non siamo a Sydney, non siamo a Copenaghen, siamo a Firenze, la capitale fino a poco tempo fa del più puro conservatorismo sulla fruizione dei beni culturali che ora si sta rinnovando, si sta aprendo e facendo moderna, sta avanzando nel futuro.
Parlare di Klimt è parlare di uno dei più grandi artisti dell’occidente, è come parlare di Giotto, Botticelli, Monet, Van Gogh, Modigliani e Picasso: questi grandi artisti sono diventati fenomeni di cultura popolare, amati ed apprezzati da tutti. Klimt nasconde i turbamenti, i drammi interiori della nuova psiche moderna, soprattutto femminile, in quadri di un’eleganza formale straordinaria. Sono poesie piene di bellezza, eleganza, aristocrazia. Klimt è il rappresentante più importante dell’aristocrazia culturale, mentale ed estetica di quell’Europa che tra il 1915 ed il 1918 vedrà finire i suoi sogni di grandezza, bellezza e perfezione.
Il regista Stefano Fomasi è riuscito a trasferire la bellezza delle opere di Klimt in questo spazio rinascimentale. Penso che per il pubblico sarà un’esperienza straordinaria perché i quadri di Klimt attirano e coinvolgono, e vogliono che chi li guarda ci entri dentro”.
“Quando abbiamo cominciato a lavorare su questo progetto sei mesi fa, siamo rimasti colpiti da una frase di Klimt: Chi vuole scoprire qualcosa su di me come artista deve osservare attentamente i miei dipinti e da questi cercare di capire ciò che io sono e che cosa voglio – ha aggiunto il regista Stefano Fomasi -. Quello che abbiamo fatto è stato metterci a disposizione di questa idea, quindi cercare di far osservare nel miglior modo possibile i suoi dipinti e con questo cercare di far capire chi era e chi è ancora oggi Klimt”.
Klimt Experiencesi caratterizza tra l’altro anche per la cura con cui è stato strutturato l’allestimento dell’area introduttiva alla mostra, dove a completamento dei supporti didattici fisici, vengono proposte ai visitatori esperienze integrate di approfondimento per mezzo di tavoli educational multimediali interattivi e degli Oculus Samsung Gear VR, tecnologia avanzata di realtà virtuale sviluppata dalla società milanese Orwell, che consente di entrare all’interno delle opere percependone tridimensionalmente ogni dettaglio figurativo e cromatico. Per l’utilizzo degli Oculus non è previsto un costo aggiuntivo al biglietto d’ingresso.
“Gli Oculus Samsung Gear VR permettono allo spettatore di immergersi all’interno di alcuni dei quadri di Klimt – ha concluso Andrea Antonelli -. L’esperienza parte all’interno del Palazzo della Secessione e permette agli spettatori di avvicinarsi ai dipinti appesi alle pareti: fissando intensamente un quadro alla volta, si viene attratti quasi magneticamente ad esso, che si trasformerà in un vero e proprio gate, un portale verso una dimensione al di là della singola cornice, permettendo a chi indossa gli Oculus di immergersi al suo interno. Ogni quadro farà vivere esperienze differenti, alcune psichedeliche, altre contemplative, altre drammatiche. Per finire, essendo un puzzle game, durante il ‘viaggio’ all’interno di ogni opera è possibile raccogliere oggetti simbolici: una volta terminata la collezione si avrà accesso al gran finale segreto”.