Giovanni Sighele e Luigi Grimaldi sono tra gli autori materiali di Fiorentina.it, portale di informazione sul calcio fiorentino destinato a raggiungere in breve tempo grandi flussi di traffico. "Ci siamo inventati Fiorentina.it quando c'era Cecchi Gori - ricorda Grimaldi, oggi Ceo di Yooplus - e ci accorgemmo con stupore che il dominio Fiorentina.it non era stato registrato, questo perché la Cecchi Gori preferì registrare Fiorentina.CecchiGori... tralasciando invece il nome più semplice. Su quel nome abbiamo lanciato un esperimento dirompente, il primo sito calcistico rivolto ai tifosi".
Il collega Stefano Prizio oggi tra gli opinionisti di Radio Bruno Toscana, ha collaborato con l'Unità ed Il Tirreno, con Canale 10 e Radio Fiesole ed è stato soprattutto un pioniere dell'informazione digitale mettendo il cuore in un grande progetto: "Fiorentina.it era un test per un software nato negli anni '90. Quando arrivai io c'era anche Marco Dell'Olio. Io volevo fare il giornalista ed iniziai a fare giornalismo non essendo giornalista.. provai a raccontare la Fiorentina da tifoso quale ero, mettendoci soprattutto tanta passione.
Con Marco ci accorgemmo da subito di avere un grande seguito fino a trovarci in mano un oggettino che funzionava bene".Il segreto del successo? "Il software prevedeva la partecipazione dei lettori e la gente aveva voglia di parlare e dunque scriveva. C'erano tanti commenti ed era un grosso impegno leggerli tutti, vidimarli e pubblicarli. Rendo merito ancora adesso ad un genio fiorentino, Giovanni Sighele, che ha creato un prodotto di estremo valore".Come è stato accolto il vostro arrivo nei salotti del Calcio? "A quei tempi i siti internet erano tacciati di inaffidabilità..
non entravi neppure in Sala Stampa. Oggi sono mezzi autorevoli, seguiti e rispettati ed io.. sì, io mi sento un po' il babbo di questi giovani di oggi, comunicatori prima ancora che giornalisti".Una figura dirompente la tua, ci sono episodi che hanno segnato la tua crescita professionale? "Servirebbe un libro per contenerli tutti.. già, ora che mi ci fate pensare andrebbe fatta davvero una raccolta degli aneddoti curiosi e formativi.
Magari con Marco lo faremo, perché si è trattato veramente di una esperienza straordinaria".Un altro collega animato da grande passione, Cristiano Lucchi, muoveva i primi passi alla periferia di Firenze: "Altracittà.org nasce a metà degli anni '90 sul server Dada con molte sperimentazioni sul linguaggio Html e sulle immagini. Io invece nasco Direttore e poi divento redattore.. ho fatto carriera al contrario.
Il giornale era diviso in tre sezioni: "Le Piagge" (il quartiere) "Metropolis" (la città) "Mondialità" (il mondo) che dopo 4 anni sarebbe diventato "Globalizzazione" dove parlavamo di migranti, di economia internazionale in pericolo e di guerre.. argomenti lontanissimi, vero?".
Tutto nasceva all'ombra de Le Piagge. "Proprio all'ombra.. negli scantinati della periferia, dove già agiva la Comunità di Don Santoro, con riunioni di redazione che coinvolgevano anche 20 persone e con un aiuto economico che ci arrivò dall'allora Comunità Europea". Contatti? "Da tutta Italia.. ed era una grande soddisfazione portare la periferia ovunque. Noi eravamo scontenti di come l'informazione trattava la periferia senza raccontare le azioni virtuose che venivano invece svolte: ricordiamoci che il micro credito nasce sul pianerottolo di quelle case fuori dal centro città, con contributi di 25 mila lire a testa per persone che finivano in mano agli usurai per uno scaldabagno rotto.
Oggi il micro credito fa girare 2 milioni e mezzo di Euro. Altro esempio sono le mail a tematica sociale che proponevamo di indirizzare all'Amministrazione locale e statale come monito.. era il Change.org di adesso." C'era una linea editoriale ben marcata "Discutevamo per ore dalle siepi dei giardini che non erano state tagliate alle case popolari vuote fino ai temi forti.. tanto da ritrovarci parte del percorso verso il Social Forum. Per l'evento fiorentino diventai un punto di riferimento della stampa internazionale grazie all'esperienza acquisita su tematiche sociali nell'informazione prodotta dal basso".Eri un opinion leader?"Inascoltato..
mi verrebbe da dire. Davanti alla crisi di oggi se prendessimo in mano i documenti prodotti nel 2000 dovremmo dare la colpa ai politici di non aver saputo leggere. C'erano già i problemi che sarebbero emersi e c'erano le risposte".Oggi Internet è cresciuto, ti fa più piacere o paura? "Ci sono forti pressioni sull'informazione. Viviamo nella logica dei click e questo svaluta il nostro lavoro: il giornalista produce notizie accattivanti fino a risultare produttore di bufale e questo uccide il giornalismo.
Sono preoccupato inoltre per l'accumulo totalitario dei nostri dati da parte delle grandi Corporation, è un pericolo per la democrazia se pensiamo che in alcuni paesi vengono represse le manifestazioni semplicemente prevedendole attraverso i flussi dati tra utenti. Temo il controllo dei dati sensibili, come foto personali e pensieri espressi liberamente sui Social, che ci rende "ricattabili" e temo il controllo in ambito lavorativo con dipendenti oramai monitorati a distanza.
L'idea della cartella clinica on line poi.. una società assicurativa potrebbe non farci una polizza perché capace di prevedere la nostra aspettativa di vita. Ci sono anche aspetti positivi come la possibilità di condividere dati che altrimenti resterebbero all'oscuro della popolazione anche se in realtà chi lo fa finisce per essere perseguito dalle democrazie liberali occidentali come soggetto pericoloso.. un paradosso". Internet è la rete che intercetta tutto, serve ancora chi viaggia controcorrente? "Sarò sempre in direzione ostinata e contraria..
Anche nell'ultimo progetto La città invisibile, 20 anni dopo, una rivista ordinabile anche in formato cartaceo, c' è ancora tanto di quel giornalismo che si smarca dal potere e restituisce un immaginario diverso dal pensiero predominante, un pensiero distante dalla massa fortunatamente a prescindere da internet".