In una lettera indirizzata ai Comuni di Firenze e Bagno a Ripoli, che hanno presentato tramite stampa nei giorni scorsi “un progetto mai partecipato di riqualificazione delle Gualchiere di Remole”, proprietà del Comune di Firenze ma ubicate nel territorio di Bagno a Ripoli, le due associazioni esternano senza mezzi termini la propria indignazione.
Dopo aver tentato invano di alienare tramite asta pubblica quello straordinario bene storico, da marzo 2019 le due Amministrazioni annunciano di voler “condividere con i cittadini un percorso serio e concreto” per la riqualificazione di un tesoro abbandonato al degrado da decenni.
“Ma questo coinvolgimento non c’è stato”, lamentano le associazioni. “Al contrario, sostengono, i due Comuni non hanno mai risposto alle richieste di trasparenza sulla documentazione tecnico-progettuale presentata alla Soprintendenza, né sul percorso partecipativo ipotizzato. Non hanno risposto neppure all’invito rivolto loro dal Difensore Civico della Toscana a dare riscontro alle domande legittimamente formulate”.
E non basta: l’assessore fiorentino competente, titolare della delega al Patrimonio non abitativo, parla di un “gruppo tecnico” per “elaborare le strategie di recupero funzionale da poi inserire nel bando per la valorizzazione culturale del complesso”. Ma anche qui le associazioni non sono state invitate, e vogliono vederci chiaro. Quindi chiedono: “Quali sono i componenti di questo “gruppo tecnico”? Con quali criteri sono stati scelti? Quali requisiti mancano a Italia Nostra e a Idra per essere ammesse al percorso di riqualificazione delle Gualchiere di Remole?”.
Si rivendica in altre parole il diritto a partecipare a un cantiere di idee che ha visto tante realtà civili ‘adottare’ questo monumento medievale, scuole incluse. Italia Nostra e Idra, del resto, “si battono da lungo tempo e con convinzione per il recupero pubblico del ‘villaggio dell’arte in riva d’Arno’ a supporto dello scultore-sentinella Piero Gensini, grazie al quale quel lembo prestigioso di civiltà medievale è ancora vivo e vissuto”.
Perciò hanno preso carta e penna e hanno formalizzato una comune istanza di partecipazione al procedimento e accesso agli atti. L’hanno inviata per opportuna conoscenza, scrivono, anche alla Soprintendenza alle Belle Arti e al Paesaggio e, nuovamente, al Difensore civico, “con l’auspicio che intervengano in tutela dei diritti dei cittadini e della qualità della progettazione”.
Ma anche a due nuovi destinatari, il Genio Civile della Regione Toscana e il Consorzio di bonifica Medio Valdarno, giacché si apprende che agli interventi ipotizzati metteranno mano anche le loro competenze.