Metti un pomeriggio a casa di Monica Caleffi:
Insomma alla fine hai giocato anche quest'anno.
Che ci vuoi fare, mi hanno intortato. Mancavano degli elementi in difesa per via delle espulsioni e delle squalifiche, così mi hanno chiesto di giocare e l'ho fatto.
Che partita è stata?
Abbiamo retto fino al 32esimo, poi sono venuti fuori loro. Eravamo in formazione rimaneggiata.
Il segno l'hai lasciato anche quest'anno, con quel tiro che è valso la mezza Caccia.
Il braccio ce l'ho ancora, dice toccandosi il braccio destro, solo dovevo badare a difendere. Un paio di volte ero anche libero davanti in buona posizione, ma non mi hanno dato la palla. Non mi hanno sentito, ho la voce bassa.
Dovevi prendere un megafono, dice Monica.
Se hai una mano occupata combini poco a questo gioco, per giocare servono entrambe le mani.
Dovresti dotarti di un microfono ad archetto come un istruttore di acqua gym.
Ride, lo sai bellino.
Dopo l'accesso dei Verdi alla finale, qualcuno della stampa, che ventilava la tua presenza in finale, ti dava in gran forma.
E che dovevano scrivere, la verità è che non mi sono allenato mezza volta. Ho giocato e basta.
Che sensazioni ti ha dato scendere di nuovo in campo?
Ancora potrei fare la differenza, però ormai sono arrivato ad un punto che mi preoccupo di più per quello che posso fare agli altri che viceversa. Questo è un gioco basato sulla forza fisica, sulla furbizia, c'è poco da fare devi aver l'istinto del killer. Se ti metti a pensare che quello deve tornare a casa dalla mamma con un dente in meno o dalla fidanzata con l'occhio spappolato, poi non fai più nulla. Diversi anni fa invece non ci pensavo, per questo quando hanno messo il tetto per gli over 45 hanno fatto un gran cavolata.
Comunque quest'anno c'è stato qualcuno che ti ha fermato.
Vero, il primo l'ho costretto a battere la manina in segno di resa, al secondo, che mi bloccava alla balaustra, gli ho detto, senti coso se non ti levi di qui mi tocca picchiarti e non l'ho visto per tutta la partita.
Dimmi la tua sul regolamento o sulle decisioni che sono state prese in questi ultimi anni.
Non esiste sospendere una partita come è successo l'anno scorso - 2014 -, se quello non esce, prendi provvedimenti dopo, ma non metti fine alla partita. L'unica ragione può essere un'invasione di campo ed allora chiami la polizia, l'esercito e che se la vedano loro. Anche a non far giocare la finale si sono assunti una bella responsabilità, se succedeva qualche anno fa sarebbe stato un casino.
Non trovo giusto neanche la faccenda degli espulsi, la gente deve rimanere in campo. Troppo facile per uno di 100 kili dare una fiammata di lato ad un altro e farlo volare in tribuna, cavandosela poi uscendo dal campo e magari vantandosi di aver tirato. Perché non rimani in campo, nel frattempo quello si dà una spugnata, si riprende e poi vediamo come va a finire.
Stessa cosa per le squalifiche. Se si ritiene che un Calciante abbia avuto un comportamento inglorioso verso un avversario e verso Firenze, niente squalifiche. Radiazione e non se parla più.
Hai sempre un’opinione positiva di Michele Pierguidi?
Parlo per me, forse altri non saranno d'accordo. Sì, lui è uno che si confronta, ti sta a sentire è comunque una figura che vuol bene al Calcio Storico.
Gianluca se ne va sulla sua Triumph Bonneville, in pantaloni corti e infradito incurante degli scarichi in evidenza della moto inglese “ci sono abituato,”.
E così a Monica viene in mente di domandargli:
Ma non avevi lo scooter?
Me l'hanno pizzicato, che vuoi, non c'è più rispetto.
foto Monica Caleffi