Sono i Prefetti i soggetti cui è stato rimesso il gravoso compito di salvare imprese, cittadini e territorio da un’epidemia in grado di mettere in ginocchio l’economia. Il ruolo di mediazione sociale dei Prefetti è il meno noto dei compiti istituzionali di queste figure pubbliche. Alla luce del DPCM 22 marzo 2020 la loro attività è diventata poi una funzione vitale per molte aziende del nostro territorio. E’ infatti il Prefetto che ha il compito di esaminare le migliaia di comunicazioni delle aziende che intendono continuare la loro attività a fronte di una loro ritenuta indispensabilità produttiva, per il rapporto di filiera con industrie strategiche. Dalle prime informazioni che sono state diffuse a livello nazionale pare che le Prefetture siano in una situazione di grave impegno e stiano facendo ogni sforzo possibile per esaminare tutte le migliaia di domande pervenute.
La Camera di Commercio di Prato, in accordo con la Prefettura di Prato, per venire incontro alle esigenze delle aziende, rende disponibile, sul proprio sito, l’elenco delle imprese (sedi e unità locali) della provincia di Prato che, senza comunicazione al Prefetto, possono continuare a operare, comunque solo con riferimento ai codici Ateco contenuti nell'allegato 1 del DM del 25 marzo 2020 e negli allegati 1 e 2 del DPCM dell'11 marzo 2020, fermo restando il pieno rispetto delle norme di sicurezza a tutela della salute dei lavoratori e promuovendo al massimo il lavoro agile. L’elenco è da considerarsi in costante aggiornamento a seguito delle istanze telematiche di iscrizione/variazione/cessazione inviate alla Camera di Commercio.
“Il sistema camerale, grazie al Registro delle Imprese, dispone di un patrimonio informativo che ci permette di essere accanto alle imprese anche in questo difficile momento, - commenta Luca Giusti, presidente della Camera di Commercio di Prato – sul sito della CCIAA è possibile accedere a tutte le informazioni utili a fare chiarezza sull’emergenza in corso, servizio reso possibile grazie alla grande disponibilità di tutto il personale della Camera. Fra le molte informazioni utili alle aziende si aggiunge oggi anche l’elenco delle aziende del territorio pratese che, alla luce dei recenti decreti, possono continuare ad essere operative e quindi svolgere la propria attività.”
“L’emergenza Covid 19 rischia di falcidiare le imprese del distretto pratese e pistoiese”. A lanciare l’allarme è CLAUDIO BETTAZZI, presidente di Cna Toscana Centro che, pur ritenendo prioritarie e irrinunciabili le misure imposte dal Governo per limitare i contagi da coronavirus, snocciola con preoccupazione i dati di un primo report effettuato su tutti gli associati a distanza di un solo giorno dall’entrata in vigore del lookdown generale. “Il quadro di crisi che emerge da questo primo monitoraggio è pesantissimo – rileva infatti Bettazzi - Oltre il 50% della nostra base associativa ha chiuso i bandoni e non esercita più alcuna attività.
Parliamo di oltre 3.000 imprese totali su Prato e Pistoia, un numero impressionante, e se guardiamo al nostro indotto dei lavoratori, considerando la media toscana poco al di sotto dei 2 addetti per impresa, significa che almeno oltre 10.000 dipendenti sono a casa senza poter lavorare, e per migliaia è già scattato il ricorso alla cassa integrazione.Le cifre dei nostri uffici parlano chiaro: ad oggi le domande di ammortizzatori sociali tra Prato e Pistoia riguardano oltre 500 aziende per 3.500 lavoratori mentre si registra un boom di 400 richieste per l’attivazione del bonus da 600 euro.
Non solo. Anche nelle attività legate alle filiere essenziali, con codici Ateco che autorizzano la produzione, ci segnalano un’operatività ridotta al 20-30%, quindi ben lontana dal trend che ci saremmo aspettati. Va da sé che la preoccupazione è altissima, sia per i rischi sul fronte sanitario sia per la tenuta dei sistemi economici. Nell’ultima direzione - prosegue Bettazzi - ci siamo confrontati con tutti i settori – dal manifatturiero all’impiantistica, edilizia, turismo e commercio, servizi, liberi professionisti, settore legno, meccanica e via dicendo – e i problemi denunciati sono gli stessi per tutti: un sistema di pagamenti che rischia di saltare sia perché committenza e clienti non riescono a tener fede agli impegni sia per il crollo della produttività, con pesanti picchi nel comparto contoterzi.
Mi sento di richiamare tutti al massimo senso di responsabilità su questo, per non mettere a forte rischio le filiere produttive. La crisi di liquidità non risparmia nessuno e già costringe molti piccoli imprenditori ad attingere ai patrimoni personali, anche per tener fede alla riconversione degli impianti, per non parlare poi dell’estrema difficoltà nel reperire materie prime e forniture da pare di chi lavora per le filiere essenziali, seppur a cicli ridotti”. E’ chiaro che, prosegue Bettazzi, “ i nostri imprenditori tengono duro, vogliono fare la propria parte con grande senso di responsabilità per aiutare il Paese a vincere la guerra contro il coronavirus e produrre tutto ciò che può servire soprattutto al sistema sanitario e alla comunità, ma è evidente che nessuno uscirà da questa pandemia come c’è entrato.
Dobbiamo già adesso agire guardando al futuro, consapevoli che bisognerà ripensare il nuovo modello di sviluppo dei territori, delle città, dell’economia in generale. Oggi, come dice Draghi, viviamo una tragedia umana di proporzioni bibliche e le azioni che i governi stanno intraprendendo per scongiurare la crisi dei loro sistemi sanitari sono coraggiose e necessarie, e devono essere sostenute. Ma l’aumento del debito pubblico dovrà andare di pari passo con misure di cancellazione del debito privato.
Il ruolo dello Stato è proprio quello di usare il bilancio per proteggere i cittadini e l’economia dagli shock di cui il settore privato non è responsabile e che non può assorbire. I sussidi di occupazione e di disoccupazione e il rinvio delle scadenze per le imposte sono passi importanti che sono già stati introdotti da molti governi, ma proteggere l’occupazione e la capacità produttiva in un momento di drammatica perdita di guadagni richiede un sostegno immediato in termini di liquidità.
È un passo essenziale per tutte le aziende, per poter coprire le spese di gestione durante la crisi, sia per le grandi sia, ancor di più, per le piccole e medie imprese, per i lavoratori e imprenditori autonomi”.
"Alle imprese è raccomandato un utilizzo responsabile della possibilità di prosecuzione, ed esclusivamente per i casi individuati dal decreto. Ma il dato che colpisce è che ben 1.500 siano le domande dirette al Prefetto di Livorno provenienti dalla provincia nella quale risiedo. Un segnale di vitalità, un messaggio di forza per una porzione di territorio toscano colpito dalla gravi crisi delle due aree industriali di Livorno e Piombino. Siamo fiduciosi che l’affidare alle Prefetture il gravoso compito di contemperare le esigenze della prevenzione e della sicurezza dei lavoratori con quella altrettanto stringente di vedere garantire al paese la continuità produttiva, consentirà di trovare una soluzione adatta al gravoso momento storico.
Usciremo dalla crisi Covid19 solo attraverso il mantenimento delle nostre medie e piccole attività. Solo così potremo garantire il futuro della nostra comunità, già in gravi difficoltà ed oggi di fronte ad un pericoloso baratro che potrebbe vederla sprofondare nella povertà". Così in una nota l'On. Manfredi Potenti, membro della II Commissione Giustizia della Camera dei Deputati nonché Segretario della Commissione speciale d'inchiesta Ecomafie.
L'emergenza Codiv-19 colpisce in modo significativo la città-porto di Livorno. Preoccupa in particolare la situazione di Porto Livorno 2000 e dell'indotto imprenditoriale legato al traffico passeggeri, in particolare al segmento del crocierismo. I Decreti che si sono susseguiti nelle scorse settimane hanno istituzionalizzato la crisi del traffico passeggeri nei porti italiani. Nel porto di Livorno la maggior parte delle navi schedulate per la stagione estiva è stata cancellata e le rimanenti seguiranno la stessa sorte. Il flusso passeggeri per la Sardegna e la Sicilia è stato bloccato con un conseguente calo del traffico passeggeri legato ai traghetti.
"Di fronte a questo scenario io e l'assessora al Porto e integrazione città porto Barbara Bonciani, abbiamo chiesto ad Adsp MTS e Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno una riunione per monitorare la situazione economica di Porto Livorno 2000 e la tenuta sociale della città, non solo per i lavoratori dell’azienda, ma per l’intero comparto imprenditoriale legato al traffico passeggeri -interviene il sindaco di Livorno Luca Salvetti- La riunione da noi convocata il prossimo 1 aprile intende, non solo monitorare la situazione contingente, ma anche concordare soluzioni capaci di andare incontro alle esigenze attuali del trasporto marittimo, dando supporto alla situazione economica della Porto 2000, tutelando la tenuta sociale dei lavoratori e della città .Le richieste raccolte nelle scorse settimane dall’assessorato porto provenienti dalle categorie e il confronto con la Capitaneria di porto, per ciò che attiene alla riduzione del flusso navi e alle opportunità che ne derivano in termini di riconversione temporanea delle aree portali hanno fatto emergere l’opportunità di convogliare le esigenze attuali delle merci che in un momento di stop della produzione rischiano di non poter giungere a destinazione, con quella di crisi del settore passeggeri.
L'idea che io e l'assessora Bonciani proporremo al Presidente Corsini e al Presidente Breda, è quella di pensare ad una riconversione temporanea delle aree inutilizzate per il venir meno del traffico passeggeri da crociere per dare una risposta compensativa alle necessità delle merci che in questo momento non possono arrivare a destinazione.Questa proposta, insieme alle altre che emergeranno nel corso della riunione intende aprire un percorso costruttivo fra città, istituzioni portuali e categorie finalizzato a definire strategie comuni per monitorare e supportare la crisi attuale che colpisce il nostro porto e la nostra città.Siamo tuttavia consapevoli che la questione delle necessità attuali in termini di stoccaggio delle merci dovrà essere affrontata in termini più ampi, pensando anche alle opportunità offerte dalle aree dell’Interporto Amerigo Vespucci.
Non dimentichiamo che il porto costituisce il principale motore economico e di tenuta sociale della città e che in questo momento le aziende della filiera logistica e i lavoratori portuali stanno compiendo sacrifici importanti per continuare a svolgere un'attività fondamentale per la città e per l’Italia nel suo complesso consentendo quel trasporto di beni di prima necessità necessario per tutti .In questo momento così critico dal punto di vista sanitario, economico e sociale diviene fondamentale rinsaldare il legame tra comunità portuale e città per offrire supporto agli operatori e agevolare lo studio di soluzioni che vadano incontro alle loro necessità.Tutto questo nell’ottica di favorire la tenuta economica e sociale della città porto di Livorno".
"Per l'ennesima volta -afferma Elisa Montemagni, Consigliere regionale della Lega, nella sua veste di Responsabile Enti locali della Toscana- Conte ed il suo governo confermano la loro totale inaffidabilità, giocando indegnamente con il futuro di tanti toscani ed italiani in difficoltà, promettendo soldi che non sono nelle attuali disponibilità dei Comuni." "Inutile e dannoso, dunque-prosegue l'esponente leghista-fare conferenze stampa fornendo numeri che forse, ad oggi, sarebbero utili solo per giocare al lotto." "In effetti -precisa Montemagni- i tanto sbandierati miliardi di euro non sono nelle disponibiltà dei Sindaci che, da domani, dovranno, loro malgrado, dare delle risposte ai cittadini della nostra regione che si trovano in palesi difficoltà economiche, causa il Coronavirus." "Anche le modalità di teorica suddivisione delle ipotetiche risorse-sottolinea il Consigliere- è avvolta in una cortina pressochè impenetrabile." "Insomma -conclude Elisa Montemagni -Conte ed il suo Governo stanno, per l'ennesima volta, dando ampia dimostrazione d'incapacità politica, con l'aggravante di prendere in giro i nostri concittadini, alle prese con l'angoscia del virus e con i portafogli sempre più vuoti."
La Presidente dell’area territoriale Pistoia Città di CNA Toscana Centro - Elena Calabria - ed il delegato Riccardo Castellucci intervengono per sollecitare (ma l’area di Pistoia è competente solo per Pistoia e Serravalle) tutte i soggetti istituzionali del territorio a progettare le misure propedeutiche alla ripartenza, da attivare quando l’emergenza Covid 19 sarà finalmente alle spalle. Serve subito un confronto con tutte le forze datoriali e sociali per la tenuta dell’economia territoriale.
“La tutela della salute collettiva deve rappresentare la prima priorità per tutti e su questa è necessaria la massima fermezza, nel rispetto delle attuali misure di contenimento del contagio e se necessario, del loro potenziamento – sottolineano infatti Calabria e Castellucci – al tempo stesso però siamo molto preoccupati per le negative ricadute economiche sulle imprese e sui cittadini, visto che questa emergenza è destinata a mutare radicalmente il nostro tessuto produttivo e la vita di tutti noi.
In questo senso, il Decreto Cura Italia con un primo stanziamento di 25 miliardi da parte del Governo per famiglie, lavoratori e imprese ha fornito un plafond di risorse utili nell’immediatezza dell’emergenza ma queste risorse non saranno sufficienti a proteggere lavoro autonomo e piccole imprese con interventi adeguati alla gravità della situazione”. Ecco perché – proseguono i dirigenti di CNA Toscana Centro – “fin d’ora e anche a livello locale è necessario utilizzare tutti gli strumenti possibili per superare questo momento, progettando e programmando le misure che serviranno a far ripartire le aziende, perché non possiamo lasciare solo alla capacità dei singoli il superamento di una fase che si preannuncia dura e difficile, senza precedenti.
Di fatto, è necessario aprire subito un tavolo di confronto con le categorie economiche per mettere a punto un vero e proprio Piano Straordinario, in cui tutti i protagonisti istituzionali locali, le organizzazioni e le forze sociali dovranno essere coinvolte e responsabilizzate. Molti Comuni, a partire da Pistoia, finora si sono limitati a sospendere il pagamento dei tributi fino a giugno: intervento apprezzato ma che di certo avrà l’effetto di una goccia nel mare.
Dobbiamo partire dalla consapevolezza collettiva della necessità di introdurre scelte coraggiose ed irripetibili, anche valutando strumenti finanziari specifici che l’Amministrazione Comunale potrebbe attivare, non solo per la sospensione dei tributi, ma per la copertura almeno parziale degli stessi (Imu, Tari, Cosap, Addizionali) ed il dilazionamento a lungo termine del residuo. Non possiamo permetterci di attendere la prima occasione di variazione del Bilancio Comunale per agire ma dobbiamo attivarci subito per lavorare alla ripartenza, unendo agli strumenti economici del Governo gli altri necessari elementi di competitività, a partire dall’applicazione delle misure di tutela per le Pmi previste dalla Legge Regionale Appalti Pubblici, dallo snellimento delle procedure burocratiche inerenti la gestione d’ impresa e la vera lotta all’abusivismo.
La CNA è pronta a dare il suo contributo, in un confronto aperto con tutte le forze sociali affinchè il nostro territorio possa e sappia rialzare la testa in un prossimo futuro”.
"La Regione Toscana segua l'esempio virtuoso di altre regioni come la Lombardia, e proroghi al 30 giugno, senza applicazione di sanzioni ed interessi, il pagamento delle tasse regionali, del bollo auto e dell'Irap, la tassa che riguarda le imprese. I Comuni, dal canto loro, rinuncino per quest'anno alla riscossione della Tari. Sono provvedimenti indispensabili per aiutare imprese e famiglie in questo momento drammatico di crisi". Lo chiede il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (Forza Italia). "Il provvedimento regionale - sottolinea Stella - deve riguardare gli adempimenti tributari e i termini dei versamenti che scadono nel periodo compreso tra l'8 marzo 2020 e il 31 maggio 2020 per chi ha il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa in Toscana, riguardo l'Irap, addizionale regionale Irpef, bollo auto, e tassa sulle concessioni.
Gli adempimenti e i versamenti sospesi, potranno essere regolarizzati, senza applicazione di sanzioni ed interessi, in un'unica soluzione entro il 30 giugno 2020. In caso di protrarsi dell'emergenza, si dovranno prendere nuovi provvedimenti di proroga". "Chiediamo poi che i Comuni della Toscana sospendano la riscossione dei canoni di affitto degli alloggi popolari fino al termine dell'emergenza Coronavirus. In questo momento di grande difficoltà, gli Enti Locali - evidenzia Stella - devono venire incontro ai bisogni dei cittadini, provati economicamente dalla chiusura di quasi tutte le attività commerciali, fabbriche e imprese.
Per questo è necessario sospendere, per adesso, il pagamento degli affitti per chi risiede in alloggi del patrimonio residenziale pubblico, aiutando così le famiglie".
Il Comune di Empoli sta lavorando a provvedimenti che riguardano i servizi alla persona e la scuola, ma anche le imprese e il commercio. Per il commercio si andrà verso l’azzeramento del Canone Occupazione Spazi ed Aree Pubbliche per gli ambulanti dei mercati e per gli esercizi pubblici con dehor esterni relativo al periodo di chiusura dell’attività. Fortissima riduzione o nessun pagamento per il periodo di chiusura dell’attività dovuta a Covid19 anche per l’imposta di pubblicità.
Il sindaco di Empoli Brenda Barnini ha spiegato: «Abbiamo avviato una discussione con Alia per andare verso il rinvio e lo spostamento del pagamento delle bollette TARI, questo per prendere tempo e ridiscutere le tariffe considerato il periodo di inattività delle imprese. È un modo per, a livello comunale, stare vicino alle famiglie e agli imprenditori».