La rete della filiera corta di Coldiretti sta rilanciando attraverso il recupero e la riscoperta di molte specie vegetali e animali o produzioni agricole che erano state abbandonate rischiando di scomparire dalle nostre tavole. Il panettone contadino è prodotto con metodo tradizionale, con cottura al forno a legna, utilizzando esclusivamente ingredienti Made in Toscana di aziende agricole del pistoiese da uno degli agricoltori custodi che hanno contribuito a recuperare, valorizzare e fare conoscere ai consumatori i “sigilli di Campagna Amica”, ovvero i prodotti della biodiversità agricola che nel corso dei decenni sono stati strappati all’estinzione o indissolubilmente legati a territori specifici. A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base del censimento curato dall’Osservatorio sulla biodiversità istituito dal Comitato scientifico di Fondazione Campagna Amica.
“I sigilli – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – sono i prodotti agricoli ed animali testimonial della nostra tradizione agricola. I sigilli valorizzano, insieme al prodotto, l’imprenditore agricolo, a cui va il merito di aver continuato a conservare semi antichi, piante centenarie e razze autoctone legate da secoli alla storia del nostro paese. I nostri mercati di Campagna Amica, 42 quelli che settimanalmente si alternano nelle piazze di città e borghi, di cui 4 coperti, e ai centinaia di punti vendita disseminati in tutta la regione, sono il canale privilegiato per trovarli ma anche il canale commerciale attraverso il quale sono tornati protagonisti delle nostre terre, delle nostre stalle e delle nostre tavole”.
Il panettone contadino di Fabio Bizzarri dell’azienda agricola bio “Il Sottobosco”, uno dei contadini eroici toscani, nasce dalla consapevolezza dell’importanza di valorizzare prodotti intimamente legati al territorio e alla tradizione contadina attraverso nuovi prodotti. La semplicità è il suo segreto. E’ una delle novità al debutto, lo scorso weekend, al mercato di Campagna Amica di Pistoia. “Il panettone del Sottobosco è fatto – spiega Bizzarri, produttore della rete Coldiretti-Campagna Amica che si è specializzato anche nella panificazione - con burro di allevamenti della montagna, con farina delle colline del Montalbano pistoiese, e poi ha altre peculiarità: usiamo lievito madre al sacco, quindi non in polvere, che viene lasciato lievitare per 24 ore ed è cotto in forno a legna. Tutti gli ingredienti sono agricoli e provengono da aziende del territorio. Al posto dei canditi ci sono i nostri frutti di bosco”.
Sono 22 i “Sigilli” toscani inseriti nel censimento nazionale e a loro volta censiti tra i prodotti agricoli tradizionali toscani, 26 i contadini custodi che li producono garantendone la sopravvivenza attraverso la vendita diretta. Si tratta del carciofo Sanminiatese, varietà selezionata dai contadini due secoli fa, della ciliegia di Lari, del fagiolino Zolfino, del Marrone di Caprese Michelangelo, del Mucco Pisano, della patata bianca del Melo, del pecorino a latte crudo abbucciato, del pecorino di latte crudo di Pistoia, del pecorino delle Balze Volterrane, della pesca Regina di Londa, del pomodoro grinzoso Sanminiatese, del pomodoro Pisanello, del raviggiolo di latte vaccino del Mugello, del suino di Cinta Senese, della vacca Calvana, dello Zafferano delle Colline Fiorentine (Zima di Firenze), della zucchina Mora Pisana a cui si sono aggiunti l’aglione della Valdichiana, il fagiolo di venanzio, la piatella pisana, il fagiolo piattello, il pomodoro perina a punta della Valtiberina, del fico di Carmignano e del testarolo.
In Italia nel secolo scorso – sottolinea la Coldiretti – si contavano 8.000 varietà di frutta, mentre oggi si arriva a poco meno di 2.000 e di queste ben 1.500 sono considerate a rischio di scomparsa, ma la perdita di biodiversità riguarda l’intero sistema agricolo, dagli ortaggi ai cereali, dagli ulivi fino ai vigneti. “La difesa della biodiversità non ha solo un valore naturalistico, ma è anche il vero valore aggiunto delle produzioni agricole Made in Italy – conclude il presidente di Coldiretti Toscama, Filippi - Investire sulla distintività è una condizione necessaria per le imprese agricole di distinguersi in termini di qualità delle produzioni e affrontare così il mercato globalizzato salvaguardando, difendendo e creando sistemi economici locali attorno al valore del cibo”.