Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione offre un sostegno a coloro che hanno perso il lavoro a seguito di importanti mutamenti strutturali del commercio mondiale dovuti alla globalizzazione, ad esempio in caso di chiusura di un'impresa o delocalizzazione di una produzione in un paese extra UE, oppure a seguito della crisi economica e finanziaria mondiale.
Nel periodo 2013-2014 complessivamente 27.610 lavoratori licenziati a causa della crisi economica e degli effetti della globalizzazione hanno beneficiato del sostegno del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) nella ricerca di nuove opportunità di lavoro. Da una relazione adottata oggi emerge che durante tale periodo il FEG ha erogato oltre 114,4 milioni di EUR per sostenere i lavoratori di 13 Stati membri (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Romania e Spagna) nei processi di transizione e nel passaggio a nuove opportunità di lavoro.
Con qualche ritocco per migliorarne il funzionamento, il Fondo è stato confermato per il periodo 2014-2020 quale espressione della solidarietà dell'UE. Fino al temine del 2017 rientrano nel campo di applicazione del FEG anche i NEET (giovani che non lavorano e non partecipano ad alcun ciclo di istruzione o formazione) residenti in regioni ammissibili nell'ambito dell'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile.
Il FEG dispone di una dotazione annua massima di 150 milioni di euro per il periodo 2014-2020 e può finanziare fino al 60% del costo di progetti destinati ad aiutare i lavoratori in esubero a trovare un altro impiego o avviare una propria attività.
In linea di massima, il Fondo può intervenire soltanto in caso di oltre 500 esuberi da parte di un'unica impresa (inclusi i suoi fornitori e produttori a valle), oppure di un elevato numero di esuberi in un determinato settore o in regioni confinanti.
I casi che prevedono un intervento del FEG vengono gestiti ed attuati dalle amministrazioni nazionali e regionali. Ogni progetto ha una durata di 2 anni.
Le domande di finanziamento possono essere presentate soltanto dagli Stati membri. Le singole persone, le associazioni di categoria e i datori di lavoro interessati dagli esuberi e che desiderano avvalersi del sostegno del Fondo a favore dei soggetti colpiti sono pertanto invitati a contattare i referenti nazionali.
Il FEG può cofinanziare progetti comprendenti misure quali:
- assistenza nella ricerca di un impiego
- orientamento professionale
- istruzione, formazione e riqualificazione
- guida e tutoraggio
- imprenditorialità e creazione di nuove aziende.
Può anche fornire indennità per la formazione, mobilità/ricollocamento e di sussistenza.
Il FEG non finanzia misure di protezione sociale, come pensioni o indennità di disoccupazione.
La differenza sostanziale tra i fondi strutturali e di investimento e il FEG sta nel fatto che i primi, in particolare il Fondo sociale europeo, si pongono in una prospettiva più strategica e a lungo termine, anticipando e gestendo l'impatto sociale e il cambiamento industriale con misure come l'apprendimento permanente, mentre il secondo offre ai lavoratori un sostegno individuale e limitato nel tempo.
Per l'Italia le richieste di contributo vengono presentate dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, su iniziativa degli attori locali interessati. La Regione Toscana, nella vecchia programmazione, ha aderito al Piano di ricollocazione del personale in esubero da AGILE srl e da DE Tomaso.
Il progetto ha attivato nei confronti dei lavoratori target, in totale 26 per Agile srl e 131 per DE Tommaso in Toscana, un pacchetto coordinato, mirato e personalizzato delle seguenti misure di politica attiva:
a) orientamento professionale di baseb) servizi specialistici di orientamento professionale e bilancio delle competenzec) out-placement e assistenza alla ricerca attiva di un'occupazioned) formazione e riqualificazione professionale mediante voucher formativoe) assistenza all'auto-imprenditorialitàf) misure di sostegno all'assunzione mediante bonus rivolti alle imprese che assumonog) voucher di conciliazioneh) voucher integrativi per le spese sostenute dai lavoratori per la frequenza dei corsi di formazione.