"Con Igor Mitoraj – ha detto il Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, Cristina Acidini - scompare la figura unica di un grande artista del nostro tempo che, attingendo alla creatività profondamente colta delle origini mitteleuropee e della formazione parigina, ha saputo creare un mondo parallelo in cui, per il tramite dei suoi bronzi, abitano tra noi gli dei, gli eroi, le fantasime dei miti arcaici d’Occidente. Vicino, per suo sentire e per sua scelta, all’immenso patrimonio d’archeologia e d’arte sedimentato dalla Storia nei musei e nei giardini storici di Firenze, Mitoraj ha voluto in più occasioni manifestare questa sua appartenenza ideale, integrando le sue opere alle raccolte permanenti, in occasione di belle mostre e di doni preziosi, per i quali si torna a manifestare gratitudine”.
Dell’artista nato in Germania ma cresciuto a Cracovia, in Polonia, oggi al Polo Museale Fiorentino sono rintracciabili numerose testimonianze della sua vicenda artistica.
Resta innanzi tutto la grande scultura del Tindaro screpolato nel Prato dei castagni del Giardino di Boboli, donato dopo la sua mostra antologica del 1999.
Rimangono poi 16 disegni donati nel 2000 al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi.
Rimane, infine, il Doppio Autoritratto in bronzo, donato alla Galleria degli Uffizi – e entrato nella collezione degli Autoritratti del Novecento, parte della quale è in mostra nell’ultimo tratto del Corridoio Vasariano – nel dicembre 2003 su richiesta dell’associazione Amici degli Uffizi.