Il Comune di Firenze non riesce a vendere le Gualchiere di Remole per 2,2 milioni di Euro. Asta deserta, nessuna offerta di interesse a rilevare il complesso sull'Arno tra Bagno a Ripoli e Firenze. Esultano i cittadini. "Si lavori per salvarle e mantenerle pubbliche” si affrettano a chiedere le opposizioni di Palazzo Vecchio.Una ristrutturazione costerebbe 5 milioni di Euro, questa la stima capitolato alla mano. Un privato potrebbe convertire il rudere abbandonato in un resort di lusso full optional, dalla rendita assicurata. L'alternativa è l'uso pubblico, ma si tratterebbe poi di curarne la manutenzione.Solo un privato sembrerebbe avere oggi i fondi per rimetterlo in sesto e ricavarne un ritorno economico. Quale sarebbe il ritorno per l'uso pubblico, a patto che i comuni trovino le risorse?
Fino ad oggi non ci sono stati neppure i soldi per la manutenzione dell'antico borgo con torri merlate, 3mila metri di superficie utile e 38 mila metri quadrati di parco, tanto che il Bando recita: "Un immobile individuato al Catasto Fabbricati urbano da 49 distinte unità immobiliari, già adibite per la gran parte ad Opificio e solo in parte a destinazione abitativa, per lo più in pessimo stato di conservazione ed in parte dirute, per una superficie lorda ragguagliata di circa 3.129,10 mq nonchè da aree agricole, inclusive delle gore a servizio dell’originario Opificio idraulico, rappresentate al Catasto Terreni per una superficie catastale complessiva di mq 38.160".
I consiglieri del gruppo Firenze riparte a sinistra Giacomo Trombi e Tommaso Grassi commentano "Nonostante il prezzo ridicolo anche quest’ultima asta per svendere le Gualchiere di Remole è andata tecnicamente deserta. Tecnicamente perché in realtà una domanda è stata presentata, inammissibile certo, ma di alto valore simbolico: l’offerta di un euro lanciata da associazioni e comitati fiorentini e non quali il Coordinamento 20 Gennaio, Comitato Oltrarno Futuro, Comitato per Piazza Brunelleschi, Comitato tutela ex Manifattura Tabacchi, Associazione Valdisieve, Associazione vivere in Valdisieve, Cittadini Area fiorentina".
Le Gualchiere di Remole restano in mano pubblica, ma restano anche nel piano delle alienazioni e dunque nel Bilancio come una entrata sfumata. Una occasione persa per la cassa comune? "Ricordiamo che si parla di un complesso unico - sottolineano Trombi e Grassi - a livello europeo, di archeologia paleo-industriale, con un immenso parco (oltre 38mila metri quadrati), un corpo centrale che risale al 1300 e una storia profondamente legata alle principali famiglie fiorentine nel corso dei secoli, al punto che il nostro Cupolone è stato costruito anche grazie ai soldi provenienti dalla fiorente attività delle Gualchiere stesse.
Per non parlare delle sistemazioni idrauliche di grande valore storico e del borghetto più recente, sempre facenti parte del complesso, nel quale peraltro ha lo studio lo scultore fiorentino di rilievo internazionale, Piero Gensini".Le responsabilità. "In passato è stato fatto andare in malora un bene di valore inestimabile - accusano Trombi e Grassi - si radunino le forze, si coinvolgano i comuni vicini, soprattutto Bagno a Ripoli, si coinvolgano le istituzioni di tutti i livelli, si spremano le migliori menti e si trovino i fondi per riportare al loro splendore le Gualchiere.
Poi, le possibilità saranno davvero molte per un complesso di quella tipologia e di quel valore: culturali, museali, di cittadinanza".Un question time sarà presentato in aula lunedì prossimo dai consiglieri "l’amministrazione ha la possibilità non solo di rimediare agli errori passati, ma anche e soprattutto di dimostrare il proprio valore e la propria capacità di risolvere problemi complessi quando si tratta di beni comuni: si trovino i fondi".
Firenze negli ultimi anni ha incontrato grandi difficoltà nel reperire fondi, salvo le sponsorizzazioni dovute all'Art Bonus, all'affitto di location esclusive ed alla vendita di altri immobili. L'entrata maggiore legata alla cultura è attualmente l'imposta di soggiorno.I cittadini, radunatisi presso il Circolo Vie Nuove di Gavinana hanno ripercorso la storia del complesso, coadiuvati dal professor Franco Cardini e da esperti di tutela del patrimonio Unesco hanno disegnato un futuro ideale per la struttura che potrebbe tornare in vita, se solo qualcuno ci mettesse i soldi, e poi dovrebbe essere gestita per non implodere nuovamente.Ci sono ancora i presupposti per operazioni pubbliche di questa portata? La futura destinazione residenziale a vantaggio di giovani coppie potrebbe offrire una minima contropartita in denaro.
Ma è realmente questo che i cittadini vogliono? I cittadini vorrebbero la destinazione culturale, museale, multimediale ed interattiva. Ci sono ancora i margini per mantenere nel paniere comune un rudere pubblico?