Giornata dell’Europa: seduta solenne del Consiglio regionale toscano

In aula la presidente del Comitato europeo delle Regioni, l’ungherese Kata Tüttő

Redazione Nove da Firenze
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09 Maggio 2025 16:54
Giornata dell’Europa: seduta solenne del Consiglio regionale toscano

Firenze – Si è aperta, davanti a una nutrita schiera di autorità, la seduta solenne del Consiglio regionale della Toscana convocata per festeggiare la Giornata dell’Europa. Oggi ricorre la data simbolo che segna l'anniversario della ‘dichiarazione Schuman’, la storica proposta presentata nel 1950 dal ministro degli Esteri francese Robert Schuman che ha gettato le basi della cooperazione europea.

A inizio della seduta i saluti del presidente dell’Assemblea legislativa Antonio Mazzeo.

Mazzeo ha ricordato le parole che Schuman usò 75 anni fa nella dichiarazione che avrebbe portato alla creazione della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, il primo passo concreto verso l’Unione Europea: “L’Europa non si farà tutta d’un colpo, né in una costruzione d’insieme: essa sorgerà da realizzazioni concrete, che creino anzitutto una solidarietà di fatto”. “Parole che ancora oggi risuonano potenti e attuali – ha detto il presidente del Consiglio -. La solidarietà di fatto è l’essenza profonda dell’Europa. Non un sogno lontano, non una somma di burocrazia e regole, ma un progetto comune costruito giorno dopo giorno, azione dopo azione, risultato dopo risultato”.

“Dobbiamo essere sinceri: l’Europa non è perfetta – ha proseguito Mazzeo -. È sicuramente migliorabile, ha bisogno di riforme, di coraggio, di capacità di ascolto. Ma non possiamo dimenticare che resta il più importante spazio di democrazia, diritti e libertà al mondo. Un continente che, pur tra mille difficoltà, ha saputo garantire oltre settant’anni di pace, costruire un modello sociale avanzato, difendere i diritti delle minoranze, garantire libertà di parola, di pensiero, di stampa.

Un continente dove i diritti umani sono al centro, e non ai margini”. In un tempo difficile come questo, ha aggiunto, l’Europa deve essere difesa, e le Regioni hanno un ruolo essenziale nel rafforzare il progetto europeo. “E oggi voglio dire che la Toscana c’è. In Toscana i fondi europei sono strumenti reali che ogni giorno cambiano in meglio la vita delle persone” ha sottolineato Mazzeo, citando il programma Giovani Sì, i libri scolastici gratuiti, gli asili nido gratis, fino ai 5.128 progetti finanziati con il Pnrr, per un valore complessivo di un miliardo e 149 milioni di euro.

Infine, il presidente dell’Assemblea ha ricordato don Lorenzo Milani e il suo motto “I care”, scritto fuori dell’Aula di palazzo del Pegaso. “A noi l’Europa sta a cuore – ha concluso –. Questo momento non è solo un’occasione di ricordo ma una postura da assumere nell’attuale situazione geopolitica, un modo di vedere il futuro e di mandare un messaggio di speranza”.

Dopo Mazzeo ha preso la parola il presidente della commissione Politiche europee e relazioni internazionali Francesco Gazzetti. “Vorrei trasmettervi la mia emozione nell’ascoltare qui l’inno europeo e quello italiano – ha esordito -. Il fatto di riconoscerci in bandiere e inni, segni identitari, è un elemento per raccontarci e soprattutto per individuare la strada su cui vogliamo procedere. E la direzione non può essere che l’Europa”. “David Sassoli disse che l’Europa non è un incidente di percorso – ha proseguito il presidente della commissione - e noi abbiamo lavorato in questi anni per fare capire questo, chi ha cercato negli anni di aggredirla e indebolirla ha trovato una grande fermezza che arrivava dai territori.

In questi anni noi abbiamo provato a lavorare per rafforzare il senso di appartenenza all’Europa puntando sulle giovani generazioni e sul rapporto con i territori”. A questo proposito Gazzetti ha citato il premio di laurea proprio intitolato a Sassoli e un bando di cofinanziamento che ha coinvolto numerosi progetti. “L’idea di Europa va alimentata e nutrita, non solo difesa, e si può fare solo creando circuito virtuoso” ha concluso, ringraziando tutti i membri della commissione Politiche europee e relazioni internazionali per il lavoro svolto sempre con spirito di squadra e condivisione, e ricordando anche il consigliere scomparso, che della commissione faceva parte, Massimiliano Pescini.

Il presidente della Giunta regionale Eugenio Giani ha sottolineato la necessità che l’Europa “sia sempre più una e unita, anche nel dialogo con le altre potenze mondiali”. Il governatore ha ricordato la vocazione europeista dell’Italia e della Toscana fin dall’antichità, partendo dalle parole di Dante Alighieri nel primo trattato europeistico, dai grandi pensatori del Rinascimento come Marsilio Ficino, dalla vocazione di Leonardo e Michelangelo, fino al Risorgimento con Mazzini che redasse la “Giovane Europa”.

“L’Italia ha sempre manifestato questa lungimiranza, non poteva che essere il luogo dove si è firmato il trattato di Roma nel 1958 e ha sempre avuto ruolo da protagonista, anche nelle successive fasi” ha spiegato ancora Giani, puntando l’accento anche sul fatto che nel 1972 qui vide la luce l’atto di costituzione dell’Università Europea, che partì con i corsi proprio 50 anni fa: “Un’iniziativa che segna la Toscana come centro della formazione e della cultura per l’Europa”.

Dal Mec ad oggi, ha concluso il presidente della Giunta, ci sono stati momenti di sviluppo e di rallentamento, “ma la Toscana è sempre stata in prima linea”. I fondi tosco-europei ammontano a 3,3 miliardi nell’arco di 7 anni. E ormai il 70 per cento delle nostre leggi sono emanate direttamente o indirettamente dall’Europa. “Per questo il 9 maggio deve rappresentare sempre più un’occasione per sviluppare l’integrazione attraverso iniziative concrete”.

La presidente del Comitato europeo delle Regioni, l’ungherese Kata Tüttő, si è fatta “accompagnare da Pegaso” per parlare dell’Europa: “La storia di Pegaso è quella di una potente trasformazione; Pegaso nasce dal sangue di Medusa, che rappresenta la forza paralizzante del caos e della paura, ma affrontandola con saggezza e coraggio è dal caos che nacque Pegaso, simbolo di trascendenza, libertà, coraggio”. “Questi è la nostra Europa che dal disordine della guerra ha determinato un nuovo ordine - ha continuato la presidente - E anche oggi di fronte a una crisi politica multidimensionale, con minacce interconnesse, dal cambiamento climatico, alla crescente sfiducia, alle divisioni, ai rischi delle trasformazioni digitali, siamo chiamati ad affrontare il tutto con la saggezza, la morale, il cuore e il coraggio che abbiamo, per sconfiggerlo e plasmare un nuovo ordine di pace”.

Nel corso del proprio intervento la Presidente ha inoltre richiamato il valore del lavoro portato avanti con il Presidente Mazzeo e gli altri membri toscani in seno al Comitato europeo delle regioni, per rafforzarne il ruolo nei meccanismi decisionali dell’Unione Europea e per migliorare l’impatto delle politiche europee sul territorio, dando voce agli enti locali.

Uno sguardo al passato, alla nascita dell’Europa, per guardare ai nostri giorni e al futuro. Questo il cuore dell’intervento del vicepresidente del Consiglio regionale Marco Landi. Se i pilastri del 1949 furono i diritti umani, la democrazia e l’identità culturale, Robert Schuman, uno dei padri fondatori dell’Unione Europea, guardò principalmente alla pace e alla solidarietà. "'Una pace disarmata e disarmante, umile e perseverante' come ha sottolineato il Santo Padre ieri sera, affacciandosi per la prima volta in piazza San Pietro", ha ricordato Landi.

"Ed è proprio da quella intuizione, dal senso profondo della pace che oggi, a 75 anni di distanza dobbiamo rivisitare l'Europa, per rispondere ad esigenze diverse rispetto al passato, sia per contingenze che per priorità", ricordando due pilastri fondamentali: il no alla burocrazia e il no al riarmo. "Se con Schuman i paesi che si erano dedicati all’industria, con la nascita della comunità del carbone e dell’acciaio dovettero riorganizzarsi - ha continuato - oggi non possiamo assistere ad industrie automobilistiche che si trasformano in belliche".

Secondo il vicepresidente, con i conflitti alle porte dell'Europa e in molti altri teatri, "l'Unione Europea deve rivestire un ruolo decisivo nel sistema mondiale, ed assumere un ruolo centrale nello scacchiere internazionale - ha concluso - riportandoci ai fondamenti di pace e di solidarietà che furono anche di Charles De Gaulle, che contribuì a sconfiggere il nazifascismo e a far vincere la democrazia".

"Oggi possiamo parlare di Europa, celebrare questo momento fondativo grazie a coloro che hanno creduto e lottato per difendere la libertà e combattere le diseguaglianze come i redattori del manifesto di Ventotene”. Così la capogruppo del Movimento 5 Stelle, Irene Galletti, che si è chiesta, retoricamente, se “stiamo davvero onorando quegli ideali, perché la pace e la giustizia tra le nazioni non si impongono, ma si costruiscono faticosamente giorno dopo giorno, attraverso il confronto e il dialogo".

"E' questo lo spirito su cui si fonda il Movimento al quale appartengo, che si è impegnato in questi giorni in sede del Parlamento Europeo per riaffermare che le scelte di portata strategica devono essere riallocate nell’ambito delle democratiche discussioni, secondo i principi della parità", ha sottolineato. E se la corsa agli armamenti non ha mai portato a niente di buono, “la difesa comune non deve basarsi sulla forza ma sulla dialettica tra culture e nazioni, anche diverse tra loro, senza alcun tipo di scorciatoia e con il pieno coinvolgimento di tutti".

 Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Vittorio Fantozzi, ha esordito dicendo di voler portare in Aula una riflessione “fuori dagli schemi”. “Condividendo le speranze e gli indirizzi universalistici con i quali negli ultimi settanta anni ci siamo, beatamente cullati – ha affermato – , ritengo che gli eventi dell'ultimo anno, e in particolare degli ultimi 5 mesi, abbiano svegliato la classe dirigente e le opinioni pubbliche europee, rendendo necessario guardare la realtà con nuovi occhi andando oltre le speranze e i desiderata di tutti noi”.

“Io non riesco ancora a riconoscere, al di là del soggetto istituzionale, l'Europa come un soggetto unico, ma piuttosto come un insieme di popoli, comunità, che si sono fatte nazioni. E’ necessario dunque spingerci verso l’unica soluzione che le crisi odierne hanno posto all’ordine del giorno di tutte le cancellerie, di tutti i governi, ma anche delle comunità nazionali, ovvero una maggiore integrazione che parta dalle nazioni, perché è solo così che possiamo staccarci dall’orientamento prettamente economicistico e finanziario dell'Unione Europea per passare a quello di carattere politico”.

Fantozzi ha poi parlato del “costo della pace”. “La sfida dell’Europa e delle sue istituzioni nei prossimi cinque anni è quella di capire qual è il costo della pace. Quando un popolo è vecchio c'è da domandarsi chi è pronto a sostenere i sacrifici necessaria difendere quei valori universali di cui noi tanto facciamo sfoggio”. “Serve un rinnovato, vero e cadenzato programma di integrazione europea che però tenga in considerazione, come diceva il generale Charles de Gaulle, quell'Europa delle Nazioni che non fu possibile mettere sul tavolo allora, ma che oggi probabilmente è l'unica strada per produrre una politica nuova, che assicuri non soltanto pace, ma anche benessere e una nuova cittadinanza a tutti i popoli europei”.

Il vicepresidente Stefano Scaramelli (Italia Viva) ha aperto il suo intervento citando le parole pronunciate ieri da Papa Leone XIV: “Una pace disarmata e disarmante”. “E’ una frase che ha un significato profondo” ha detto Scaramelli e, rivolgendosi a Kata Tutto e al presidente Mazzeo, ha aggiunto: “A voi che ricoprite un ruolo così importante, il compito, il dovere, l'impegno di fare in modo che l'Europa sia strumento di pace”. “L'Europa in questi anni è stata senza dubbio uno strumento di motore economico – ha continuato - , un soggetto che ha integrato popoli, ha diffuso cultura e tolleranza, ha abbattuto barriere e consentito la circolazione delle merci e delle persone.

Oggi però l'Europa ha un compito nuovo, quello di essere uno strumento di pace e di giocare un ruolo attivo. E’ arrivato il momento in cui l'idea degli Stati Uniti d'Europa possa effettivamente concretizzarsi. Si tratta di una sfida importante, difficile, complessa, ma solo realizzandola avremo un’unica politica estera ed economica, un’unica istituzione rappresentativa, elezioni democratiche in un unico Stato europeo”. “Il nostro sogno – ha concluso rivolgendosi ancora alla presidente del Comitato delle Regioni - è che l'Italia diventi una regione degli Stati Uniti di Europa.

A lei, al suo ruolo, alla sua diplomazia e lungimiranza, al presidente Mazzeo, a tutti voi, il compito di realizzare questo sogno”.

“Oggi in quest’Aula non celebriamo soltanto una data – ha esordito il capogruppo del Pd Vincenzo Ceccarelli - ma una visione, un progetto ambizioso nato durante la guerra, nel confino di Ventotene, grazie a uomini come Spinelli, Rossi, Colorni, che seppero immaginare un’Europa libera, federale, solidale, fondata sulla pace e sulla democrazia. Quel manifesto rappresenta ancora oggi l'anima più autentica del progetto europeo”. Ceccarelli ha poi parlato della pace come il cuore della sfida attuale per l’Europa.

“Viviamo tempi in cui l’Europa rischia di smarrire la propria bussola morale: i nazionalismi stanno riemergendo, la guerra è tornata ai confini dell’Unione e l’umanità soccombe sotto i colpi della violenza, dell'indifferenza, del calcolo geopolitico. Per restare fedele a se stessa oggi l’Europa deve tornare ad essere protagonista del processo di pace. Lo chiediamo con forza, guardando all’Ucraina e a Gaza, dove un popolo stremato è intrappolato in un assedio senza via d'uscita, dove la catastrofe umanitaria ha superato ogni soglia di tollerabilità, dove bambini, donne, anziani vengono annientati da precise scelte politiche e militari.

Non basta più la condanna formale, occorre agire”. “L'Europa – ha continuato - non può restare ad assistere ad una strage, deve pretendere il cessate il fuoco immediato, il rispetto del diritto internazionale, il rilancio del negoziato per ‘due popoli due stati’. Questo è l'unico orizzonte di pace possibile. Lo chiediamo con forza anche all'Italia, che deve far sentire la sua voce in modo netto, senza ambiguità, compresa quella sul mercato delle armi”. Rivolgendosi alla presidente della Commissione delle regioni ha poi concluso: “A lei ci rivolgiamo per ribadire il nostro impegno perché l'Unione non sia solo mercato, ma una comunità politica viva, fondata sui diritti, sull'uguaglianza, sulla dignità umana.

David Sassoli diceva: ‘L'Europa è una scelta di civiltà’. Quella scelta oggi la dobbiamo rinnovare, con convinzione, con coraggio e con l'urgenza che ci impongono i tempi, perché non c'è pace se non si ha il coraggio di difenderla e non c'è Europa senza pace”.

A concludere la seduta solenne per la Giornata dell’Europa l’intervento del consigliere regionale Marco Casucci in rappresentanza del gruppo misto Merito e Lealtà. “Quella scelta per la Giornata dell’Europa è una data particolarmente significativa - ha esordito il consigliere Casucci - perché ricorda lo storico anniversario della dichiarazione, con cui nel 1950 il ministro degli Esteri francese Robert Schuman ha esposto il suo ambizioso piano per garantire una pace duratura all’Europa di cui tutti noi abbiamo beneficiato”.

L’obiettivo centrato fu quello di dare vita a un’istituzione sovranazionale la CECA cui affidare la gestione di materie prime fondamentali come il carbone e l’acciaio. “Così l’idea di una guerra tra Germania e Francia diventò impossibile”. “Le due nazioni - ha sottolineato Casucci – erano appena uscite da un conflitto spaventoso e per immaginarne l’impatto oggi, è come se un’analoga iniziativa venisse presa da Ucraina e Russia. C’è bisogno di un’Europa che torni realmente protagonista.

Occorre tenere aperto il dialogo con gli Stati Uniti ma nella consapevolezza dell’importanza che ha l’Europa. Un’Europa che deve essere più forte e deve avere la capacità di autoriformarsi. Ci vogliono auto semplificazione, sburocratizzazione e l’abbattimento di barriere ideologiche che si trasformano in ostacoli reali. È necessaria una politica basata su un approccio pragmatico, concreto, serio e competente che rifiuti ideologie e opportunismo politico, ma che soprattutto si prenda cura dei territori ascoltando le loro necessità”.

Il consigliere Casucci ha concluso il suo intervento aggiungendo che “per il futuro sarà fondamentale una difesa comune per l’Europa, come pilastro della pace e dissuasione contro la guerra e che delle istituzioni europee oggi non si può fare a meno per sviluppare socialmente ed economicamente i nostri territori”.

La seduta solenne si è conclusa con il presidente Mazzeo che ha donato alla presidente Kata Tüttő il pegaso alato simbolo della Regione e del Comitato toscano di liberazione nazionale. 

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