Il problema in Toscana interessa ben 16 Comuni, ed è nato dopo che il decreto FER-1 sulle energie rinnovabili ha escluso la geotermia dalla linea di finanziamento: questo avrebbe ricadute pesantissime sui territori e l'occupazione e da qui è nata la mobilitazione dei sindaci e delle Regioni. "Ciò provocherebbe - ha rimarcato la Regione Toscana - la rinuncia da parte di Enel Green Power ad investimenti annunciati per 6/700 milioni di euro, finalizzati a realizzare nuovi impianti geotermici per una potenza di circa 100 megawatt che si sarebbero aggiunti agli attuali 900, creando circa 100 nuovi posti di lavoro".
I comuni geotermici toscani sono Abbadia San Salvatore, Arcidosso, Castel del Piano, Castelnuovo Val di Cecina, Chiusdino, Montecatini Val di Cecina, Monterotondo Marittimo, Monteverdi Marittimo, Montieri, Piancastagnaio, Pomarance, Radicofani, Radicondoli, Roccalbegna, San Casciano dei Bagni, Santa Fiora.
"Si è trattato di una riunione interlocutoria, ma positiva. Entro un mese il tavolo sarà riconvocato e nel frattempo i tecnici del Ministero e della Regione si confronteranno alla ricerca della migliore soluzione. Bisogna far presto e fare in modo che gli investimenti in questo settore non si blocchino. Siamo particolarmente sensibili alle questioni del miglioramento dell'impatto ambientale e alle esigenze di sviluppo di quei territori. Al Governo chiediamo dimreintrodurre gli incentivi, altrimenti tutto si ferma" il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, commenta così la riunione del tavolo sulla geotermia, la cui convocazione era stata sollecitata dalla Regione stessa."La geotermia - ha aggiunto il presidente Rossi - è l'energia del futuro della nostra regione.
Per avere entro il 2050 una Toscana carbon free dobbiamo incentivare e non interrompere lo sviluppo di questa fonte di energia rinnovabile. Del resto la Regione ha lavorato molto in questo settore e di recente ha approvato una legge i cui contenuti sono stati apprezzati qui al Ministero, una norma che detta regole e modelli precisi nello sfruttamento del fluido geotermico. Resto poi convinto che esista una notevole potenzialità non ancora utilizzata: quella di catturare l'anidride carbonica che si produce nelle centrali geotermiche per impedirne la dispersione in atmosfera e per venderla alle industrie alimentari e a tutte quelle che la utilizzano nei loro processi, quindi senza far più ricorso all'importazione e dando alimento all'economia circolare".
All'incontro, al quale ha partecipato anche l'assessore regionale all'ambiente, Federica Fratoni, erano presenti alcuni sindaci dei Comuni geotermici toscani. Quello di Pomarance, Loris Martignoni, ha svolto un appassionato intervento per chiedere che siano reintrodotti gli incentivi e che si possa quindi dare sviluppo allo sfruttamento geotermico.
“Oggi possiamo essere ottimisti. Il Ministero ha deciso di aprire un tavolo di confronto con i Comuni e le Regioni: ora auspichiamo che alle parole seguano i fatti, e che al settore della geotermia siano ripristinati gli incentivi che il governo aveva cancellato. Naturalmente nel massimo rispetto della mitigazione dell’impatto ambientale; ma qui ne va della vita stessa dei nostri territori” le parole di Emiliano Bravi, sindaco di Radicondoli e responsabile Anci Toscana per la geotermia, dopo l’atteso incontro a Roma con il sottosegretario allo Sviluppo economico Davide Crippa. “E’ un risultato positivo raggiunto grazie all’impegno di tutti: dei territori, di Anci Toscana e della Regione, in particolare del presidente Rossi, che era presente all'incontro”. Della delegazione di primi cittadini toscani facevano parte i sindaci di Pomarance Loris Martignoni, di Castelnuovo val di Cecina Alberto Ferrini, di Montieri Nicola Verruzzi e di Monterotondo Marittimo Giacomo Termine.