Coniugare rispetto del territorio e sviluppo economico, valorizzazione della risorsa geotermica e corretto inserimento ambientale. È lo scopo delle nuove Disposizioni in materia di geotermia, licenziate oggi dal Consiglio regionale, che vanno a disciplinare le modalità di assegnazione delle concessioni di coltivazione o autorizzazione di impianti, nonché le modalità di impiego delle risorse che derivano dall’attività. Si introducono, ai fini dell’autorizzazione di nuovi impianti, alcuni prerequisiti che vengono incontro a tutte queste esigenze.
Per quanto riguarda la mitigazione ambientale, vengono richieste le migliori tecnologie e modalità di gestione disponibili, l’implementazione di un sistema di monitoraggio della qualità dell’aria e del funzionamento degli impianti, il corretto inserimento paesaggistico di questi ultimi nei territori; per quanto riguarda invece lo sviluppo economico, la presentazione di progetti che abbiano positive ricadute sociali e occupazionali. Si punta, inoltre, a garantire la massima utilizzazione possibile dell’energia residua, assicurandone l’impiego di almeno il 50 per cento di quanta prodotta annualmente, nonché dell’anidride carbonica emessa, in una percentuale pari ad almeno il 10 per cento.
A illustrare il provvedimento in aula Stefano Baccelli, presidente commissione Ambiente e territorio in Consiglio regionale: “Una normativa che va a regolamentare una peculiarità della nostra regione, pertanto costruita a misura di Toscana, in coerenza con le sue bellezze, le sue specificità ambientali, le esigenze delle comunità”. “Vengono fissati nero su bianco dei paletti che andranno a regolamentare l’attività. – prosegue Baccelli - Nella presentazione dei progetti viene richiesto l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, per limitare le ore di non funzionamento degli impianti a non più del 2 per cento delle ore annue, comprendendo anche le frazioni di ora.
Viene inserito un meccanismo di monitoraggio continuo delle emissioni in atmosfera e la possibilità di una verifica in tempo reale da parte della regione, così come meccanismi di controllo della riduzione di gas inquinanti. Da sottolineare, inoltre, una assoluta novità di questa nuova disciplina, la possibilità da parte della Regione di revocare le concessioni in caso di inottemperanza del soggetto gestore agli impegni presi. Ma quando parliamo di sviluppo sostenibile, intendiamo non solo la sostenibilità ambientale ma anche quella sociale: da lì la prescrizione di vincolare la concessione di autorizzazioni alla presentazione di iniziative volte all’impiego dell’energia termica residua, nell’ottica di produrre economia circolare, e di progetti diretti a creare indotto e nuova e buona occupazione, da interventi di teleriscaldamento a startup innovative.
Su questo frangente, fondamentale è la nuova governance Enti Locali-Regione e le ulteriori risorse economiche destinate al Cosvig (Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche) che beneficerà non solo dei contributi percepiti dai Comuni coinvolti ma anche e stabilmente dei canoni riscossi dalla Regione proprio al fine di accompagnare lo sviluppo delle aree geotermiche toscane, nella prospettiva della realizzazione di un vero e proprio Distretto Geotermico. Altro elemento, la promozione di accordi destinati all’ammodernamento e il miglioramento degli impianti esistenti”.
“Perché la Toscana nel 2019 ha bisogno con urgenza di una legge sulla geotermia? Perché la Toscana è la regione con la vocazione geotermica, l’interesse nazionale in materia è concentrato qui e noi abbiamo l’obbligo, anche morale, di dire la nostra. – così Leonardo Marras, capogruppo Pd Regione Toscana, intervenendo nel dibattito in aula – In più, la risorsa geotermica si trova in aree marginali, per le quali ha significato molto condizionandone storia e tradizioni o in cui è subentrata successivamente inserendosi nella realtà economica e culturale, sono aree che la Regione ha definito ‘di crisi non complessa’, che quindi vivono difficoltà, e politicamente dobbiamo porci il problema di come sfruttare l’energia affinché diventi realmente risorsa per lo sviluppo di questi territori perseguendo obiettivi precisi: tecnologie migliori, sostenibilità ambientale, più lavoro e più qualità del lavoro.
Abbiamo lavorato ad una legge innovativa con cui proviamo ad inserire nel ristretto spazio di competenze riservato alle Regioni in materia di energia tutto ciò che era legittimo e a condizionare tutto ciò che era giusto per dotare la nostra regione di un pensiero unico sulla geotermia con valutazioni e proposte chiare: più controlli, maggiore capacità tecnologia, obbligo dei concessionari di sviluppare attività collaterali, trasformazione del Cosvig in agenzia per lo sviluppo locale. Una legge importante dunque, che contribuisce a far avanzare anche il dibattito nazionale sull’energia”.
“La legge sulla geotermia rappresenta un passo verso la ricerca di una sintesi più avanzata tra attività geotermica e sostenibilità ambientale. – fa presente Simone Bezzini, consigliere regionale Pd - Si tratta però della tappa di un cammino che deve andare avanti, ponendosi ulteriori obiettivi di miglioramento, a partire dalla considerazione degli effetti cumulativi. Così come serve più attenzione alle specificità del territorio amiatino. La Giunta deve impegnarsi a far precedere eventuali nuove intese con i gestori da percorsi di confronto e coinvolgimento delle istituzioni locali, delle forze sociali e dei cittadini delle comunità interessate”.
“Oggi diamo una prima, concreta risposta al 'popolo del sì' con cui abbiamo manifestato convintamente a Pomarance qualche tempo fa. – commenta Antonio Mazzeo,consigliere regionale e presidente della Commissione per la ripresa socioeconomica della costa toscana – La regolamentazione della geotermia come elemento di sviluppo del territorio utile a ridurre il gap tra costa e aree interne era, del resto, anche uno degli impegni prioritari che ci siamo assunti con la commissione Costa fin dal suo insediamento.
Quello di oggi è dunque un risultato storico per la nostra regione: grazie anche al lavoro della commissione Ambiente abbiamo finalmente una legge capace di tenere insieme sostenibilità ambientale, sviluppo economico e salvaguardia occupazionale. Tutto questo, da solo, non potrà però bastare se il governo non rivedrà la scelta scellerata di togliere gli incentivi previsti per le energie rinnovabili al settore geotermico. In ballo non c'è solo il futuro di un settore produttivo vitale per la nostra regione, ma la tenuta sociale di interi territori a partire dalla Valdicecina.
La Toscana, ancora una volta, ha fatto la sua parte negli interessi dei cittadini, dei lavoratori e delle imprese. Speriamo che il governo possa e voglia fare altrettanto".
“Io credo che queste sia una legge importante, fondamentale, attesa da tempo, troppo tempo”. Commenta così la consigliera regionale Pd Alessandra Nardini, che continua: “La Regione conferma così di fare sul serio nella difesa e nel sostegno ad una produzione energetica ecocompatibile ed economicamente strategica. Grazie alla Giunta e poi al Consiglio, è stato portato avanti un lavoro di confronto con le amministrazioni locali, le imprese, i rappresentanti dei lavoratori, i vari soggetti interessati.
Sviluppo del territorio, occupazione e rispetto dell'ambiente possono e devono essere coniugati. La Toscana ed i territori geotermici, come la Val di Cecina, dimostrano che è possibile, grazie anche all'innovazione tecnologica. Le nuove tecnologie oggi a disposizione, infatti, consentono di raggiungere l'obiettivo della mitigazione ambientale, che resta una nostra priorità. L'approvazione di questa legge è la risposta più bella e concreta alla mobilitazione di tante cittadine e cittadini, comitati, sindacati, lavoratori ed enti locali, che hanno portato in piazza la forte richiesta di tutela del futuro produttivo dei loro territori.
Adesso il Governo targato Lega e 5 Stelle riveda la decisione scellerata sugli incentivi e corregga la scelta fatta con la reintroduzione nel decreto Fer2. Se così non fosse si confermerebbe un attacco deliberato al futuro economico e demografico di intere aree della nostra regione. Ed in quel caso non staremmo a guardare, ma continueremmo a far sentire forte e chiara la nostra protesta”.
“Quello di oggi è senza dubbio un momento atteso e qualificante, un passaggio di grande valore politico perché con questa legge, frutto di lavoro attento e intenso, la Regione Toscana fa la propria parte con responsabilità e competenza offrendo un quadro certo di garanzie ai soggetti portatori d’interesse e sottraendo così questa materia ad una logica che finora era invece strettamente negoziale tra Regione e Enel green power. – spiega Andrea Pieroni, consigliere regionale Pd– Con questo testo diamo certezze e rendiamo il quadro normativo ancora più stringente e rigoroso, andiamo oltre a principi ed indirizzi sancendo parametri ben precisi.
È il risultato di un lavoro approfondito di ascolto e di confronto con portatori di interessi pubblici e privati che ci ha visto tutti impegnati nella ricerca di equilibri avanzati: si vuol valorizzare la geotermia come elemento peculiare della Toscana e contemporaneamente raggiungere l’obiettivo di assumere la geotermia come denominatore comune di tutte le aree coinvolte, quella tradizionale e quelle di più recente insediamento. Credo che la Toscana con questa legge possa insegnare qualcosa anche all’attuale governo che mi auguro, anzi, reintroduca nel Fer2 quanto sciaguratamente cancellato dal decreto Fer1”.
“Un cambio sostanziale del quadro normativo in materia di geotermia che ci fa fare un passo in avanti in termini di sviluppo e tutela ambientale. – dichiara Stefano Scaramelli, consigliere regionale Pd – Attraverso un emendamento ho proposto di inserire un iter di sei mesi per gli adempimenti e le verifiche da effettuare in relazione ai procedimenti in corso chiedendo qualora possibile anche una ripartenza della procedura stessa. In questo modo tutti i soggetti coinvolti, pubblici e privati, possono essere messi in condizione di operare al meglio, in linea con le grandi novità normative introdotte.
Novità assoluta anche il monitoraggio in remoto, completamente autonomo e indipendente da parte di Regione, Asl e Arpat, sia delle nuove tecnologie degli impianti che delle emissioni in atmosfera”. Scaramelli ha poi aggiunto che “la legge sottolinea e riconosce per la prima volta le peculiarità della montagna dell’Amiata, quale 'terra madre'. È stata inserita la tutela di fatto che il cumulo delle emissioni resterà inalterato rispetto al quadro attuale, elemento di principio non secondario che se raccolto spingerà i gestori ad ammodernizzare gli impianti esistenti laddove volessero fare nuovi sviluppi.
Un principio di legge che consente di non aumentare l’attuale quadro di emissioni”.