In Casentino il referendum consultivo sulle fusioni si svolgerà contestualmente in ogni Comune. La fusione si farà se incontrerà l’orientamento favorevole della maggioranza dei cittadini in ciascuno dei comuni coinvolti. Un caso più unico che raro quello che riguarda i comuni del Casentino: due le ipotesi in campo, l’istituzione del Comune di Casentino La Verna, per fusione dei Comuni di Bibbiena, Chiusi della Verna e Ortignano Raggiolo e l’ istituzione del Comune di Chiusi Verna Chitignano Castel Focognano, per fusione dei Comuni di Castel Focognano, Chitignano e Chiusi della Verna. Per questo il gruppo Pd ha ritenuto necessario presentare un ordine del giorno ad hoc, approvato dall’assemblea toscana, che, per questa specifica situazione, prevede l’ok al procedimento di fusione solo con una maggioranza favorevole in ogni comune coinvolto.
“Un impegno straordinario quello che è stato messo in campo per questo territorio, data la grande spinta aggregativa che è emersa e la necessità di venire incontro a sensibilità diverse. – ha illustrato Leonardo Marras, capogruppo Pd Regione Toscana - E’ molto difficile esprimersi in casi come questi. L’unico modo di giungere ad un risultato chiaro è quello di interrogare la popolazione e così abbiamo deciso di procedere Abbiamo ritenuto doveroso quindi affrontare questa specificità con un ordine del giorno mirato proprio a mettere nero su bianco quest’esigenza, un indirizzo volto a rispettare la specialità di questo caso verificatosi in Casentino, del tutto inedito, con lo svolgimento contestuale dei referendum consultivi relativi a due diverse proposte di legge e la possibilità per un Comune di scegliere tra tre opzioni differenti”.
“Le fusioni dei comuni in Toscana sono al centro del lavoro della commissione. – ha fatto presente Giacomo Bugliani, presidente commissione Affari Istituzionali - Sulla situazione del Casentino c’è stato un impegno mirato e specifico, con l’ascolto delle comunità e delle istituzioni coinvolte in una seduta aperta. In aula oggi quindi c’è l’approdo e il risultato di questo importante lavoro”.
“Con l’approvazione dei quesiti referendari il Consiglio adempie all’obbligo costituzionale di consultare la popolazione su due proposte di fusione parimenti legittime, supportate l’una dalle firme dei cittadini, l’altra dalle deliberazioni dei consigli comunali, organi democraticamente eletti rappresentativi delle rispettive comunità. – ha spiegato Lucia De Robertis, consigliera regionale Pd e vicepresidente dell’assemblea toscana - La parola passa ora agli elettori, che hanno la consapevolezza che il Consiglio , data la particolarità della situazione, con due proposte concorrenti alternative, deciderà per la fusione che avrà ottenuto il gradimento della maggioranza degli elettori in ciascun comune coinvolto.
Una scelta messa nero su bianco con un ordine del giorno che integra la risoluzione che sulle fusioni adottammo nella primavera 2016, dato che questa, da sola, rischiava, proprio per questo particolare caso, di non essere sufficientemente chiara sugli esiti dei referendum. Il Consiglio in questi mesi ha seriamente approfondito tutti gli aspetti connessi con le due proposte di fusione alternative, tenendo sempre aperto il confronto coi promotori di entrambe, sia col comitato per la fusione di Bibbiena.
Chiusi e Ortignano, sia coi sindaci di queste realtà e degli altri due comuni interessati, Chitignano e Castel Focognano. Proprio questo costante confronto ci ha portato a coinvolgere il collegio di garanzia statutaria per addivenire ad un percorso consultivo massimamente rispettoso di tutte le volontà espresse. Ora, davvero, la parola agli elettori. Verso cui il Consiglio regionale avrà, ancora una volta, il massimo rispetto”.
“La proposta di deliberazione per l’indizione del referendum consultivo sulle proposte di fusione in Casentino va incontro alle richieste dei territori e delle istituzioni locali; nel contempo l'atto di indirizzo politico del Pd equilibra la situazione, senza dubbio complessa e particolare, perché le ipotesi in campo saranno approvate solo in caso di maggioranza favorevole in ogni comune durante la consultazione. – ha dichiarato Valentina Vadi, consigliera regionale Pd e componente commissione Affari istituzionali - Ora la parola passa ai cittadini che indicheranno quale assetto istituzionale vorranno dare al Casentino”.
Il quesito referendario che sarà sottoposto ai cittadini di Chiusi della Verna prevede, alternativamente, una scelta tra tre soluzioni: quella di fondersi con i comuni di Chitignano e Castelfocognano, quella di fondersi con i comuni di Bibbiena e di Ortignano Raggiolo, quella di non procedere ad alcuna fusione. Analogamente, ai cittadini degli altri comuni interessati (Chitignano e Castel Focognano da un lato, Bibbiena e Ortignano Raggiolo dall’altro) sarà sottoposto un quesito per esprimere la propria volontà di fondersi o meno tra loro e con il Comune di Chiusi della Verna.
Il presidente della commissione Affari istituzionali, Giacomo Bugliani (Pd), illustrando la delibera in aula, ha ricordato che il dibattito sulle fusioni dei comuni nel Casentino impegna il territorio ed il Consiglio regionale da oltre un anno. La commissione aveva già formulato i quesiti referendari sia sulla proposta di legge d’iniziativa popolare per l’istituzione del Comune di Casentino La Verna, per fusione dei comuni di Bibbiena, Chiusi della Verna e Ortignano Raggiolo, sia sulla proposta di legge per l’istituzione del Comune di Chiusi Verna Chitignano Castel Focognano, per fusione dei comuni di Castel Focognano, Chitignano e Chiusi della Verna.In entrambe le proposte di legge è coinvolto il comune di Chiusi della Verna ed è perciò stato chiesto un parere al Collegio di garanzia statutaria, che ha visto quel comune depositare specifica memoria.
Il Collegio ha formulato due ipotesi, una in via principale, una in via subordinata. In via principale, che è poi la soluzione adottata, si parte dalla considerazione che sia legittimo lo svolgimento contestuale delle consultazioni referendarie per tutti i Comuni interessati, adattando allo scopo i quesiti. È stata scartata l’ipotesi subordinata, con eventuale proposta di una scelta più ristretta, perché i comuni coinvolti non sono tra loro confinanti.
“Abbiamo forti dubbi che i cittadini del Casentino siano veramente a conoscenza dei vantaggi, e degli svantaggi, derivanti dalle fusioni, che dovrebbero essere frutto di un processo autenticamente partecipativo o lo sbocco naturale di una continuità territoriale, economica, commerciale, storica”, ha osservato Gabriele Bianchi (M5S). A suo parere, tra i comuni che si sono fusi, sta serpeggiando una certa delusione, dovuta, ad esempio, dall’aumento delle tariffe.
Secondo Stefano Mugnai (capogruppo Forza Italia) il riassetto istituzionale del Casentino è un’esigenza da tutti sentita, resta aperto il problema sul come. “Se ne esce giocandoci la tripla 1, X, 2 – ha osservato – Con la tripla si vince sempre”. Viceversa il Consiglio regionale avrebbe dovuto avanzare una proposta organica e non soluzioni pilatesche, che sostanzialmente avallano guerre fra sindaci e partiti spaccati a metà. “Le fusioni hanno un senso se servono a dare qualcosa in più ai cittadini – ha affermato – Se diventano lo strumento per regolare i conti nelle comunità locali, sono sbagliate”.
Mugnai ha quindi annunciato voto favorevole sull’ordine del giorno presentato dal capogruppo Pd Marras, che impegna il Consiglio a procedere con le fusioni solo nel caso ci sia maggioranza in ogni comunità. Un orientamento che, a suo parere, dovrebbe essere esteso a tutti referendum sulle fusioni. Viceversa ha dichiarato di non partecipare al voto sulla delibera.
“Si cerca di trovare il modo, fino ad arrivare al Collegio di garanzia statutaria, per rendere chiaro ciò che chiaro non è – ha affermato Claudio Borghi (Lega Nord) – La fusione di due comunità deve essere realizzata nella più assoluta ed incondizionata concordia d’intenti. Questa è una forzatura giuridica. Un accrocchio”. Per questo ha annunciato la non partecipazione al voto sulla delibera ed il voto favorevole sull’ordine del giorno presentato da Marras. “Non ho dimenticato quanto accaduta sull’Abetone – ha puntualizzato – È stata una violenza contro le comunità”.
Voto favorevole, sia sulla delibera che sull’ordine del giorno, è stato dichiarato da Tommaso Fattori (Si-Toscana a sinistra), che ha osservato di avere auspicato questa soluzione ancora prima del Collegio di garanzia ed ha invitato il Pd ad ‘universalizzare quanto prevede oggi per il Casentino, in modo da non avere pesi e misure diverse.