Firenze, 30-3-2016 - “Le dichiarazioni pronunciate oggi su Facebook dal Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi riguardo il futuro delle case popolari non ci convincono affatto, anzi ci preoccupano perché rilevano demagogia e grave sottovalutazione della questione abitativa”: così Simone Porzio (sindacato inquilini Sunia Toscana) replica al presidente della Regione Toscana. Continua Porzio: “Un recentissimo rapporto di Nomisma, sul disagio abitativo, commissionato da Federcasa, conferma dei dati che da anni il Sunia denuncia alla politica.
Le famiglie che in Italia confidavano in una casa popolare nel 2008 erano 670.000. Nel 2015 sono oltre 1.700.000. In Toscana sono oltre 35000! La drammaticità di queste cifre sono state anche recentemente confermate da un rapporto sulla condizione abitativa commissionato proprio dalla giunta Rossi. Ma questi dati nessuno sembra averli analizzati, traducendoli in risposte efficaci. La migliore risposta al disagio abitativo che attraversano migliaia di famiglie toscane e non, sta nel prevedere investimenti costanti per la costruzione di nuove case popolari in affitto, ottimizzando il patrimonio esistente.
Per ottenere questo ci vogliono risorse. Concordo con Rossi riguardo il fatto che da decenni i governi nazionali non hanno finanziato alcun intervento in tal senso e che quest’anno il fondo statale per il sostegno all’affitto è stato azzerato, ma scagli la prima pietra chi è senza peccato”. Prosegue Porzio: “In queste settimane è pervenuta nelle casse regionali una prima parte del finanziamento di 25 milioni di euro previsto dal governo per la ristrutturazione urgente delle oltre 1600 case popolari toscane che da anni sono rimaste sfitte per mancanza di risorse, ma anche questa volta milioni di euro rimangono imbrigliati, come altri destinati al settore (fondo morosità incolpevole), nella palude del bilancio regionale e non è vero che è colpa solo dei limiti del patto di stabilità, ma di una precisa, reiterata, volontà politica regionale di relegare in second’ordine l’utilizzo di queste.
E le case rimangono sfitte in preda alle occupazioni abusive con buona pace dei cittadini sfrattati che hanno fatto i bandi. Questa grave sottovalutazione del disagio abitativo è ulteriormente confermata dalla scelta della prima giunta Rossi di dirottare e ad oggi non restituire oltre 170 milioni di euro destinati alle case popolari per sanare i buchi di bilancio del trasporto pubblico locale”. Conclude Porzio: “La verità è che dare una risposta strutturale al disagio abitativo in Toscana, alle migliaia di famiglie sotto sfratto perché hanno perso il lavoro è considerato marginale, una questione da assistenti sociali.
Presidente Rossi, scrivere su Facebook che gestire con una unica azienda le case popolari, aumentare gli affitti agli inquilini e che la colpa è sempre di qualcun altro le garantirà senz’altro qualche distratto 'mi piace', ma non contribuirà in alcun modo alla risoluzione della questione. Siamo talmente preoccupati di questa sottovalutazione, ma disponibili a confrontarci con proposte concrete, e non a caso il prossimo 16 aprile i sindacati inquilini della Toscana SUNIA, SICET, UNIAT, UNIONE INQUILINI e i sindacati dei lavoratori CGIL, CISL, UIL hanno organizzato una assemblea di mobilitazione unitaria degli inquilini della Toscana a difesa del futuro delle case popolari”.
"L'assessore Funaro farebbe bene a indirizzare le sue legittime preoccupazioni al giusto interlocutore, che non sono io", così l'assessore regionale alla casa Vincenzo Ceccarelli replica all'assessore del Comune di Firenze Sara Funaro, che sulla stampa accusa la Regione di aver ridotto i fondi destinati al contributo affitti. "Funaro - spiega Ceccarelli - sbaglia nell'individuare le responsabilità di questa diminuzione di risorse. Saremmo i primi a voler disporre di più risorse per sostenere i cittadini bisognosi nel pagare gli affitti, ma il fondo affitti del Governo è stato completamente azzerato.
Questo vuol dire che se nel 2015 abbiamo erogato risorse per oltre 8 milioni di euro ai comuni, 2 dei quali provenienti dal bilancio regionale e 6 da quello statale, nel 2016 avremo a disposizione solo 4,5 milioni, tutti tratti dal sempre più esiguo bilancio regionale". "Siamo preoccupati quanto e più dell'assessore Funaro - prosegue - per quanto riguarda la situazione abitativa in Toscana, seppure la nostra regione – dati alla mano – non è certo tra quelle che stanno peggio in Italia". Ceccarelli parla inoltre dei fondi per la cosiddetta morosità non colpevole.
"Non c'è una Regione "cattiva" - spiega - che impedisce al comune di destinare queste risorse all'integrazione degli affittibensì una normativa statale che vincola la Regione per prima. Per aiutare i 'morosi non colpevoli' avremo risorse per 6,8 milioni di euro, di cui 1,5 milioni provenienti dal bilancio regionale. Tutto quello che potremo fare, come già annunciato nel recente incontro con Anci, sarà dirottare una parte delle risorse regionali sul contributo affitti". L'assessore precisa che con gli attuali vincoli di bilancio la Regione può spendere solo entro i limiti di quello che entra nelle sue casse e – a tassazione invariata – i trasferimenti statali sono ogni anno soggetti a tagli più consistenti.
A questi vincoli si aggiungono inoltre quelli specifici collegati ad ogni trasferimento. Per far fronte a questa situazione, la Toscana sta definendo un piano di intervento articolato su più fronti. "La Regione - spiega Ceccarelli - non vuole farsi ingessare nella sua operatività proprio mentre la realtà muta profondamente di fronte a noi. Per questo stiamo mettendo a punto un piano di azione che consenta la realizzazione di circa 1400 nuovi alloggi nei prossimi 3 anni, per circa 100 milioni di investimenti, alla revisione delle norme esistenti ed a ridisegnare la governance del sistema.
Sei milioni di risorse statali saranno a breve rese disponibili per la ristrutturazione degli all oggi di risulta. Vogliamo, inoltre, introdurre maggiore equità negli affitti, ritoccando la fasce medio-alte, che non furono toccate con la legge 41/2015, ma attraverso l'applicazione dell'Isee, con l'obiettivo di garantire l'autosufficienza per la manutenzione del patrimonio. E, infine, vogliamo dare più flessibilità di intervento ai sindaci". "In questa fase nazionale di revisione dell'intero sistema dei servizi pubblici - ha aggiunto Ceccarelli - non vedo perchè questa riorganizzazione non dovrebbe riguardare anche le politiche abitative, dove accade – tanto per fare un esempio - che a Massa la gestione unitaria di un appartamento costi più di 600 euro, mentre a Firenze ne costa meno di 300.
Dobbiamo razionalizzare e ridurre i costi di gestione, senza far venire meno i servizi sul territorio, per dare all'assessore Funaro e a tutti i suoi colleghi dei Comuni toscani maggiori risorse per sostenere le politiche della casa e non limitarci solo a chiedere maggiori finanziamenti. Su questi temi, le Regioni sono impegnate già in un confronto con il Governo, al quale i comuni potrebbero fornire un supporto importante, perché la soluzione di un problema di questa rilevanza è possibile solo con l'azione congiunta di tutte le istituzioni, senza pensare di pote rsela cavare alzando la voce per reclamare soldi dal soggetto più vicino, che soffre degli stessi problemi".