Da Teheran a Firenze, passando per Milano e Roma: la protesta delle donne iraniane arriva in Italia con un’iniziativa di solidarietà che ha coinvolto alcune delle maggiori istituzioni culturali sul territorio nazionale. Dopo aver aderito all’iniziativa promossa dalla Triennale di Milano e replicata dal MAXXI di Roma, l’Amministrazione comunale di Firenze insieme al Museo Novecento e alla Conferenza delle Donne Democratiche della Toscana consegna all’Ambasciata Islamica dell’Iran la teca con le ciocche di capelli depositate da tutti i partecipanti in un box posto nel loggiato esterno delle ex Leopoldine lo scorso 2 ottobre.
L’iniziativa nasce dalla volontà di unirsi simbolicamente alla pacifica lotta delle donne iraniane per dimostrare loro solidarietà a seguito dell’uccisione da parte della polizia morale della 22enne Mahsa Amini, arrestata per aver indossato male il velo, e della repressione violenta delle successive proteste che hanno provocato la morte di Hadith Najafi, ventenne diventata simbolo del dissenso. Un gesto che si ispira a quello compiuto, con coraggio, dalle donne iraniane nelle piazze delle principali città. Le ciocche raccolte saranno consegnate all'Ambasciata della Repubblica Islamica dell'Iran in segno di solidarietà alle donne iraniane.
“Con questo gesto esprimiamo la nostra vicinanza alle donne iraniane e alla battaglia per i loro diritti” ha detto l’assessora a Diritti e pari opportunità Benedetta Albanese. “Inviamo tutte le ciocche di capelli che donne e uomini si sono tagliati a Firenze in segno di solidarietà al popolo iraniano ed insieme anche una lettera in cui invitiamo ad ascoltare il nostro appello al rispetto dei diritti umani. Firenze, città libera e aperta, è al fianco delle donne di tutto il mondo nella battaglia del riconoscimento dei diritti e delle libertà, contro ogni repressione e violenza. Inviamo le ciocche raccolte presso il museo Novecento nella settimana in cui si celebra la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, che cade il 25 novembre”.
“Il Museo Novecento è un luogo di arte ma anche di sensibilità contemporanea, e come tale non può che accogliere con massima condivisione e convinzione un’iniziativa come questa" dichiara Sergio Risaliti, Direttore del Museo Novecento. "L’arte è infatti una delle forme di libertà più alte dell’essere umano e forma di contrasto ai regimi e all’oppressione di ogni genere. Eventi tragici come questo non possono che vedere il museo al centro del dibattito culturale e pronto alla solidarietà della pacifica protesta delle donne iraniane”.
“Ho collaborato con convinzione a questa iniziativa perché la determinazione delle donne iraniane per un cambiamento spero possa essere motore anche per altre situazioni di ingiustizia e oppressione”, ha aggiunto la presidente commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione al Consiglio comunale di Firenze Donata Bianchi.
"Mahsa Amini - aggiunge Tania Cintelli, portavoce della Conferenza delle donne democratiche della Toscana - è morta per una ciocca di capelli. Non indossava correttamente il velo ed è stata punita con la morte. Domani sarà un nuovo 25 novembre. Che sia davvero, per tutte e tutti, in ogni angolo del mondo, un momento di riflessione condivisa, per costruire tutte e tutti insieme un mondo capace di mettere davvero al centro i diritti e le libertà, a partire da quelli delle donne".