Firenze, 17 settembre 2020- L'albergo non riesce più a pagare l'affitto alla proprietà (per via del calo di affari dovuto al Covid), cessa l'attività e licenzia tutti i lavoratori (una quindicina). E' quanto sta accadendo all'hotel 5 stelle Villa La Vedetta di Firenze, situato nelle colline nel viale Michelangelo. Il gestore, Immofin SpA, nell'impossibilità di sostenere la locazione di 44.000 euro al mese alla società Selva Srl proprietaria dell'immobile, ha infatti già comunicato ai dipendenti il loro licenziamento a decorrere dal 1° ottobre (si tratta dei primi licenziamenti nel settore alberghiero a Firenze in epoca Covid), e per questo la Filcams Cgil ha subito attivato l'Unità di Crisi presso la Città Metropolitana di Firenze.
“Siamo di fronte ad una vicenda paradigmatica che in questo settore potrebbe replicarsi per chissà quanti altri casi ancora - sostiene Maurizio Magi di Filcams Cgil Firenze -. Rispetto al blocco dei licenziamenti in atto, abbiamo a che fare non solo con un'eccezione, quella cioè dei licenziamenti per cessazione di attività, che potrebbe presto diventare regola. Ma siamo soprattutto di fronte a proprietà le quali, per effetto dello loro pretese esose e fuori contesto di locazione, rischiano di distruggere il tessuto economico e sociale della città. Le istituzioni non possono guardare inermi ciò che accade e devono pretendere dalle rendite la ricerca di soluzioni condivise e sostenibili, volte alla tenuta occupazionale e sociale del territorio. Ecco perché la società Selva Srl non può sottrarsi al confronto che chiediamo si svolga urgentemente alla Città Metropolitana”.
“Da Firenze, dai delegati sindacali agli imprenditori, soprattutto dei settori del turismo, dell'artigianato e del commercio è arrivata una richiesta di aiuto che come Parlamento abbiamo il dovere di recepire” così la Presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, Debora Serracchiani commenta la sua giornata fiorentina caratterizzata da vari incontri con il mondo del lavoro e delle imprese. “Firenze, come altre città d’arte - spiega la Presidente - ha subito un colpo durissimo dal lockdown, sia per il ridimensionamento della presenza turistica sia per la contrazione dei consumi, pensiamo ai pubblici esercizi e all’esigenza di tanti di lavorare da casa in smart-working.
Come Camera dei Deputati, e come Commissione Lavoro in particolare, abbiamo deciso di studiare e porre in essere tutte le misure ordinarie e straordinarie al fine di garantire i livelli occupazionali, il che vuol dire investire non solo nei doverosi ammortizzatori sociali per sostenere le famiglie di chi non lavora, ma anche in misure ad hoc come aiuti specifici a determinati settori, come ad esempio moda e turismo che sono stati particolarmente danneggiati, e sgravi contributivi per nuove assunzioni.
Abbiamo infatti il dovere di non far disperdere un patrimonio di imprenditorialità e di capacità che è, pensiamo ad esempio all’artigianato artistico fiorentino, unico al mondo”. “Quanto a Firenze - conclude Serracchiani - già il ministro della Cultura Franceschini sta predisponendo azioni mirate per le città d’arte studiate a seguito di un confronto diretto con le parti sociali. Ma dobbiamo andare oltre e prevedere un piano generale per tutte le grandi città che vivono anche grazie ai lavoratori pendolari.
E’ una entrata che con lo smart working è venuta meno e come Commissione Lavoro abbiamo intenzione di studiare un progetto che tenga assieme sia questa innovazione nel mondo del lavoro, che sarà sempre più diffusa, sia l’esigenza di non rendere le nostre città involucri vuoti di vita e di umanità. Vogliamo passare dalla logica emergenziale dovuta all’emergenza Covid a un progetto organico che, da una parte armonizzi i tempi di vita e di lavoro delle persone, anche incentivando lo smart-working, ma dall’altra impedisca che il lavoro da casa diventi un freno alla socializzazione vera fra le persone con la desertificazione delle città”.
E’ operativo dal 14 settembre un supporto finanziario concreto alla liquidità delle imprese attivato dalla Regione Toscana attraverso i voucher garanzia: misure straordinarie messe a punto in collaborazione con Cna e il confidi di riferimento, Artigiancredito, proprio per favorire l’accesso al credito delle pmi toscane che intendono rialzare la testa dopo un lockdown che le ha danneggiate pesantemente.
Come spiega Emiliano Melani, vicepresidente CNA Toscana Centro: “siamo molto soddisfatti per il via libera a queste agevolazioni che mettono sul piatto un plafond di oltre 5 milioni di euro e che, di fatto, aiuteranno le imprese che oggi hanno necessità di realizzare operazioni finanziarie importanti, a riallineare alcune posizioni debitorie, ottenendo tre risultati importanti: ottenere dei tassi agevolati per i finanziamenti con la garanzia di Artigiancredito, velocizzare l’iter con il sistema bancario, abbattere il costo dell’intera operazione.
In sintesi, la Regione - con cui abbiamo lavorato negli ultimi mesi per rendere operativi i voucher - potrà supportare le imprese con un contributo a fondo perduto fino all’ 1,5% del finanziamento concesso, consentendo loro di abbattere costi accessori legati alla richiesta di garanzia sul credito”. Sul piano pratico, prosegue Melani: “i beneficiari dei voucher sono micro, piccole e medie imprese e professionisti e sono ammesse all’agevolazione le commissioni di garanzia pagate ai soggetti garanti su qualsiasi tipo di operazione finanziaria riassicurata al Fondo di Garanzia di importo massimo pari a 800.000,00, in data successiva alla data del decreto regionale di autorizzazione del soggetto garante.
L’agevolazione è concessa nella forma del contributo a fondo perduto fino all’1,5% dell’operazione finanziaria garantita e riassicurata fino alla copertura della commissione di garanzia. Il tutto, tra l’altro, fino ad esaurimento delle risorse disponibili”.
Intesa Sanpaolo annuncia l’estensione della moratoria fino a 24 mesi per le imprese del Turismo anche alle imprese clienti della rete Ubi Banca. La sospensione può essere richiesta entro il 30 settembre. L’iniziativa segue il pacchetto di soluzioni varato dalla prima banca italiana per le aziende del settore e dell’indotto in piena emergenza sanitaria con misure straordinarie. In questi mesi il Gruppo ha erogato al settore 2,6 miliardi di credito e, in particolare, a quattro mesi dall’introduzione della moratoria sui finanziamenti sono già oltre 23.000 le imprese clienti che vi hanno aderito, con un ammontare del debito residuo che supera i 3,6 miliardi di euro. Grazie alla integrazione di Ubi Banca all’interno del Gruppo Intesa Sanpaolo, avviata fin da subito sotto il profilo commerciale e che prosegue con rapidità, oggi potranno beneficiare di questa possibilità anche le 20.000 imprese clienti di Ubi che appartengono a questo settore così importante per il Paese e così duramente colpito dagli effetti della crisi pandemica.
Inoltre, sono a disposizione dei clienti del settore del turismo di UBI le misure a sostegno della liquidità e degli investimenti fino a un massimo di 72 mesi, con un preammortamento che potrà arrivare sino a 24 mesi attraverso la garanzia messa a disposizione da Fondo di Garanzia o Sace. L’estensione è parte integrante delle misure straordinarie già avviate da Intesa Sanpaolo a sostegno dell’economia, delle imprese e delle famiglie italiane nel corso del 2020 e prevede il coinvolgimento di tutte le principali organizzazioni imprenditoriali del segmento turistico-ricettivo in Italia - Federalberghi, Confcommercio, Federturismo, Federterme, Confindustria Alberghi - che hanno condiviso l’urgenza e la necessità di attivare soluzioni dedicate.