FIRENZE– L'assessore regionale al credito, Stefano Ciuoffo, dopo aver ricevuto questa mattina la delega da parte della Giunta regionale, ha votato il bilancio 2015 di Fidi Toscana, la finanziaria che ha nella Regione il suo socio di riferimento. Il bilancio è stato chiuso con un disavanzo di 13,8 milioni di euro determinato da tre poste straordinarie. La prima è derivata da una svalutazione delle quote relative alla Mukki Latte nell'operazione di fusione con la Centrale del latte di Torino. La seconda è imputabile ad una voce di bilancio di riserva costituita per affrontare un contenzioso con l'Agenzia delle entrate. La terza è l'iscrizione a bilancio della perdita determinata dalla gestione del fondo di garanzia da 102 milioni di euro.
"In quest'ultimo caso – spiega l'assessore Ciuoffo – si è trattato di uno dei più efficaci strumenti per mitigare gli effetti della crisi economica. Basti pensare che il fondo è stato utilizzato da Fidi per concedere garanzie per circa 1,7 miliardi di euro, attraverso 11.000 diverse operazioni che hanno interessato imprese che danno lavoro a 95.000 dipendenti e hanno un fatturato complessivo di 26,2 miliardi di euro".L'assessore ha sottolineato che senza queste poste straordinarie il bilancio di Fidi Toscana sarebbe stato in pareggio."Nel corso dell'assemblea dei soci – ha precisato Stefano Ciuoffo – ho chiesto a Fidi di produrre un piano industriale triennale che metta in grado la Regione e gli altri soci di valutare in anticipo quali potranno essere le prossime risultanze e l'andamento dei bilanci futuri.
Fidi deve e può essere in grado di ritrovare la propria progettualità. La sua mission principale sta nel dare sostegno all'economia toscana, mantenendo al contempo sotto controllo i costi della struttura, così da accompagnare le misure che stanno alla base delle politiche economiche della Regione contenute nel Programma regionale di sviluppo".Una raccomandazione, quella dell'assessore regionale, raccolta e fatta propria dai vertici della Finanziaria a partire dal presidente Lorenzo Petretto e dal direttore Italo Romano.