Firenze – Ha preso il via questa mattina (giovedì 30 marzo) dall’Auditorium di palazzo del Pegaso, sede del Consiglio regionale della Toscana, il festival itinerante dell’italiano e delle lingue d’Italia Parole in cammino. La sesta edizione del festival, nato a Siena nel 2017 e approdato a Firenze nel 2021, si terrà quest’anno fino al 1° aprile tra palazzo del Pegaso, palazzo Strozzi Sacrati e la Biblioteca delle Oblate. Tre i focus del programma: lingua e comunicazione politica, linguaggio giovanile e linguaggio inclusivo.
La sessione inaugurale si è aperta con gli interventi del vicepresidente del Consiglio regionale Stefano Scaramelli, la presidente della Commissione cultura Cristina Giachi, il sottosegretario al Ministero dell’Istruzione Paola Frassinetti, la presidente del Parlamento degli studenti della Toscana Maria Vittoria D’Annunzio, ildirettore artistico del Festival Massimo Arcangeli e Giacomo Tizzanini, dirigente dell’Ufficio scolastico regionale della Toscana.
“Si tratta di un festival importante che parte da Firenze e dalla Toscana”, ha esordito Stefano Scaramelli, promotore dell’iniziativa presso l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, che ha sottolineato come quest'anno, per la prima volta, sia stato coinvolto il Parlamento gli studenti della Toscana “per affermare il significato e l'importanza delle parole e del linguaggio, in un tempo in cui l’odio si esprime non solo attraverso la violenza fisica, ma spesso attraverso quella verbale”. “Allo stesso tempo – ha continuato – è un’edizione che si propone di affrontare sfide nuove: si discuterà infatti di come le tecnologie possano essere applicate per rendere il linguaggio inclusivo verso chi ha difficoltà a comunicare. Sarà un tema centrale in un festival che mette insieme tradizione e innovazione”.
Dell’importanza della lingua come fotografia del pensiero ha parlato la presidente della commissione Cultura e Istruzione Cristina Giachi, promotrice, insieme alla Commissione stessa, di una proposta di legge indirizzata al Parlamento per introdurre 15 minuti di lettura libera quotidiana nelle scuole. “Abbiamo bisogno di trasmettere alle ragazze e ai ragazzi l'amore per l’italiano, che è una lingua straordinaria – ha affermato –. In questi anni c’è stato un grande lavoro di riflessione, penso al tema della lingua di genere che ha sfidato le sensibilità di molti. Ma in Italia non siamo un popolo di grandi lettori, abbiamo bisogno di pensare meglio e di stare più vicini alle parole. Per questo, con la commissione Cultura e istruzione, abbiamo proposto al Parlamento una legge sulla lettura libera nelle scuole: leggere è la via maestra per incontrare le parole”.
Una proposta che il sottosegretario al Ministero dell’Istruzione Paola Frassinetti ha valutato “molto interessante”. “La lettura libera è interessante sia perché ha un effetto propedeutico all’imparare a leggere, sia perché la varietà dei temi oggetti della lettura non possono che accrescere la cultura individuale degli studenti – ha detto –. A questa proposta affiancherei anche quella di aumentare le ore di grammatica italiana, soprattutto nelle scuole primarie e medie inferiori”.
Il sottosegretario ha poi parlato di un festival in cui “si guarda alla lingua italiana con un approccio diversificato, come quello dell’inclusività o del linguaggio dei giovani, ma sempre con l’obiettivo di difendere questo patrimonio antico che è la nostra lingua”. Il sottosegretario ha inoltre ricordato la sua proposta di legge di istituire un Consiglio superiore della lingua italiana “atto a tutelare l’italiano in tutte le sue sfaccettature”.
La presidente del Parlamento degli studenti della Toscana, Maria Vittoria D’Annunzio, ha sottolineato l’importanza di un Festival che “ci permette di confrontarci con realtà molto diverse e di metterci in gioco. Le parole hanno un grosso peso e noi giovani, che siamo in fieri del nostro percorso, dobbiamo imparare a usare il linguaggio in modo conforme al nostro ruolo”.
Infine Massimo Arcangeli, direttore artistico del festival, ha evidenziato come i “linguaggi dei giovani sono sempre più esplosivi e espressivi, il che vuol dire che stanno reagendo anche all'apparente crisi dell'italiano perché sentono la necessità di comunicare”. E ha rilanciato l’idea di istituire una giornata nazionale dedicata ai linguaggi inclusivi. “ll primo aprile – ha concluso – rifletteremo su tutti gli aspetti fondamentali perché l'inclusività possa diventare davvero uno strumento operativo”.
Ha condotto la sessione di apertura del festival la giornalista del “Corriere della Sera” Valentina Santarpia.