“Che fine ha fatto il progetto alternativo al raddoppio ferroviario che il comune di Montecatini Terme aveva chiesto alle Ferrovie di presentare entro il 31 Ottobre?” A domandarlo è il segretario generale della Fit-Cisl della Toscana, Stefano Boni.“Siamo ormai alla fine di dicembre - dice Boni - e il dibattito sul raddoppio ferroviario Pistoia–Montecatini-Lucca è ancora incerto. I lavori del primo lotto, da Pistoia fino alle porte della stazione centrale di Montecatini Terme, stentano a procedere, mentre si susseguono le prese di posizione, sia dei comuni interessati che dei molti comitati, i quali, grazie alla preparazione e competenza, sembra abbiano sostituito le amministrazioni comunali sulle scelte infrastrutturali.
Chiediamo che alla fine prevalga il bene comune e che senza perdere altro tempo e denaro si attuino i progetti già previsti (e finanziati con 200 milioni dal governo e 235 dalla Regione), che consentano di raddoppiare i binari fra Pistoia e Lucca e di eliminare, grazie a cavalcavia o sottopassaggi, tutti i passaggi a livello.”“In particolare per quanto riguarda Montecatini Terme, il Comune è chiamato ad assumersi tutte le responsabilità, sia in termini di sostenibilità ambientale, ma anche guardando al bene collettivo dei cittadini, in tema di mobilità, sviluppo e posti di lavoro.
Ci dispiace evidenziare invece che si sta perdendo tempo; infatti le ferrovie non hanno presentato, entro il 31 ottobre 2016, alcun progetto alternativo come aveva chiesto il Comune, anzi è calato il silenzio e i bandi per il secondo lotto, che dovevano partire a gennaio 2017, sono morti. I fondi stanziati, se non si spenderanno nei tempi previsti, verranno dirottati in altre infrastrutture ferroviarie, magari fuori dalla nostra Regione.”“Sostenere che nessuno deve mettere fretta all’amministrazione comunale rispetto alle scelte da prendere fa un po’ sorridere, perché dopo 40 anni ancora non c’è una soluzione condivisa ! Allora vuol dire che si tenta di prendere tempo, per poi magari far decidere alla prossima amministrazione.
Quando si sceglie di governare, invece, bisogna assumersi la responsabilità: non basta dire NO, ma occorre affrontare i problemi, coinvolgere i cittadini, sentire gli esperti, valutare tutte le ipotesi e poi decidere, senza perdere tempo e creare le opportunità di sviluppo del territorio che si è stati chiamati a governare.”“Ricordiamo che i nuovi progetti in soprelevata, proposti dai comuni interessati, per il tratto Pieve–Montecatini, farebbero lievitare i costi di ulteriori 90 milioni di euro, mentre la sopraelevata nel tratto che attraversa Montecatini (circa un Km e mezzo) di ulteriori 30 milioni che non sono stanziati e quindi da reperire.
C’è anche da tener conto che la soluzione sopraelevata comporterebbe la realizzazione di una infrastruttura alta da terra 4/5 metri, oltre l’altezza delle barriere antirumore per un totale di 12/15 metri, con effetto muro sopraelevato. Una scelta che comporterebbe anche la chiusura della ferrovia per almeno due anni, senza contare il nuovo impatto ambientale, l’aumento di traffico, il rumore, i costi di gestione/manutenzione lievitati e il fatto che i cittadini, quando apriranno le finestre, invece di vedere il sole si troveranno il treno a pochi metri di distanza.”“In nessun caso crediamo sia auspicabile raddoppiare il tracciato previsto togliendo il tratto Montecatini-Pescia e creando un imbuto sia in entrata che in uscita, penalizzando tutto il territorio più industrializzato della Toscana, soltanto perché è preferibile dire NO che assumersi la responsabilità di decidere.
Chiediamo in primis l’intervento del Governo con il Ministero dei Trasporti che, sentendo le istituzioni preposte, assuma una decisione nell’interesse di quel territorio e della Toscana. La Fit-Cisl, chiede di non perdere tempo, di rispettare i tempi di realizzazione con i tracciati deliberati. Non possiamo perdere l’ennesima opportunità, sia per creare posti di lavoro e sviluppo, sia per dare un servizio efficiente ed efficace ai cittadini, pendolari e lavoratori, della Toscana.”