Firenze, 13-8-2022 - Ancora una volta, le lavoratrici e i lavoratori della grande distribuzione saranno chiamati a lavorare per Ferragosto, giorno che dovrebbe essere dedicato alla famiglia, agli amici, allo svago. La Filcams Cgil della Toscana è da sempre contraria alle aperture dei negozi per le festività civili e religiose e alle domeniche.
Per questo la Filcams Cgil della Toscana proclama ASTENSIONE e SCIOPERO dal LAVORO per l’intera giornata del 15 agosto 2022. Sottolineando quanto molte sentenze hanno sancito: il lavoro nelle festività civili e religiose NON E' UN OBBLIGO. Il lavoratore NON può essere comandato al lavoro senza il proprio consenso".
"Purtroppo si continua a tenere aperti i punti vendita, ormai in tutte le festività, sia civili che religiose, costringendo molte persone a rinunciare ai propri affetti -spiega Stefano Nicoli di Filcams Cgil Toscana- Una decisione che continua a sviluppare una cultura del consumo a scapito della conciliazione dei tempi di vita e della socialità, con effetti negativi sopratutto per le categorie più deboli, in un settore rappresentato soprattutto da donne. Le aperture domenicali e festive del commercio vanno regolamentate. Chiudere nelle giornate festive è un segno di civiltà. Bisogna necessariamente pensare ad un consumo più sostenibile e responsabile, per il bene di tutti".
Vigilanza privata (Guardie giurate e portavalori) e servizi fiduciari: il 16-17 agosto in Toscana è sciopero per il rinnovo del Contratto nazionale (8 mila lavoratori/lavoratrici interessati/e nella regione). Si tratta di una iniziativa all’interno della mobilitazione nazionale.
Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs UIL Toscana hanno scritto una lettera ai prefetti toscani per chiedere un “interessamento rispetto al rinnovo del Contratto Nazionale della Vigilanza Privata e Servizi Fiduciari. Dopo 7 anni dalla scadenza, questi lavoratori e lavoratrici non hanno ancora un Contratto Nazionale. E’ evidente come le loro retribuzioni siano oggi altamente insufficienti a garantire una vita dignitosa, per il troppo tempo trascorso, e per l’inflazione che ha eroso potere di acquisto. Parliamo di lavoratori e lavoratrici che quotidianamente garantiscono sicurezza privata e pubblica, che durante la pandemia hanno spesso svolto mansioni aggiuntive, anche non proprie, per la tutela della collettività”.
LA VERTENZA
I sindacati nella lettera ricostruiscono le tappe della vertenza e mettono nel mirino le controparti: “Dopo molti incontri con le associazioni datoriali senza risultato, a marzo queste hanno pensato bene di abbandonare il tavolo, dichiarando che non avevano mandato a proseguire la trattativa dalle aziende associate, cosa che ha prodotto la nostra reazione con lo sciopero nazionale del 02 maggio.Abbiamo una compagine di associazioni datoriali frammentate, che non riesce ad esercitare una sintesi positiva per le relazioni sindacali.
Non possiamo accettare che le nostre controparti non si assumano la responsabilità di definire delle condizioni di lavoro adeguate alle mansioni, che sempre più si implementano, e a riconoscere giuste retribuzioni, sia per la vigilanza privata che per i lavoratori e le lavoratrici dei servizi fiduciari; per questi ultimi tra l’altro già avremmo dovuto modificare le condizioni retributive nella vigenza di questo Contratto nazionale. Per questo motivo dopo lo sciopero del 2 maggio sono proseguite le azioni di mobilitazione a valenza territoriale”.
Nella lettera dei sindacati si legge poi che “in Toscana abbiamo esperito la procedura di raffreddamento e già effettuato una settimana di blocco del lavoro straordinario a giugno, seguita dallo sciopero che effettueremo dalle ore 6 del 16 agosto alle ore 5,59 del 17 agosto. A fine luglio le associazioni datoriali hanno proposto un nuovo incontro per il 5 settembre, ma senza dare rassicurazioni rispetto ai temi irrisolti”.
L’APPELLO
Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs UIL Toscana spiegano che “non c’è più tempo” e chiedono ai prefetti toscani “un intervento presso il Ministero dell’Interno e il Ministero del Lavoro, interventi che abbiamo già richiesto ovviamente a livello nazionale, ma che tardano a dare segnali di concretezza necessari. Non possiamo più aspettare. Le azioni di mobilitazione si stanno moltiplicando e si inaspriranno se dall’incontro del 5 settembre non emergerà con fatti concreti la possibilità di rinnovare il Contratto nazionale”.