Firenze, 10 aprile 2021: “I venditori ambulanti, più di altre categorie, sono vittime delle decisioni incoscienti del Governo Conte e poi di quello Draghi. Con una mozione chiediamo, perciò, alla Regione di sollecitare il Governo ad istituire un tavolo di crisi per il sostegno al settore, di escludere gli ambulanti da qualsiasi tipo di limitazione alla vendita in tutte le fasce di rischio e di intervenire affinché vengano aboliti i canoni di occupazione del suolo pubblico ed i contributi previdenziali per il 2021” è quanto dichiarato da Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale, che questa mattina ha portato il suo sostegno agli ambulanti che manifestavano a Scandicci.
“Non esistono evidenze scientifiche per cui i mercati all’aperto siano luoghi di diffusione del Coronavirus eppure gli ambulanti di tutti i settori merceologici sono costretti a non lavorare quando la loro Regione diventa rossa. Chiediamo a Governo e Regione Toscana di rivedere quanto prima questa assurdità che sta mettendo in ginocchio dei lavoratori già duramente provati dalla crisi economica. Non è con i soli divieti che si argina la pandemia, servono più tracciamenti, più cure domiciliari e più posti letto negli ospedali oltre ad una campagna vaccinale ben organizzata”, conclude il capogruppo.
“Non possiamo non ascoltare il disperato grido d’aiuto degli ambulanti toscani, dimenticati dallo Stato. Con una mozione chiediamo, perciò, alla Regione di sollecitare il Governo ad istituire un tavolo di crisi per il sostegno al settore, di escludere gli ambulanti da qualsiasi tipo di limitazione alla vendita in tutte le fasce di rischio, di intervenire affinché vengano aboliti i canoni di occupazione del suolo pubblico ed i contributi previdenziali per il 2021” annunciano i consiglieri regionali di Fdi Diego Petrucci, componente della Commissione Sanità, e Vittorio Fantozzi, vicepresidente della Commissione Sviluppo economico.“Uno studio irlandese ha rivelato che il contagio all’aperto è limitato allo 0,1% dei casi, ma nelle zone rosse le attività di vendita sulle aree pubbliche, non qualificabili come mercati istituzionali, sono sospese.
Invece, i supermercati possono rimanere aperti 7 giorni su 7, senza limitazioni orarie, nonostante i valori di rischio per esposizione, prossimità e aggregazione siano superiori a quelli rilevati per le attività svolte all’aria aperta” fanno notare Petrucci e Fantozzi-“Non bisogna dimenticare che gli operatori di mercato su area pubblica si muovono da comune a comune, minimizzando così lo spostamento dei cittadini per l’acquisto di beni di necessità. Il commercio ambulante si svolge nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza, e fornisce un servizio fondamentale, a prezzi ridotti, a fasce di popolazione che altrimenti non avrebbero occasione di fare acquisti” sottolineano i consiglieri regionali di Fdi.
Approfondimenti
“Il tempo sta per scadere: senza una nuova strategia e interventi immediati da parte del Governo le aziende del settore moda non sopravviveranno alla crisi”. È un richiamo senza appello quello lanciato dalla presidente di Confcommercio Provincia di Pisa e presidente di Federazione Moda Toscana Federica Grassini. “In un incontro con il sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni e il segretario della Commissione Attività produttive, Commercio e Turismo della Camera dei deputati Benedetta Fiorini, abbiamo indicato le linee guida da seguire per la sopravvivenza della filiera della moda, delle imprese manifatturiere e commerciali del tessile, abbigliamento, calzature, pelletteria e accessori”.
Tra le richieste, la garanzia di una riapertura immediata dei negozi di moda in fascia rossa “come già avviene in altre parti d’Europa, su appuntamento oppure trovando soluzioni come l'apertura in diverse fasce orarie, o permettendo l’ingresso ad una sola persona alla volta, nel rispetto delle linee guida per i negozi al dettaglio e dei protocolli vigenti”.
Sul fronte degli indennizzi Grassini evidenzia “la scarsità delle risorse destinate alle imprese della moda, la necessità di riproporre l'emendamento sull'estensione alla filiera della moda del credito d'imposta sulle eccedenze di magazzino e la riproposizione del credito d'imposta sui canoni di locazione delle attività commerciali, previsto dal Decreto Ristori, almeno per i primi quattro mesi del 2021 per le aziende della moda costrette alla chiusura in fascia rossa.
A sostegno e stimolazione della domanda, proponiamo l'introduzione di un’aliquota agevolata temporanea del 10% e di detrazioni fiscali dedicate al consumo, sulla scia di quanto messo in campo in altri settori, come edilizia e auto”.
Fondamentale poi rivedere i criteri di assegnazione dei sostegni. “Le aziende del settore moda pagano la selettività dell'ultimo Decreto Sostegni, che prevede una soglia del 30% comunque penalizzante per l'accesso ai contributi da parte di attività che, a differenza di altri settori, hanno arginato le perdite di fatturato facendo ampio ricorso a sconti, promozioni e saldi che hanno sì abbassato le perdite, ma eliminato pesantemente i margini che permettono alle imprese di stare sul mercato”.
“Il disagio economico e psicologico del momento non è stato per nulla mitigato dal Decreto Sostegni, anzi si è acuito con il prolungamento del lockdown: senza la realizzazione degli interventi che chiediamo, dopo i 15 miliardi di euro persi in un anno nella sola Toscana, le peggiori previsioni diventeranno presto realtà”.