No all'accesso alle seconde case, sì alle passeggiate, in bici o a piedi, in "prossimità dall'abitazione", cioè all'interno del Comune. E' quanto concede un'ordinanza della Regione Toscana, annunciata nella seduta odierna del Consiglio regionale dal presidente Enrico Rossi, che scandisce nuove libertà a partire dal primo maggio.
"Andare a mettere a posto le seconde case, andare a equitazione, andare a mettere a posto il capanno di caccia, è un conto, su questo bisogna stare attenti", ha premesso Rossi."Invece -ha continuato Rossi- un’interpretazione di cosa si intenda per attività di motoria, di prossimità, a piedi, o in bici, potrebbe dare un segno di movimento e una risposta al bisogno di sentirsi liberi di muoversi un po’ senza andare a impattare in assembramenti": "Come prossimità per attività motoria, a piedi o in bici", Rossi intende "all’interno del proprio Comune, senza utilizzare automobili o mezzi pubblici". Questo a Rossi "sembra un segnale che va incontro a tante famiglie, a tante persone, chiuse in casa da tanto tempo". Naturalmente, ha precisato , "dobbiamo guardare attentamente a quello che accadrà dal 4 di maggio".
Tra genitori e figli minori, residenti nella stessa abitazione, così come tra accompagnatore e persona non pienamente autosufficiente, inoltre, non sarà necessario mantenere il distanziamento sociale che resta invece necessario verso tutti gli altri. E’ quanto stabilisce la nuova ordinanza firmata oggi dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi d’intesa con Anci Toscana e Upi Toscana. Pur nel rispetto dell’obiettivo primario di contenere l’emergenza epidemiologica da Covid-19, con questa ordinanza si intende rispondere ad esigenze di tutela della salute individuale e collettiva e di benessere psico-fisico, in particolare dei minori.
Sulla possibilità di sconfinamento dalla propria Regione, rispondendo alle richieste venute soprattutto dalla Lega, di provare a forzare la mano col Governo per chi ad esempio dall'aretino debba andare in Umbria, Rossi si è pronunciato negativamente, ricordando l'esperienza "scottante" dei contagi arrivati dal nord Italia meno di due mesi fa. "Dalla parte dell'Abetone c'è stato un flusso che è venuto giù dall'Emilia, contagiando il pistoiese. Questo rimane il punto maggiormente critico per noi. Non si possono riaprire in maniera indifferenziata i confini regionali. Lo capisco, anche se sono nel cuore di tante famiglie che ci scrivono che hanno un marito o una moglie magari a La Spezia o nel Lazio. Dovremo trovare il modo di essere vicini a queste persone, ma dobbiamo andare per gradi. Dire sì indistintamente a tutti per le riaperture, sarebbe un problema".
"Io -ha concluso Rossi- sono molto preoccupato per i mezzi di trasporto pubblici. Può essere un ambiente assai pericoloso. Non possiamo fare passi falsi, per non cancellare rapidamente quanto costruito dai cittadini con tanto sacrificio. Attenzione".