Ennesima aggressione al pronto soccorso dell’ospedale di Prato, questa volta nella notte tra giovedì e venerdì, ai danni di un cittadino. E la segreteria di Prato del NurSind torna a segnalare la situazione di estrema pericolosità nella quale i sanitari sono costretti a lavorare quotidianamente.
“Il personale in servizio al prono soccorso - spiega il segretario territoriale Roberto Cesario - è stanco di lavorare in condizioni di alto rischio per la propria incolumità e per quella degli assistiti. E’ assurdo che in un ospedale di una città come Prato non ci sia un posto di polizia aperto 24 ore. A tutela dei cittadini e dei lavoratori in ospedale ci sono solo guardie giurate, che svolgono un lavoro preciso e accurato anche rischiando in primis, ma che in casi come quello dell’altra notte non possono far altro che avvisare le forze dell’ordine. Il personale in servizio ha il diritto di essere tutelato, così come i cittadini che per motivi sanitari si trovano ad aver bisogno del pronto soccorso”.
“Come sindacato - prosegue Cesario - abbiamo più volte fatto presente a Comune, Prefettura e Questura il problema della sicurezza in ospedale, senza aver mai avuto risposte concrete. Siccome la sicurezza sul posto di lavoro è un diritto sul quale come sindacato non siamo disposti a transigere, chiediamo nuovamente che venga istituito con la massima celerità un posto di polizia aperto 24 ore”.
Da anni la FP CGIL Firenze ha chiesto all’Azienda Sanitaria USL Centro l’apertura di un confronto per l’adozione di misure straordinarie per il contenimento degli episodi di aggressioni che ormai con cadenza quotidiana colpiscono il personale che lavora in ambito sanitario: “L’aggressione subita dai sanitari a Montedomini pochi giorni fa è solo la punta dell’iceberg di una situazione fuori controllo da anni, una situazione già denunciata a marzo dalla nostra sigla, con apposita missiva, al Prefetto di Firenze, che ancora ad oggi è in attesa di risposta. Un confronto aperto con l’azienda, iniziato dopo i ripetuti gravi fenomeni di violenza nei confronti del personale sanitario, registrati all’interno della Rems di Empoli, dove ancora ad oggi sono rimaste inascoltate le nostre richieste di potenziamento del servizio di vigilanza interna e di aumento delle dotazioni organiche.
In generale tutti gli SPDC aziendali e i servizi territoriali della salute mentale sono da anni investiti dal fenomeno delle aggressioni, che sono aumentate in maniera esponenziale, soprattutto a causa dell’aumento repentino dei casi di pazienti che hanno uno spiccato comportamento antisociale, che sfocia negli episodi di violenza che stiamo registrando in questi anni.
I servizi della salute mentale non sono in alcun modo attrezzati per far fronte a questo preoccupante fenomeno, né da un punto di vista clinico (nessuno ha mai previsto dei percorsi terapeutici dedicati a questa tipologia di pazienti) né da un punto visto organizzativo (l’azienda non ha mai adottato strumenti efficaci di prevenzione delle aggressioni, come ad esempio il rafforzamento di un servizio di vigilanza dedicato per tutti i servizi della salute mentale sia ospedaliera che territoriale). E non c’è stato l’incremento del personale sanitario presente in questi servizi, i cui standard occupazionali non sono sufficienti per gestire questo nuovo fenomeno”.
Per queste ragioni, il 12 marzo 2024 la FP CGIL ha scritto al Prefetto di Firenze per chiedere l’apertura immediata di un confronto sul tema della prevenzione delle aggressioni e degli episodi di violenza nei confronti degli operatori sanitari.La FP CGIL ribadisce la richiesta, già avanzata nel marzo scorso, di convocazione di un tavolo urgente di confronto fra Istituzioni, Azienda e parti sociali, non solo per l’applicazione della legge ad oggi in vigore, e sollecita l’azienda sanitaria di pubblicare il prima possibile i piani specifici sulla sicurezza previsti dalla legge, che possano prevedere la possibilità di istituire un servizio di protezione aziendale dedicato, appositamente formato, per la piena adozione di protocolli anti-violenza condivisi con Questura e forze dell’ordine.