Se sul versante idro-potabile non sembrano presenti particolari allarmi sul versante del rifornimento idrico per l’irrigazione la situazione desta forte preoccupazione. I cambiamenti climatici ripropongono in modo ciclico il problema della risorsa acque che deve essere affrontato in modo strutturale, è questo il mandato che i convenuti si sono dati. I numeri presentati al tavolo dalla Coldiretti Toscana sono impietosi, crollata la produzione di cereali del 40%, con punte del 70% per il mais; foraggi, ortaggi, pomodoro da industria e frutta segnano perdite intorno al 50%, come anche l’apicoltura, non stanno meglio vite ed olivo con danni dal 20 al 40% e pure l’allevamento sia bovino che ovino segna un -10%. La grande sete si è portata via anche fiori e piante in vaso per un 20%.
La situazione si presenta di estrema complessità in tutta la regione, dalla piana di Grosseto e la fascia costiera dove non piove da tre mesi con i livelli di falda inferiori al livello della fascia di riferimento. Anche il livello termico registra uno scarto relativo di +1,1 °C rispetto alla temperatura media nel confronto con il periodo climatico precedente e tale surplus termico registrato è stato in prevalenza determinato dal maggior aumento delle temperature massime, passate dai 21,9 °C ai 22,9 °C. Il deficit di pioggia del maggio 2017, rispetto ai valori del precedente trentennio medio analizzato sulla quasi totalità del territorio regionale, con valori piuttosto marcati in corrispondenza dei principali bacini idrografici, dell’ordine del 50%, corrispondenti a 50-60 mm di pioggia in meno rispetto al periodo medio di riferimento per il periodo.
“La siccità colpisce pesantemente tutta l’agricoltura toscana. Gli agricoltori – afferma Tulio Marcelli presidente di Coldiretti regionale – devono ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le produzioni, sono a rischio ortaggi e frutta, cereali e pomodoro, ma anche girasoli, i vigneti e il fieno per l’alimentazione degli animali per la produzione di latte. Ed anche gli olivi in piena fioritura sono sotto stress”.
“La situazione difficile e colpisce a macchia di leopardo tutto il territorio regionale. Con punte più acute in maremma, nella val di Cornia e in val di Chiana – continua Marcelli - ed oggi alla Regione Toscana abbiamo indicato i settori in emergenza”.
“In Toscana esistono dai 4 ai 5 mila piccoli invasi spesso in stato di abbandono e che potrebbero rappresentare invece un importante volano per gestire le emergenze idriche. Occorrono investimenti per la loro manutenzione e per garantirne un uso efficiente – ha detto Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana, al termine del vertice - per questo accogliamo con soddisfazione la proposta della Regione di dare vita ad un tavolo di approfondimento per verificare lo stato dell’arte, mettendo a disposizione investimenti per realizzare un reticolo di salvaguardia per la nostra agricoltura. Intanto è necessario continuare l'iter per il riconoscimento dello stato di calamità e garantire in tempi brevissimi alle imprese agricole un minimo di ristoro per quanto riguarda la dilazione dei contributi previdenziali ed i prestiti bancari”.