Giacomo Giannarelli, 36 anni. Consulente energetico per aziende e privati con un passato da imprenditore artigiano, laureato in scienze politiche, vive a Carrara con la moglie Chiara. Attivista dal 2005 nel Movimento 5 Stelle, è fondatore del meet up di Carrara. Da sempre sensibile al tema dei rifiuti è formatore certificato dal Centro Rifiuti Zero di Capannori. Nel tempo libero ama dedicarsi alla sua passione che è la musica.
Sanità: Come ridurre le liste di attesa che tante polemiche hanno suscitato e suscitano nei cittadini?"Le lista d'attesa sono strumento della privatizzazione sanitaria. Quando un cittadino viene stimolato dal suo medico di famiglia a fare un esame e se lo ritrova fissato a cinque sei mesi di distanza è portato a rivolgersi al privato o a non curarsi. La soluzione per ridurre le liste d'attesa passa anche dal limitare la libera professione intra moenia dei medici e favorire - in netta controtendenza con le politiche di Rossi - l'assunzione di personale nei servizi cruciali: per esempio radiodiagnostica.
I medici che fanno la libera professione in vari pomeriggi della settimana si dedicano interamente all'intra moenia e noi crediamo che quando un servizio è in sofferenza l'azienda deve limitare questa"pratica" e impegnare i medici nello smaltimento delle liste. Oggi le politica PD è questa: non si pagano le eventuali ore in straordinario (se non quelle fatte in reperibilità o al limite in guardia attiva) e quindi i medici sono restii a fare ore in più. Interverremo su questo in sinergia con loro.
Infine, ultimo elemento: controllare l'operato dei medici di famiglia che tendono a inviare i pazienti a fare visite specialistiche ed esami talora immotivamente, facendo lievitare le liste d'attesa. I medici di famiglia devono essere messi nelle condizioni di fare i medici e non gli erogatori di ricette e prescrizioni. Per fare questo è necessario ridurre il numero di pazienti assegnato a ciascun medico e quindi, anche in questo caso, procedere con integrazione del personale assente. A chi eccepisce che questo comporti un aggravio sulla spesa rispondiamo: la spesa è così alta perché il sistema non funziona.
A parità di costi possiamo migliorare il sistema, quindi il servizio, quindi la salute pubblica".
Lavoro: Cosa farà la Toscana per diminuire la disoccupazione? "Una regione francese simile alla Toscana per demografia ha adottato le indicazioni della terza rivoluzione industriale di Jeremy Rifkin, ovvero le nostre 5 stelle (produzione distribuita di energia da fonti rinnovabili, strategia rifiuti zero, interconnettività, mobilità sostenibile, acqua e sanità pubblica) e ha creato 26.000 posti di lavoro. Gli esempi ci sono, il know how pure: basta avere la volontà politica di applicarli e noi l'abbiamo.A questa ricetta possiamo associare altre componenti fondamentali: un piano del turismo in grado di portare la Toscana da sesta a prima regione italiana per afflusso di turisti stranieri, tramite formazione degli operatori e marketing territoriale distribuito, e una sinergia profonda tra Università e piccole e medie imprese messe in rete per puntare allo sviluppo di poli e distretti centrati su ricerca e sviluppo.
Gli esempi anche qui non mancano, nella stessa regione, dobbiamo solo estenderli a tutto il territorio e potenziare la relazione con i nostri atenei. Da qui contiamo di innescare un circolo virtuoso che valorizzi le nostre Università come motore di sviluppo, in sinergia con un tessuto produttivo toscano, inclusivo di capitali stranieri ma non da questi totalmente dipendente. Chi vive e lavora in Toscana vuole restare qui e noi creeremo le condizioni per farli restare e anzi attrarre i "cervelli" dall'estero, perché forti di un territorio e di un patrimonio culturale che se valorizzati possono divenire fattore cruciale nelle scelte di vita di molti".
Grandi Opere: La Tav è ancora un'opera strategica? "Fermeremo il sotto-attraversamento TAV e punteremo sul progetto dell'Università di Firenze, meno costoso e più efficiente, per la variante di superficie".
Trasporti: Ferro e Gomma possono migliorare? "La vera sfida sono le tante azioni sinergiche per rafforzare la rete ferroviaria - elettrificazione delle linee, raddoppi dei binari - utile a creare un sistema integrato del trasporto centrato sulla rotaia e capace di far raggiungere a chiunque, in tempi ragionevoli, le nostre "periferie" toscane, oggi abbandonate.Quanto alla gara regionale su gomma noi vogliamo rispettare il volere dei cittadini espresso nel 2011 con il referendum. I servizi di base, incluso il trasporto pubblico locale, devono rimanere pubblici e a gestione pubblica. Il modo per rendere il sistema efficiente è semplice: togliere i partiti dalla gestione, ascoltare i lavoratori, i pendolari e le imprese per capire insieme come garantire un servizio all'altezza degli standard europei. Noi lo faremo".
Aeroporto: Firenze e Pisa, cosa cambierà per la Toscana? "Siamo contro la nuova pista di Peretola e metteremo in essere ogni azione civile e civica per contrastare quest'opera assurda. Firenze è aeroporto da migliorare ma in ottica di city airport e collegamento con Pisa, unico aeroporto internazionale toscano. Lo studio del politecnico di Milano esplicita come in un territorio come il nostro sia controproducente lo sviluppo parallelo di due realtà aeroportuali simili.
Inoltre tutta la cittadinanza della Piana è contraria a quest'opera e lì sta il punto. Ma è mai possibile che decisioni di questa portata, frutto più dell'interesse mediatico e privatistico del nostro attuale presidente del Consiglio, debbano essere calate dall'alto così, senza una consultazione popolare, incontri, approfondimento? Ogni opera deve essere analizzata nel suo impatto ambientale, economico e soprattutto socio-sanitario e opere di questo genere devono passare da percorsi partecipativi.
Noi li faremo su tutto, incluso l'ammodernamento dell'aeroporto di Firenze, una volta vinta accanto ai cittadini della piana la battaglia per rigettare il progetto della pista da 2400 metri e opere annesse".
Turismo: Passato l'Expo, cosa offre "sul piatto" la Toscana e come intende difendere il "prodotto tipico" dalla concorrenza straniera? "Stimoleremo la filiera corta di qualità in ogni comparto, soprattutto quello agroalimentare e manifatturiero, puntando anche alla creazione di nuovi circuiti come quello della canapa nell'aretino collegabile con le aziende fornitrici dell'alta moda. Infine a livello europeo, in totale contrasto con Rossi e il PD, sosterremo una battaglia frontale contro il TTIP, il trattato transatlantico che vuole annientare l'export dei nostri marchi di qualità per fare l'ennesimo regalo alle multinazionali".
Dissesto idrogeologico: La nuova normativa richiede uno sforzo di monitoraggio e controllo: come risponderà la Toscana all'attuazione del Piano? "Attuandolo. Oggi abbiamo una situazione drammatica.Da ultima in questa campagna elettorale abbiamo affrontato la realtà elbana ma il quadro è sconfortante ovunque. Soprattutto si sottovaluta l'impatto dell'essere umano nel contribuire in modo decisivo al problema. Penso ad esempio a quanto sta accadendo a Volterra, in relazione al sistema di prelievo della salgemma a basso costo per la multinazionale Solvay ma a grande impatto per il territorio.
Dobbiamo investire "a monte" perché il 43% del territorio toscano è boschivo e dobbiamo incentivare la filiera del bosco. Un bosco pulito a monte, sostiene i terreni a valle. Il nostro programma sul punto è chiaro: sostegno e promozione della permacultura e della coltivazione di piante per la fitodepurazione e per contenimento del dissesto idrogeologico. Un buon intervento sul dissesto idrogeologico è anche una buona premessa per turismo e qualità della vita dei cittadini. A chi vuole altro consumo di suolo basta dire "no", puoi solo riqualificare l'esistente e secondo principi di bioedilizia".