L’esito delle elezioni europee registra la sonora sconfitta subita da Macron in Francia e da Scholz in Germania. Quello delle elezioni regionali in Piemonte e delle amministrative in alcune importanti città del paese (Firenze, Bari, Cagliari, Perugia, Bergamo e altre) dell’8 e 9 giugno scorso conferma il successo di Fratelli d’Italia e Lega che negli ultimi anni hanno criticato le misure economiche dell’UE, la gestione dei flussi migratori, l’intromissione della Commissione Europea negli “affari interni” del nostro paese.
“La coalizione PPE, Socialisti e Liberali, che ha caratterizzato la precedente legislatura, sarebbe anche nel nuovo Parlamento Europeo la maggioranza numericamente più forte. Tuttavia, il suo livello è sceso dopo queste elezioni, per via del calo di Socialisti e Liberali: nel prossimo PE potrà contare su 403 deputati, contro i 444 della passata legislatura. Mentre non sarà praticabile una coalizione di centro-destra tra PPE, ID e ECR (avrebbe 320 seggi, 39 in meno della maggioranza richiesta di 361), esistono delle alternative alla riproposizione della cosiddetta maggioranza Ursula.
Infatti, se ad una coalizione di centro-destra si unissero anche i liberali di Renew si raggiungerebbero 399 seggi. Qualora a essere coinvolti fossero i Socialisti, basterebbe anche il solo apporto di ECR (è da escludere che ID possa accettare un’alleanza coi socialisti di S&D, e viceversa). Questo è quanto risulta dai dati provvisori delle recenti elezioni europee” comunica Simone Billi, deputato per la Circoscrizione Estero-Europa e capogruppo della Lega in Commissione Esteri.