Si chiude l’attività della “commissione d’inchiesta in merito alle discariche sotto sequestro e al ciclo dei rifiuti”, presieduta da Giacomo Giannarelli. Istituita il 19 giugno 2018, dopo 11 mesi di attività l’analisi di dettaglio della situazione toscana può dirsi completata e i risultati saranno resi noti martedì 7 maggio a palazzo del Pegaso. Presidente e commissari illustreranno i passaggi salienti del lungo percorso che li ha portati a verificare sul campo il sistema di gestione regionale, con incursioni sul territorio, audizioni e acquisizione di materiali.
Economia circolare, avanti tutta: a partire da una gestione più sostenibile dei rifiuti. Il presidente della Toscana approfitta della tavola rotonda organizzata a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze nell'ambito delle tre giorni di "State of the Union" per annunciare il piano regionale che dovrà portare entro il 2020 a centrare l'obiettivo del 70 % di raccolta differenziata - oggi è il 56% - e l'80% entro il 2023, con sei nuovi biodigestori da realizzare entro il 2022 e solo il 10 per cento dei rifiuti da avviare in discarica.
Ma la Regione – e il presidente lo ricorda – ha anche già firmato a marzo il primo patto per l'economia circolare con il distretto del cuoio di Santa Croce sull'Arno – un caso virtuoso, con l'associazione dei conciatori che si è impegnata a realizzare investimenti per 8 0 milioni in modo da togliere del ciclo dei rifiuti 150 mila tonnellate l'anno - ed accordi simili sono in via di definizione con i distretti del tessile e della carta, che di rifiuti producono rispettivamente 50 mila e 200 mila tonnellate l'anno.
Tutto questo, ha sottolineato il presidente, grazie anche all'Europa, che non è solo il conto dei fondi - di quanto preso e quanto ogni Stato ha dato al bilancio dell'Unione – ma un insieme di regole, politiche di sistema, stimoli e regolamenti. Relatrice del pacchetto Ue sull'economia circolare, che prevede un piano in 54 azioni, è stata una parlamentare di Firenze. L'obiettivo della Toscana, ribadisce la Regione, è condividere con il mondo delle imprese la ‘chiusura dei cicli produttivi': attraverso la riduzione dei rifiuti, ma anche attraverso l'innovazione e la ricerca che consentano di riutilizzare l'oggetto, allungarne la vita e alla fine farlo tornare materia prima, oppure trattando i rifiuti in maniera diversa.
Lo si fa responsabilizzando consumatori e produttori: è evidente che l'economia circolare diventa anche una questione di competitività nel momento in cui la plastica usa e getta ed altre produzioni saranno messe al bando per legge. Ma la ricetta per alleviare le ferite inferte all'ambiente e al pianeta da un recente sviluppo non equilibrato, spiega i l presidente della Toscana, non può essere certo meno sviluppo. Per dirla con le parole del filosofo Luporini, che l'andava ripetendo già più di cinquanta anni fa, solo uno sviluppo intelligente delle scienze e della tecnica può provare a risanare i danni prodotti al pianeta.
Servono dunque azioni concrete, ribadiscono dalla Regione Toscana, e in rapporto con l'Europa. Economia circolare del resto non significa politica di rifiuti zero e neppure di impianti zero, ripete oggi a Firenze la relatrice del pacchetto Ue. Vuol dire semmai ottimizzare l'uso degli scarti e i processi produttivi in ogni loro fase. Con il risultato certo, a cascata, di ridurre poi anche la produzione dei rifiuti e le emissioni in atmosfera di anidride carbonica. In Italia si producono ogni anno circa 135 milioni di tonnellate di rifiuti speciali e 30 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, di cui 2,3 in Toscana.