FIRENZE - L’ipotesi che l’infezione possa giungere via mare con persone che, partite dalle zone interessate dall’epidemia, abbiano attraversato il nord Africa via terra per poi imbarcarsi verso l’Europa è destituita di fondamento. Lo sostiene Simit, la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, fondata nel 2001 dalla fusione di due Società Scientifiche esistenti: la Società Italiana per lo Studio delle Malattie Infettive e Parassitarie (SISMIP) fondata nel 1946 e l'Associazione Medici Ospedalieri Infettivologi (AMOI) fondata nel 1957.
“L’infezione da virus Ebola è solo una delle numerose infezioni emergenti segnalate negli ultimi anni – spiega Massimo Galli, infettivologo SIMIT - Di alcune di esse, come la SARS e la MERS, sono stati osservati in Italia solo casi importati, senza che si generassero nuove infezioni nel paese.
In merito all’allarme suscitato dal’epidemia di febbre emorragica da virus Ebola in atto in Africa occidentale la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali ribadisce che la diffusione dell’epidemia all’interno del territorio nazionale è da considerarsi improbabile.
A sostegno di questa affermazione si ricorda che:
- i focolai di infezione si generano attraverso la trasmissione del virus da parte di un animale ospite in aree prossime alla foresta, lontane da aree metropolitane e dagli aeroporti internazionali;
- la malattia si manifesta nella maggioranza dei casi con gravi sintomi che obbligano il malato al letto e ne impediscono gli spostamenti. Tenuto conto anche della relativa brevità dell’incubazione (circa 7 giorni), l’ipotesi che l’infezione possa giungere via mare con persone che, partite dalle zone interessate dall’epidemia, abbiano attraversato il nord Africa via terra per poi imbarcarsi verso l’Europa è destituita di fondamento;
- l’unica via attraverso la quale una persona portatrice dell’infezione potrebbe teoricamente raggiungere l’Europa è un volo diretto da uno dei paesi colpiti: questa possibilità è tuttavia limitata da quanto già osservato in merito alla lontananza tra il punto di insorgenza dei focolai epidemici, le vie di comunicazione internazionali, terrestri ed aeree e gli aeroporti intercontinentali, la sorveglianza sui quali è stata intensificata nei paesi colpiti dall’epidemia.
“L’infezione da virus Ebola è solo una delle numerose infezioni emergenti segnalate negli ultimi anni – spiega Massimo Galli, infettivologo SIMIT, Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche "L. Sacco" di Milano - Di alcune di esse, come la SARS e la MERS, sono stati osservati in Italia solo casi importati, senza che si generassero nuove infezioni nel paese. Altre invece sono presenti in Italia, come la febbre da virus West Nile, mentre un’epidemia di febbre da virus Chikungunya è stata registrata in Romagna nel 2007”.
Uno dei punti di forza su cui si fonda in Italia il controllo delle infezioni emergenti è la rete dei reparti di Malattie infettive. Diffusa su gran parte del territorio nazionale, la rete infettivologica, costituita da specialisti esperti e dotati di informazioni specifiche ed aggiornate, sostiene un ruolo di primaria importanza nella identificazione precoce e nella gestione della cura delle infezioni emergenti, venendo a costituire una prima linea di riconoscimento e pubblica difesa nei confronti dei nuovi fenomeni infettivi.