Quando ormai sembrava cosa fatta il Tribunale di Bologna ha detto "no" all’offerta lanciata dalla Gilardoni spa di Lecco per rilevare la Tecnol di Galliano, prestigiosa azienda di Barberino di Mugello specializzata nella produzione di cilindri per moto da corsa che era stata messa all’asta per 1 milione e 150 mila euro.
Nei mesi scorsi oltre alla crisi aziendale la fabbrica di Barberino aveva dovuto subire anche il saccheggio dell’intera rete elettrica in rame, con ingenti danni economici. In questo scenario complicato era arrivata comunque la proposta di Gilardoni che, tenendo conto dei danni conseguenti al furto, aveva messo sul piatto un milione di euro. Un’offerta a cui era stata agganciata la proposta di proroga degli ammortizzatori sociali per i 75 dipendenti.
“Su questa ipotesi – ha spiegato il Presidente della Provincia di Firenze con delega al Lavoro Andrea Barducci nel corso della riunione che si è tenuta a Palazzo Medici Riccardi - si erano impegnate tutte le istituzioni, con un sostegno chiaro e cristallino. La Provincia aveva messo a disposizione anche la possibilità di corsi di formazione per i lavoratori di un’azienda che ha una grande potenzialità. Dai colloqui che avevo avuto personalmente, anche con la parte acquirente, tutto sembrava filare nelle decisione giusta.
Francamente non si riesce a capire cosa sia successo. Questa decisione del curatore arriva inaspettata e incomprensibile. Oltre l’Appennino è successo qualcosa di strano di cui ci sfugge il senso. Sta di fatto che dopo il rifiuto dell’offerta Gilardoni è crollata anche la possibilità di proroga della Cassa Integrazione”. Anche il sindaco di Barberino, Giampiero Mongatti, ha espresso la propria rabbia per quanto accaduto. “Tutto ciò è reso ancora più amaro dal fatto che sono giunte ai lavoratori le lettere che annunciano un licenziamento che diventa effettivo in mancanza di una reale possibilità di proroga degli ammortizzatori sociali”.
Daniele Calosi, segretario provinciale della Fiom, dopo aver riepilogato le varie fasi della vicenda, ha richiesto al Tribunale - assieme al sindaco Mongatti - di rendere pubbliche le ragioni che stanno dietro al rifiuto.“L'offerta recapitata al Tribunale di Bologna, secondo il nostro parere era sufficientemente valida sia dal punto di vista economico del fallimento, sia per quanto riguarda la tutela dei livelli occupazionali” afferma Daniele Calosi, Segretario Generale della Fiom Cgil di Firenze, che prosegue “le garanzie professionali derivano dalla solidità del gruppo Gilardoni, operante da anni nel settore automotive, con oltre 300 dipendenti.
L'azienda si sarebbe fatta carico di rilanciare l'attività consentendo a 25 ex dipendenti Tecnol di rientrare a lavoro già dalle prossime settimane e contando in seguito di poter reintegrare anche gli altri.Stigmatizziamo quindi il comportamento della curatela e giudichiamo un atto di imperio quello del Tribunale. Cercheremo di capire quali sono i motivi che stanno dietro a questo rifiuto e, come Fiom Cgil di Firenze, indiremo un'assemblea per capire se vi sono i margini affinché i lavoratori possano rilevare l'azienda organizzandosi in una cooperativa, perché proprio loro hanno dimostrato più degli altri di voler bene all'attività. Ringraziamo tutte le istituzioni, il Comune, la Provincia e la Regione che assieme a noi hanno lavorato assiduamente per dare una prospettiva di rilancio industriale a quei lavoratori ed a tutto il territorio"
“Non vogliamo assistenzialismo, vogliamo tornare a lavorare perchè abbiamo le professionalità utili a far ripartire l'azienda” è lo sfogo di Silvana Scalia della Rsu Fiom Tecnol che invece da ieri, assieme ai sui 73 colleghi, risulta ufficialmente licenziata.