Il tentativo di Di Maio e Salvini di formare il loro governo Lega-M5S è fallito. E' stato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella a esercitare le prerogative istituzionali e costituzionali, rifiutandosi di firmare la lista dei ministri recapitatagli tramite il presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte. in risposta Luigi Di Maio chiama ‘la piazza’ il 2 giugno contro l'"attentato alle Istituzioni".
E mentre tramonta ingloriosamente il possibile governo presieduto da un professore dell'Università degli studi di Firenze, 14 docenti di diritto costituzionale della scuola fiorentina di Paolo Barile, preoccupati per gli sviluppi della crisi di governo in atto e per l’asprezza del dibattito che è seguito al tentativo di governo del Prof. Giuseppe Conte, avvertono "il bisogno di intervenire per evitare che si dia degli ultimi avvenimenti un’interpretazione lontana dalla lettera della Costituzione e dalla prassi che su di essa si è sviluppata negli anni.
Al riguardo è bene chiarire subito che è profondamente sbagliata l’idea che il Presidente della Repubblica sia un organo “neutro”, un semplice notaio. Al contrario - scrivono Enzo Cheli, Paolo Caretti, Ugo De Siervo, Stefano Merlini, Roberto Zaccaria, Stefano Grassi, Cristina Grisolia, Elisabetta Catelani, Massimo Carli,Orlando Roselli, Giovanni Tarli Barbieri, Andrea Simoncini, Andrea Cardone, Duccio Traina - l’organo presidenziale è titolare di poteri propri che insieme gli assegnano una funzione d’indirizzo politico costituzionale (come sosteneva Paolo Barile), volto a garantire il corretto funzionamento del sistema e la tutela dei degli interessi generali della comunità nazionale.
A ciò rispondono, tra l’altro, il potere di rinvio delle leggi alle Camere perché ritenute manifestamente incostituzionali, i poteri che gli competono quale presidente del Consiglio Superiore della Magistratura e del Consiglio Superiore di Difesa, il potere di grazia, il potere di nomina del Presidente del Consiglio e, su proposta di quest’ultimo, dei Ministri, il potere di sciogliere le Camere. L’esercizio di alcuni di questi poteri richiedono il concorso di altri soggetti istituzionali e, per quanto riguarda la nomina dei ministri, il concorso del Presidente del Consiglio incaricato.
Qualora tale concorso non si realizzi, l’ultima parola spetta al Capo dello Stato, il quale assume su di sé in pieno la responsabilità delle sue decisioni. In questo quadro, il comportamento del Presidente Mattarella appare del tutto conforme alla lettera della Costituzione e alla prassi. La sua interpretazione di quello che nelle condizioni date rappresenta il superiore interesse nazionale può certo prestarsi a critiche, come del resto avvenuto in un recente passato di fronte a scelte presidenziali determinate da circostanze non meno eccezionali di quelle attuali, ma non sul piano del rispetto della Costituzione.
Appare pertanto assolutamente inammissibile che si possa anche solo evocare la messa in stato d’accusa del Presidente, ai sensi dell’art. 90 Cost. Ciò significa confondere i due diversi piani su cui va valutata questa vicenda, con il rischio grave di minare alle radici uno dei presidi fondamentali del nostro sistema costituzionale".
Intanto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affidato l'incarico di formare il governo a Carlo Cottarelli che si è riservato di accettare. Dopo la domenica più lunga, la XVIII legislatura affronta un nuovo scoglio: trovare una maggioranza.
“Il presidente Mattarella, in un ora delicatissima per il nostro Paese, si è assunto una grande responsabilità: quella di preservare le nostre istituzioni e la nostra collocazione nello scenario internazionale da un assalto subdolo e violento che, attraverso il nome del ministro Savona, avrebbe portato dritto dritto il nostro Paese nelle fauci della speculazione internazionale. La sua azione va assolutamente rafforzata e sostenuta”, lo afferma la deputata del Pd, Rosa Maria Di Giorgi: “Viviamo un momento molto delicato, con Salvini e Di Maio che spingono sul terreno dello scontro e della delegittimazione democratica.
Sono gli stessi che in questi mesi hanno fatto e promesso tutto e il contrario di tutto. A questo tentativo di rottura occorre rispondere con fermezza, tenendo saldi i principi della nostra Carta costituzionale che il presidente Mattarella ha così egregiamente difesi”. “Per questo -conclude Di Giorgi- #iostoconmattarella, sostengo convintamente la sua azione, e lancio un appello agli italiani affinché non si lascino strumentalizzare da chi persegue lo sfascio delle istituzioni per interessi di parte".