CORTONA (Arezzo) - La città di Cortona celebra l’epopea etrusca con un’affascinante mostra di respiro internazionale, e che mantiene il comune aretino in una rilevante posizione di prestigio nel panorama museale europeo. Seduzione Etrusca. Dai segreti di Holkham Hall alle meraviglie del British Museum, visitabile fino al 31 luglio, e ospitata nelle prestigiose sale di Palazzo Casali, è la mostra evento organizzata dal Museo dell’Accademia Etrusca di Cortona, il British Museum e Holkham Hall, in collaborazione con il MiBACT, che porta per la prima volta in Italia preziosi capolavori dalle collezioni inglesi.
Una mostra, curata da Paolo Bruschetti, Paolo Giulierini, Bruno Gialluca, Suzanne Reynolds e Judith Swaddling, che sin dal titolo evoca l’emozione della scoperta di un popolo dalla grande tradizione civile e artistica, che ci ha lasciate innumerevoli testimonianze, molte delle quali esposte in Italia per la prima volta. Popolo misterioso, l’etrusco, le cui incerte origini anatoliche sembrano confutate da un esame effettuato nel febbraio scorso confrontando il DNA mitocondriale dell'attuale popolazione toscana con quello estratto da ossa scoperte in alcune tombe antiche, ha mostrato che gli Etruschi non sono originari dell'Anatolia, come sosteneva Erodoto, ma erano una popolazione autoctona italica, come invece sosteneva Dionigi di Alicarnasso.
Diatriba sulle origini a parte, non può non affascinare, a distanza di secoli, quella poetica solarità che contraddistingueva la loro visione della vita, gaudente e riflessiva quanto basta, che permise loro di fondare un fiorente regno fra Umbria, Toscana e Lazio, prima di soccombere alla straripante potenza militare di Roma. Ma ancora oggi, quasi commuove la solennità dei tumuli funerari, adorni di cipressi e circondati da un silenzio antico di secoli, solenne quanto la Storia. E la bronzea Chimera ancora ci parla della visione etrusca della vicenda umana, sempre in antitesi fra bene e male.
Un’arcaicità la cui grazia ineffabile è eternata ell'accentuazione drammatica della posa e nella sofisticata postura del corpo e delle zampe, tipiche del gusto etrusco della prima metà del IV secolo a.C.L’avventura della riscoperta etrusca in Toscana prende le mosse dal raffinato gentiluomo inglese Thomas Coke, che nel 1719, in visita a Firenze, rinvenne presso un antiquario il manoscritto De Etruria Regali, scritto nel Seicento dallo scozzese Thomas Dempster, e considerato il primo studio dettagliato sulla civiltà etrusca.In omaggio alla figura di Coke, la mostra celebra in apertura questa straordinaria figura, rievocando il suo Grand Tour italiano attraverso l’esposizione di raffinati oggetti da viaggio dell‘epoca, quali preziosi necessaire, set di posate in argento, una carrozza, guide turistiche, oltre ai paesaggi come si presentavano nel Settecento, immortalati in una serie di tele commissionate dallo stesso Coke, fra cui il Colosseo e Arco di Costantino, e la Basilica e Piazza San Pietro, del Van Wittel.
Preziosi documenti del Bel Paese del tempo che fu. La fascinazione del gentiluomo per l’Italia si esplica nella raccolta di disegni e manoscritti da lui acquistati, e provenienti da Holkham Hall - la sua fastosa dimora nella campagna inglese. Cuore intellettuale della mostra, il manoscritto del De Etruria Regali, esposto accanto ai disegni e alle lastre incise che servirono per l’edizione a stampa, apparsa a Firenze nel 1726 e interamente finanziata da Coke. Un’opera che affascinò i contemporanei, e dette energico impulso alla riscoperta della civiltà etrusca.
Basti pensare che l’Accademia Etrusca di Cortona fu fondata appena l’anno successivo, subito iniziò le prime campagne di scavi, seguiti con interesse dal Granduca Gian Gastone. Una mostra artisticamente e intellettualmente affascinante, che riporta con la memoria alla stagione pionieristica delle campagne di scavi archeologici, e che va oltre la semplice esposizione di oggetti, ma diviene occasione di dialogo fra le opere, e fra differenti approcci all’archeologia, da quello aperto alla condivisione dell’Accademia Etrusca, a quello più accademico del British Museum dell’epoca.
L’epopea etrusca rivive nei circa cento reperti provenienti dal British, da Holkham Hall, e da varie istituzioni italiane quali l’Accademia Etrusca di Cortona, il Museo Archeologico di Arezzo, l’Archeologico di Perugia, e il Civico di Bologna. Monili, buccheri, statuette votive, l’Arringatore, il Putto Graziani e la celebra Chimera, rievocano l’eleganza di una civiltà la cui cultura artistica ha esercitato grande fascino su tanti uomini di pensiero, politico o estetico che sia, e invitano a trarne materia di riflessione in questa nostra epoca così avulsa dalla cultura, e così lontana dalle proprie radici.
Ammirare capolavori del genere, significa compiere un viaggio in un’epoca ormai leggendaria, che però ha fornito materia di studio a generazioni di eruditi, il cui amore per la cultura si intravede anche nella certosina opera di studi etruschi compiuti nei secoli. E oggi, lasciarsi avvolgere da queste Seduzioni, significa riaprire un legame con il territorio.Ad arricchire la mostra, una serie di eventi collaterali quali spettacoli al Teatro Signorelli, conferenze di approfondimento, e speciali focus sulla cultura inglese.
Il calendario completo, e le informazioni su orari e biglietti della mostra sul sito dedicato.