Una pagina fb, un appello (da tutti e tutte sottoscrivibile) rivolto al Prefetto di Prato Rosalba Scialla e alle istituzioni cittadine e un’assemblea pubblica che si terrà il 7 gennaio per costruire una mobilitazione il 18 gennaio.
Sono le iniziative messe in campo nell’ambito della campagna “Liberi dai decreti Salvini. Prato sta con gli operai”, volta a far sì che il Prefetto Scialla, che ha il potere per farlo, ritiri le 21 multe da 4000 euro l’una per un totale di 84.000 euro che si sono abbattute sulla schiena dei lavoratori della Tintoria Superlativa per il reato di “blocco stradale”. La sanzione ha raggiunto gli operai a causa di un picchetto, durante la lunga vertenza tesa a far rispettare i Contratti nazionali dentro la tintoria superlativa, dove gli operai venivano pagati meno di 1.000 euro per turni di lavoro di 12 ore, sette giorni su sette, e dove il ritardo dei pagamenti ammonta ad oggi ad oto mesi.
Il Questore Cesareo ha affermato che non ci sarebbe nessun nesso tra le multe agli operai e il Decreto Salvini, anche se le proteste dei lavoratori hanno causato “un enorme spendita di agenti sul territorio”, come quando dal 22 al 24 dicembre la Questura ha presidiato in forze gli stabilimenti del Panificio Toscano per “prevenire” l'eventualità di un picchettaggio.
"Va precisato che il diritto di sciopero è libero e non è soggetto al dovere di preavviso alle Questure per le manifestazioni pubbliche -ribattono da Si Cobas Firenze- L’astensione dal lavoro è attuata all’istante, senza preventiva comunicazione al datore di lavoro. Secondo affermata giurisprudenza il preavviso non è un requisito generale di legittimità dello sciopero. (Cass. sent. n. 23552/2004.)".
“Le condizioni di lavoro di Superlativa non sono un’eccezione ma la normalità nel distretto, e solo grazie al Si Cobas stanno finalmente emergendo -aggiunge Nicola Bitozzi, di Potere al popolo Prato- Il prefetto Scialla due anni fa dichiarò che la sua priorità era riportare la legalità nelle attività produttive. Ora ha la possibilità di fare qualcosa di concreto, ritirando queste multe, che, comminate in base al decreto sicurezza, rischiano di soffocare un movimento di lavoratori e di ripiombare la città in condizioni di lavoro inaccettabili, nell’illegalità e nell’insicurezza.
Anche il Pd, che governa la città, è silente. Finora Biffoni non si è mai visto davanti ai picchetti, né al presidio sotto la prefettura di Sabato 21 dicembre. C’eravamo solo noi di Pap. Invece di continuare a regalare soldi alle imprese il governo dovrebbe favorire e rendere effettivi i controlli, consentendo l’estensione dei diritti e di salari degni, che gioverebbero al benessere e all’economia di Prato tutta.
E abolire i decreti sicurezza, visto che hanno la maggioranza parlamentare per farlo.”