Firenze, 19 dicembre 2020- Secondo Censis-Confimprese sull’andamento dei consumi di mercato dello scorso ottobre, Firenze è la città messa peggio in Italia, -42,8%. L’amministrazione della città ha quindi pensato come porvi rimedio: con una gradualità che dovrebbe terminare nel 2023, nei mercati del centro storico potranno essere venduti solamente prodotti fiorentini, toscani e italiani. Motivazione: rilancio del commercio e dell’identità. Firenze decide che per il rilancio economico nel cuore del suo gioiello, il centro storico, è obbligatorio vendere solo i propri prodotti, quelli toscani e italiani.
“Non possiamo che accogliere positivamente l’ingresso in zona gialla e la possibilità di rimanervi, sempre che il Governo mantenga quelle che adesso sembrano essere i suoi ultimi orientamenti sul lockdown natalizio generalizzato, per almeno 4 giorni: 20, 21, 22 e 23 dicembre. Pochi, ma importanti per gli acquisti natalizi che possono dare un po’ di lavoro alle nostre botteghe artigiane e esercizi commerciali”. Così Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana, all’annuncio da parte del presidente Giani dell’ingresso della Regione Toscana in zona gialla da domenica prossima. “Dall’altra parte, però, questo continuo entrare, uscire, passare da un colore all’altro sfugge alla logica di noi comuni mortali.
Non si percepisce il raziocinio di queste scelte che sembrano avere poco a che fare con un programma di prevenzione sanitaria solido, studiato e programmato. È un metodo che ci fa fortemente preoccupare per le scelte, importantissime, strategiche e cruciali che dovranno essere adottate nel prossimo futuro, in ambiti diversi da quello sanitario, ma dagli stessi decisori pubblici” conclude Cioni.
“Assurdo chiudere negozi, gioiellerie e centri estetici. Questo apri e chiudi può costare la vita a tante imprese, non è un gioco per noi”. Così Monica Coppoli, portavoce del gruppo Commercianti uniti Firenze, meglio conosciuti come 'Esistiamo' per via dei cartelli esposti in oltre 50 strade, commenta il Decreto Natale. “Al Governo diciamo basta – prosegue -. O ci permette di lavorare e quindi ci tiene aperti o chiusi e, in quest'ultimo caso, deve darci un indennizzo proporzionale alle perdite di fatturato.
La Regione Toscana sta per erogare ai ristoratori un contributo economico e noi appoggiamo questa iniziativa. Ma chiediamo alla Regione di non dimenticarsi di tutte le altre categorie economiche. Ripeto: 'Esistiamo'. I nostri magazzini sono pieni, i negozi vuoti. Dicembre, che rappresenta il 50% degli incassi annui, è andato in fumo e ora dal Governo l'ennesimo colpo di grazia: il 24, il giorno più redditizio di tutto l'anno, ci chiude”. Per Coppoli, le attività commerciali “vivono un lockdown mascherato”.
“Ci tengono aperti – sottolinea – ma di fatto è come se fossimo chiusi visto che dai comuni limitrofi non possono raggiungerci e in giro non c'è quasi nessuno. Il tutto senza avere un indennizzo”.
"Tenere aperti i centri estetici, nel rispetto della distanza di sicurezza e di tutte le norme previste dall'emergenza. Si può fare, si deve fare. Non è comprensibile questa ingiusta discriminazione contenuta nell'ultimo Dpcm: si può andare su un bus o al supermercato con decine di persone, e non si può andare dall'estetista, dove si entrerebbe invece uno alla volta, su appuntamento e con gli strumenti del mestiere sterilizzati dopo ogni trattamento". Lo chiede il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella."I centri estetici hanno fatto grandi investimenti in questi mesi, oltretutto, in materiale e dispositivi all'avanguardia anche sul fronte sanitario - sottolinea Stella -.
Chiediamo al governatore Giani di decretare l'apertura di queste strutture, con apposita ordinanza. E non dimentichiamo il rischio di perdere la clientela che queste attività corrono, a causa degli abusivi che sono cresciuti in questo periodo e fanno il servizio a domicilio senza che nessuno li controlli".