Firenze– Sono stati 593 i decessi nelle Rsa che fanno riferimento alla Toscana Centro nel periodo 1 gennaio-15 aprile 2020. Nello stesso periodo dell'anno scorso erano 580. Lo ha dichiarato l'assessore alla Sanità della Toscana, Stefania Saccardi, in risposta all'interrogazione presentata dal portavoce dell'opposizione Jacopo Alberti.
Saccardi ha specificato che i dati totali sull'intero territorio non sono ancora disponibili e saranno resi noti non appena acquisiti formalmente. Nel totale dei 593, ha spiegato, non sono conteggiati i pazienti provenienti dalle Rsa e deceduti a Careggi. In attesa di conteggio anche i risultati dei test sierologici. Anche qui l'assessore ne ha assicurato la diffusione non appena completati.
In merito alle misure di sicurezza diramate alle Rsa e tese anche ad evitare assembramenti, “parliamo di circa mille persone contagiate su circa 15 mila ospiti presenti”, ha chiarito ricordando che “sono 322 le residenze in Toscana e 42 fanno riferimento alla gestione dell'azienda sanitaria”, Saccardi ha citato “circolari ed ordinanze”. ”Ci siamo immediatamente attivati fornendo precise indicazioni per ospiti e visitatori”. E ha dato la disponibilità a tornare sul punto anche nel corso della prossima seduta d'Aula fissata per il 6 maggio.Il portavoce dell’opposizione Jacopo Alberti (Lega) si è riservato di approfondire le valutazioni sulla risposta dell’assessore a conclusione del confronto che è in corso in commissione.
L’interrogazione del portavoce dell’opposizione raccoglieva anche alcuni quesiti di Sì-Toscana a sinistra dei quali si tratterà nella prossima seduta consiliare: si chiedeva il numero e l’elenco delle Rsa private in cui la Regione è intervenuta fino ad oggi e se la Giunta valuti favorevolmente “un processo di ripubblicizzazione della gestione di queste strutture”.
Nel testo dell'interrogazione presentata da Alberti in merito “alla gestione da parte di Regione Toscana e delle Aziende sanitarie locali dell’emergenza sanitaria causata dal Sars-Cov-2, in particolare per quanto riguarda la situazione delle Rsa toscane”, si chiedeva tra l'altro di sapere il numero dei decessi totali – indipendentemente dalle cause – tra gli ospiti delle Rsa toscane tra il 1 gennaio e il 15 aprile 2020 e lo stesso dato riscontrato nello stesso periodo dell’anno scorso. Oltre a chiarezza sui numeri, Alberti chiedeva anche se la Regione ritenga di aver assunto tutte le misure idonee a evitare un contagio di massa nelle Rsa toscane e se non intenda rivedere urgentemente l’assistenza sanitaria attualmente fornita, nella situazione di emergenza, all’interno delle residenze sanitarie assistite, al fine di garantire nuovi posti per terapie ad alta e medio-bassa intensità.
Questo scenario drammatico è stato fronteggiato sul territorio anche grazie a iniziative appassionate messe in campo nell'emergenza sanitaria. E' il caso di Bagno a Ripoli dove gli scuolabus sono stati trasformati in “pony express” per le Rsa. Con la sospensione dell’attività didattica, i pulmini gialli solitamente pieni di alunni e studenti delle scuole sono rimasti in garage in attesa della ripresa dell’anno scolastico. Gli autisti invece non si sono mai fermati e da settimane si sono messi al servizio delle residenze per anziani presenti nella zona fiorentina sud-est, supportando l’attività del Centro intercomunale di Protezione civile e della Asl Toscana Centro.
Ogni giorno percorrono in lungo e in largo i quattordici comuni dell’area per recapitare alle Rsa materiale indispensabile per la cura degli ospiti e per il lavoro degli operatori. I loro furgoncini trasportano medicinali forniti dalla farmacia dell’ospedale “Santa Maria Annunziata” e soprattutto dispositivi di sicurezza, mascherine ma anche camici e guanti.
“Questa storia - spiega il sindaco Francesco Casini - rappresenta bene il modo in cui l’amministrazione ha affrontato questa emergenza. I dipendenti si sono messi a disposizione dei cittadini, spesso non limitandosi a svolgere solo dei servizi comunali. I nostri autisti ad esempio con le scuole chiuse avrebbero potuto rimanere a casa perché la loro attività è collegata a quella didattica. Invece hanno scelto di rimanere al lavoro, mettendosi al servizio della comunità. Così come tantissimi altri colleghi che hanno continuato a lavorare per garantire i servizi essenziali e il funzionamento della macchina comunale per dare risposte concrete ai cittadini. A tutti loro un sincero ringraziamento”.
Negativi ad Arezzo, intanto gli ultimi tamponi di verifica dei due operatori della Casa di Riposo “V. Fossombroni”. La buona notizia è arrivata nella giornata di mercoledì 29 aprile, quando sono state annunciate le guarigioni di tutti i casi di Covid-19 rilevati dai test dello scorso 8 aprile, determinando così il pieno ritorno della serenità all’interno dello storico istituto cittadino.