Concorso Estar per infermieri: la contestazione di Nursind

Giannoni: “Molte segnalazioni di risposte palesemente sbagliate nel test: la Regione Toscana verifichi”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 aprile 2021 14:22
Concorso Estar per infermieri: la contestazione di Nursind

Firenze, 27 aprile 2021 – “Risposte palesemente sbagliate rispetto ai testi di riferimento, domande extra, errori grammaticali: la Regione Toscana verifichi attentamente sullo svolgimento del concorso Estar per l’assunzione di infermieri che si è svolto al Centro Affari di Arezzo nelle scorse settimane”. E’ quanto chiede Giampaolo Giannoni, segretario regionale Nursind, sindacato autonomo delle professioni infermieristiche, in una missiva inviata al Presidente Eugenio Giani e al Direttore Generale di Estar Monica Piovi.

“Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni da parte dei partecipanti al concorso – spiega Giannoni – a partire dalla presenza di due ulteriori domande rispetto al test originale, che doveva contenerne trenta. Ma ci sono state segnalate anche risposte errate rispetto ai testi presi a riferimento e addirittura errori grammaticali evidenti”.

“Non è la prima volta che un concorso indetto da Estar per gli infermieri presta il fianco alle polemiche. E’ comprensibile che un numero elevato di partecipanti non aiuti l’impianto organizzativo, ma non è comprensibile – aggiunge il segretario Nursind - che si continui a incorrere negli stessi errori”.

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“Ancora una volta non possiamo fare a meno di chiederci: chi formula le domande del quiz? Chi prepara questo tipo di concorsi? A chi è affidata la gestione dell’organizzazione? Come Nursind Toscana chiediamo che si faccia luce sull’accaduto: stando alle numerose segnalazioni ricevute, ci sarebbero le basi per numerosi ricorsi”.

“Questo tipo di leggerezze si pagano a caro prezzo: una controversia bloccherebbe la formazione della graduatoria, a danno dei partecipanti, ma anche e soprattutto del Servizio Sanitario Regionale. Con una pandemia in corso e un’endemica carenza di personale, il sistema sanitario non può permettersi di attendere ancora”.

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