“Lo sforzo della Giunta per venire incontro a Comuni e imprese sul territorio consente oggi di premiare tutti i progetti che erano stati ammessi ma non finanziati per carenza di fondi”. L’assessore allo sviluppo economico, Leonardo Marras, spiega così i finanziamenti aggiuntivi grazie ai quali da un lato, si dà corso al soddisfacimento totale della graduatoria dei progetti presentati dai Comuni per la riqualificazione dei luoghi del commercio e rigenerazione di spazi urbani; dall’altro, si permette lo scorrimento parziale della graduatoria riferita a investimenti per infrastrutture per il turismo e il commercio e interventi di qualificazione dei centri commerciali naturali in Comuni con meno di 10 mila abitanti. “Le integrazioni di risorse che abbiamo deciso – continua Marras – in un caso portano allo scorrimento totale della graduatoria, nell’altro estendono la platea dei beneficiari pur non esaurendola; in questo caso però la graduatoria resta comunque aperta e confido che nel 2021 si possano soddisfare altri progetti”.
Lo stanziamento di 165.646,74 euro disposto lo scorso novembre completa dunque lo scorrimento della graduatoria dei progetti per la riqualificazione dei luoghi del commercio e la rigenerazione degli spazi urbani in base alla l.r. 62/2018 (Codice del commercio). La cifra, che si aggiunge ai 579.704,43 euro già stanziati sul bilancio 2020-2022 e andati a beneficio dei primi 15 vincitori di bando, permette di premiare i 4 progetti di investimento che erano stati ammessi ma non finanziati per carenza di fondi. L’ulteriore integrazione di risorse decisa dalla Giunta riguarda i 278.692,37 euro destinati agli investimenti per infrastrutture per il turismo e il commercio e interventi di “micro qualificazione” dei centri commerciali naturali. In entrambi i bandi il soggetto gestore è Sviluppo Toscana S.p.A.
“Tornare a lavorare, questo è l'unico vaccino efficace per salvare le imprese da morte certa”. Federico Pieragnoli, direttore di Confcommercio Provincia di Pisa lancia il monito mentre legge i numeri drammatici che il Centro Studi Confcommercio ha pubblicato in queste ore: “L'effetto combinato del Covid e il crollo dei consumi dell'11%, per una perdita di 120 miliardi di euro, porterà alla chiusura definitiva di oltre 390 mila imprese del commercio non alimentare e dei servizi di mercato.
Una catastrofe che dietro l'apparente freddezza delle statistiche nasconde lo spettro della disoccupazione per oltre 200 mila lavoratori, con il rischio tenuta per il sistema economico nel suo complesso”. “Un fotografia impietosa, che richiederebbe” – secondo il direttore di Confcommercio - “oltre ad interventi energici sul piano economico e l'utilizzo massiccio dei fondi del Recovery Fund, proprio il ritorno al lavoro per le imprese.
Anche perché l'80% della riduzione del tessuto produttivo non è causato dal mercato, ma dal Covid-19. Così, lo stock complessivo per l'insieme delle imprese del terziario di mercato e del commercio non alimentare si ridurrà dell'11,3%, con un tasso di mortalità delle imprese del commercio quasi raddoppiato rispetto al 2019 (dal 6,6% all'11,1%), e addirittura più che triplicato per i servizi di mercato (dal 5,7% al 17,3%)”. “Il virus economico è penetrato profondamente nell'economia provinciale del terziario, come dimostra la proiezione di questi dati a livello territoriale” - aggiunge Pieragnoli: “Il 2020 si chiuderà con chiusura di almeno 4.000 imprese del commercio e dei servizi, e particolarmente colpite saranno le agenzie di viaggio (-22,3%), negozi di abbigliamento e calzature (-17,1%), bar e ristoranti (-14,4%), palestre (-12,3%), attività professionali (-12,2%), ambulanti (-11,8%), alloggio (-9,2%).
Saracinesche abbassate quindi per oltre 1.000 negozi al dettaglio, 430 tra bar e ristoranti, 244 ambulanti, 50 alberghi solo per fare alcuni esempi comunque significativi di una situazione estremamente preoccupante. E non dimentichiamo la chiusura per circa 400 professionisti tra iscritti e non iscritti ai rispetti ordini, operanti nelle attività professionali, scientifiche e tecniche, amministrazioni, artistiche e intrattenimento”. “Guardando al nuovo anno, ci vuole un efficace vaccino anche per risollevare l'economia e le imprese così duramente colpite” – conclude il direttore - “riaprendo le attività commerciali e dando loro la possibilità di tornare a guadagnare, e intervenendo con sostegni a fondo perduto e cancellazione di imposte e tasse”.
"I dati divulgati da Confcommercio Toscana -afferma Elena Meini, Consigliere regionale della Lega- sono, purtroppo, molto chiari nella loro drammaticità." "In pratica, secondo l'analisi-prosegue il Consigliere-ogni mese, nel 2020, hanno chiuso ben 2000 aziende e le prospettive per l'anno prossimo non sono assolutamente confortanti." "Alcuni settori, come quelli legati direttamente al turismo, segmento particolarmente rilevante nella nostra Regione-precisa l'esponente leghista-hanno forse sofferto più di altri e purtroppo, sono stati colpevolmente abbandonati dalle Istituzioni che hanno dato un insufficiente sostegno a ristoratori, proprietari di bar, albergatori, guide turistiche e titolari di agenzie di viaggio, i quali hanno visto calare vistosamente i propri fatturati." "L'avvento del vaccino sanitario-sottolinea la rappresentante della Lega-è sicuramente una splendida notizia che, però, non deve nascondere le persistenti criticità a livello economico che rischiano, anche in Toscana, di creare ulteriori e devastanti conseguenze per moltissime persone." "Anche a livello mediatico, quindi-conclude Elena Meini- sarà fondamentale che i riflettori non si accendano, ora, esclusivamente sulla questione, pur importante, relativa al tema vaccinale, ma continuino a dare ampio spazio ai tanti ed accorati appelli che arrivano da più parti imprenditoriali, confidando che chi di dovere non continui a fare come gli struzzi..."