(DIRE) Firenze, 27 feb. - In Toscana è guerra di cifre fra Coldiretti e Regione sull'efficacia delle politiche per il contenimento degli ungulati. Secondo l'associazione dei coltivatori diretti sarebbero ancora 450 mila i cinghiali in circolazione, ma l'assessore regionale all'Agricoltura, Marco Remaschi, smentisce: "La popolazione ammonta oggi a 160 mila unità su un totale di 400 mila ungulati. Un dato che evidenzia come stia iniziando a calare anche grazie agli abbattimenti attuati" a seguito delle norme volute dalla Regione.
Remaschi si fa forte dei dati trasmessi direttamente dagli Atc, gli ambiti territoriali di caccia, che attestano un miglioramento della situazione: "Negli ultimi tre anni- sostiene l'assessore- la popolazione si è fortemente ridotta e le stime dei danni registrati si sono più che dimezzate".
Del resto nell'ultimo triennio sono stati eliminati 332 mila cinghiali grazie alla caccia ordinaria. Le perdite economiche per gli agricoltori a causa dell'irruzione di tutte le specie di ungulati risultano, di conseguenza, in drastico calo: "Nel 2017- segnala- raggiunsero i 3,2 milioni, nel 2019 sono scese a 1,08 milioni". Numeri ben diversi rispetto a quelli indicati da Coldiretti, che invece parla di 4,5 milioni di nocumento all'agricoltura derivante dalle sole irruzioni dei cinghiali.
L'assessore torna anche a difendere la decisione di chiudere l'A11 nel novembre dell'anno scorso per catturare alcuni caprioli. Un intervento che, rimarca, servì a scongiurare il rischio di incidenti. Il problema degli ungulati, in ogni caso, non è alle spalle: "Ancora oggi- riconosce- siamo di fronte a un fenomeno preoccupante e su cui tenere alta la guardia". Tuttavia, sottolinea, "non trovandoci più nella stessa situazione del 2015, dobbiamo superare la fase emergenziale".(Cap/ Dire)