Treni e pendolari e odissee italiane e valdarnesi, con gli inchini, interferenze con Alta Velocità, Direttissima o Lenta, sovraffollamento e ritardi. Cosa cambierà con la Tav di Firenze e la situazione dei pendolari del Valdarno. Presentazione del libro "Ci scusiamo per il disagio", mercoledì 2 novembre alle ore 21 alla Sala Consiliare del Comune di Figline, via IV Novembre 3. Con il coautore Gerardo Adinolfi, giornalista di Repubblica, e con Maurizio Da Re, portavoce del Comitato Pendolari Valdarno Direttissima, con Piero Caramello e Simone Lombardi, consiglieri comunali di Figline. Presentazione e discussione dell'inchiesta-racconto di un viaggio in Italia e anche nel Valdarno a bordo dei treni dei pendolari.
Che sia un convoglio soppresso, in ritardo o sovraffollato, il leitmotiv è lo stesso: «Ci scusiamo per il disagio»: è questa la frase più udita dai pendolari. E cosa sono gli “inchini”, le interferenze tra Alta Velocità e le corse sulla Direttissima per il Valdarno, le corse deviate sulla linea Lenta, parole e problemi entrati nel lessico e nella testa dei pendolari valdarnesi. La presentazione del libro è anche l'occasione per fare il punto della situazione dei pendolari del Valdarno, sulle prospettive per la Direttissima e con la Tav di Firenze.
In Toscana non c’è solo il nodo fiorentino dell’alta velocità a far discutere. A pochi mesi dall’apertura dei cantieri torna in alto mare anche il raddoppio della linea Pistoia-Montecatini-Lucca, che prevede anche la soppressione di 17 passaggi a livello e l’adeguamento delle stazioni. “Tra contestazioni, localismi e progetti alternativi che spuntano come funghi – dice Stefano Boni, segretario della Fit-Cisl Toscana – si rimette in discussione e ritarda un’opera attesa da 40 anni.
A tutto danno dei pendolari che ogni giorno usano il treno e dei posti di lavoro che si potrebbero creare.”“Ormai – dice Boni - per le ferrovie toscane ci sono più progetti che binari. E dire che solo nella primavera scorsa governo e istituzioni toscane avevano dettato i tempi (primo lotto Pistoia-Montecatini inizio lavori ad aprile 2016; progetto definitivo per la Montecatini-Lucca gennaio 2017; termine dell’intera opera entro il 2019) e stanziato le risorse: 200 milioni dal governo e 235 dalla Regione.”“Ma dopo pochi mesi dall'apertura dei cantieri – aggiunge il segretario Fit - ecco i primi dubbi, di singoli cittadini, comitati e degli stessi comuni interessati, su costi/benefici, tracciato, disagi, eccetera.
Il Comune di Montecatini Terme, dove la ferrovia passa in mezzo alla città, si è espresso contro il raddoppio ‘a raso’ e ha chiesto alle Ferrovie di rifare l’intero progetto prevedendo una ferrovia a doppio binario in sopraelevata che dovrebbe seguire il tracciato attuale. A seguire il Comune di Pieve a Nievole ha chiesto che venga fatto in sopraelevata anche il tratto Pieve-Montecatini. Con tempi di realizzazione molto più lunghi e costi maggiori (la sopraelevata di Montecatini dovrebbe costare circa 30 milioni, il tratto Pieve-Montecatini circa 90 milioni) completamente da finanziare.
Senza contare che se si scegliesse questa ipotesi l'attuale linea ferroviaria dovrebbe rimanere chiusa per almeno due anni, con aumento di traffico, inquinamento e disagi a non finire per i lavoratori, pendolari studenti e tutti quelli che saranno costretti ad utilizzare il mezzo privato.”“Le Ferrovie FS-RFI, che non hanno nessuna fretta – prosegue Boni - si sono rese disponibili a valutare, studiare e progettare qualsiasi altra soluzione. Insomma, si potrebbe dover ripartire dall’inizio, con la progettazione preliminare e gli studi di fattibilità per verificare se l'infrastruttura è necessaria oppure si può fare un’altra scelta.
Dimenticando che c'è una gara già aggiudicata a una ditta, che ha iniziato i lavori, attenendosi ad un progetto chiaro e deliberato dalle Ferrovie, dalla Regione e dal Governo.”“La Fit-Cisl, come nel caso anche di altre infrastrutture già deliberate e approvate dagli organi competenti, chiede di non perdere tempo e rispettare i tempi di realizzazione” dice Boni. “Nel caso di infrastrutture che interessano più regioni, più province e più comuni, e che quindi sono un bene nazionale per lo sviluppo e l'ammodernamento del Paese, non possiamo lasciare che ogni territorio interessato all'attraversamento metta dei paletti, con modifiche sostanziali e aumenti di spesa incontrollati.
E’ necessario che l'istituzione principale guidi i cambiamenti, coinvolgendo sì i territori, ma poi assumendosi la responsabilità e decidendo la strada una volta per tutte e facendo rispettare i tempi. Non possiamo perdere l’ennesima opportunità, sia per creare lavoro e sviluppo, sia per dare un servizio efficiente ed efficace ai cittadini, pendolari e lavoratori, della Toscana.”