Il Consiglio di Amministrazione di ChiantiBanca, presieduto dal professor Cristiano Iacopozzi ha deliberato di convocare l’Assemblea ordinaria dei Soci per 10 dicembre 2017 in seconda convocazione. Nel corso dell’Assemblea, che si svolgerà al Mandela Forum di Firenze con inizio alle 9.30, sarà in discussione l'adesione al gruppo bancario cooperativo Iccrea, in sostituzione della deliberazione adottata il 14 maggio 2017.
l consiglio reputa, infatti, tale gruppo come quello più vicino alla tradizione di ChiantiBanca e delle BCC che questa ha nel tempo incorporato, oltre che come quello più rispondente al modello di impresa bancaria cui ChiantiBanca, anche nei rapporti con il mondo cooperativo e con le altre BCC del territorio toscano, si è sempre ispirata. Il Cda ha espresso la convinzione che, anche relativamente alla strategia industriale, questa scelta vada nella direzione di un pieno e più forte ruolo di ChiantiBanca nel sistema di credito cooperativo toscano, al fine di una valorizzazione del suo ruolo a beneficio dei propri soci, clienti e dipendenti, rafforzando la sua posizione di banca di riferimento del territorio.
Da sempre, infatti, ChiantiBanca riveste un ruolo di supporto alle imprese, ai professionisti e alle famiglie del territorio per la crescita dell’economia e della società. Il Consiglio di Amministrazione di ChiantiBanca auspica – nell’interesse della solidità e competitività dell’intero movimento cooperativo – che le BCC italiane non siano chiamate solo a scegliere tra due o più gruppi bancari cooperativi, ma possano successivamente contribuire alla creazione di un unico gruppo destinato ad accoglierle tutte, per meglio affrontare le sfide di un mercato sempre più competitivo, nel quale il valore e i valori delle banche di credito cooperativo siano elemento di fiducia e ricchezza, soprattutto nei riguardi dei soci, dei clienti e dei dipendenti.
“Un ribaltone- dichiara Luciano Borri presidente dell'associazione “Per una banca in terra Toscana”- che espone a rischi legali e a danni patrimoniali, di cui saranno chiamati a rispondere gli amministratori”. “L'adesione a Iccrea- prosegue- comporterebbe il proseguimento del commissariamento della nostra banca da parte della Federazione toscana delle BCC che cerca di ridimensionare la crescita ottenuta negli scorsi anni. Le numerose sovrapposizioni con le altre BBC toscane porterebbero inevitabilmente a ridurre le filiali, il presidio sul territorio, i dipendenti, e di conseguenza i servizi ai soci.” L'associazione sottolinea inoltre “errori e affermazioni false o incomplete” della relazione informativa dello scorso 17 novembre predisposta e diffusa dal Consiglio di amministrazione di ChiantiBanca.
Informativa pro-Iccrea che aveva contestato fra le molte cose, la validità della delibera circa la votazione pro-gruppo Ccb, sottolineando “anomalie relative alle modalità di svolgimento delle operazioni di voto”. Alla quale l'associazione risponde che “anche se il Tribunale di Firenze ritenesse fondato il ricorso sullo svolgimento dell’Assemblea del 14 maggio, in nessun caso potrebbero essere cancellati i diritti quesiti dai terzi in buona fede, ovvero da Cassa Centrale Banca.” “Ci auguriamo fortemente- conclude Borri- che i soci di ChiantiBanca comprendano l'importanza di aderire a un gruppo, il Ccb di Trento, che ci ha sempre fornito servizi idonei ed economici e che Chianti Banca ha sempre considerato Iccrea legata alle logiche politiche romane lontane dalla nostra cooperativa e dai bisogni del nostro territorio”.
“In riferimento alla questione sollevata nella lettera del presidente del Consiglio di amministrazione Cristiano Iacopozzi, sulla necessita di creare un gruppo unico- spiega Marco Bindelli, vice presidente e consigliere delegato ai rapporti con il Movimento del Credito Cooperativo della Bcc di Civitanova Marche e Montecosaro- è bene chiarire che uno dei motivi che hanno indotto il 18 dicembre 2016 ChiantiBanca a rinunciare alla way out, ossia alla fuoriuscita dal sistema del credito cooperativo trasformandosi in società per azioni, è proprio l’aver ricevuto garanzie circa la costituzione di un gruppo alternativo ad Iccrea, holding dalla quale la banca toscana ha sempre voluto dissociarsi fin da quando è iniziato il dibattito sulla riforma del credito cooperativo.” “In termini di numeri- prosegue Bindelli- ChiantiBanca è quella che, più di ogni altra, ha voluto fornire un segnale forte di distacco dal mondo romano riconducibile ad Iccrea.” E sottolinea l'esistenza di “abbondanti prove” che confermerebbero la convinta volontà di aderire ad un secondo gruppo alternativo ad Iccrea “non appena, e solo quando, la banca di Monteriggioni avesse preso consapevolezza dell’attivazione del processo di costituzione del gruppo bancario cooperativo da parte di Cassa Centrale Banca”. Bindelli sostiene che il nuovo CdA di ChiantiBanca, “sia riuscito a distorcere perfino il significato attribuibile alla lettera inviata il 4 gennaio scorso dalla Banca d’Italia a tutti gli operatori del sistema in attuazione del processo di riforma delle Bcc, la cui finalità era quella di consentire ai soci, chiamati ad approvare il bilancio chiuso al 31 dicembre 2016, di esprimersi in termini di preferenze di adesione ad uno dei due costituendi gruppi bancari cooperativi e di consentire alle candidate capogruppo nazionali di prepararsi adeguatamente al complesso ed innovativo processo di costituzione del gruppo bancario cooperativo” “Infine- conclude Bindelli- nonostante i vari richiami dell’Organo di vigilanza a non utilizzare l’autonomia quale merce di scambio per la compravendita di Bcc aderenti ai costituendi gruppi bancari, va stigmatizzato il tentativo, contenuto nella parte finale della lettera, di convincere i soci di ChiantiBanca che questa potrà godere di una maggiore autonomia aderendo al gruppo Iccrea.” “Ma analizzando la legge di riforma- chiarisce Bindelli- si evince chiaramente che, nell’ambito di ciascun gruppo (Iccrea Banca e Cassa Centrale Banca), la maggiore autonomia sarà limitata all’alveo degli altri poteri necessari per l’esercizio dell’attività di direzione e coordinamento da parte della capogruppo ed interesserà le Bcc in funzione della propria rischiosità, ossia maggiore autonomia nei controlli della capogruppo per quelle Bcc che presentano migliori indici di rischiosità e non dipenderà certo dalle promesse che ciascuna candidata capogruppo potrebbe fare nel corso della costituzione dei gruppi.”